A dieci anni esatti dalla prima acclamatissima stagione, True Detective torna con un nuovo capitolo. La coppia di investigatori è stavolta interamente al femminile ed è composta da Jodie Foster, al suo primo leading role sul piccolo schermo, e Kali Reis (Catch the Fair One). Dal 15 gennaio in esclusiva su Sky e in streaming su Now TV.
Dove eravamo rimasti?
Tra le serie crime più amate del panorama televisivo, True Detective è uno show antologico, perciò questa stagione non ha legami con le precedenti (almeno sulla carta: chi ha familiarità con la prima stagione troverà già nel trailer un paio di strizzate d’occhio interessanti). Dopo l’umida Louisiana, la fumosa Los Angeles e la cupa provincia dell’Arkansas, è il turno della gelida e buia Alaska: durante l’annuale lunga notte, nella cittadina di Ennis scompaiono nel nulla otto scienziati del Tsalal Arctic Research Station.
Alle agenti Liz Danvers (Foster) ed Evangeline Navarro (Reis), accomunate da trascorsi complicati, il compito di ritrovarli.
True Detective cambia faccia
Per la prima volta non sarà al timone il creatore della serie Nic Pizzolatto (che figura comunque tra i produttori): il compito spetta ora a Issa Lòpez (Tigers Are Not Afraid), nelle vesti di showrunner, regista e sceneggiatrice. Il nuovo corso si riscontra già dall’aggiunta del sottotitolo Night Country.
Il cuore pulsante di True Detective è sempre stata la coppia protagonista e le sue complicate dinamiche interne: dagli inimitabili Cohle e Hart di McConaughey e Harrelson, passando per Colin Farrell e Rachel McAdams, fino a Mahershala Ali e Stephen Dorff.
Cinque anni dopo questi ultimi, è proprio tra i ghiacci del Paese della notte che Jodie Foster, a più di trent’anni da Il silenzio degli innocenti, riprende i panni della detective in un mistero crudo e oscuro. Insieme a lei la sorpresa Kali Reis, pugile che ha esordito come attrice nel 2021 in Catch the Fair One, che le è valso la nomination agli Independent Spirit Awards. Il cast vede anche, tra gli altri, Christopher Eccleston (Doctor Who), Fiona Shaw (Harry Potter) e John Hawkes (Un gelido inverno).
La prima stagione di True Detective è considerata un capolavoro della serialità, gettando però così involontariamente una lunga ombra sui suoi seguiti: la seconda, schiacciata dalle aspettative, è stata bersagliata dalla critica, mentre la terza, pur tornando su atmosfere più simili a quelle iniziali e con buone recensioni, non è rimasta nel cuore dei fan.
Riuscirà Night Country dove i due predecessori hanno fallito?
Il primo episodio, True Detective
17 dicembre, ultimo tramonto dell’anno in Alaska: la lunga notte si appresta a gettare le sue fredde ombre sulla cittadina di Ennis, 150 km a nord del circolo polare artico: the end of the world, come si può leggere al suo ingresso. La regia di Issa Lopez trasmette quel gelo fin nelle vene: il vento artico che sferza i volti dei pochi costretti ad avventurarsi all’esterno, le strade lastricate di neve e soprattutto il buio, l’oscurità costante che opprime indistintamente scienziati, cittadini e poliziotti.
Entrare nei luoghi chiusi è quasi un sollievo, una breve fuga dalla costante sensazione di isolamento e angoscia che si sparge dopo l’ultimo saluto al sole per alcuni mesi.
Sebbene il titolo originale sia semplicemente Part 1, l’edizione italiana ha scelto di rinominare il primo episodio “True Detective“. Possiamo definirla una scelta coerente con quanto visto, perché in questo avvio di stagione si ritorna al cuore delle atmosfere che hanno fatto la fortuna della show: horror ancor più che thriller, quell’orrore di stampo lovecraftiano rappresentato dall’ignoto, dal buio e dal vuoto.
Tornano anche le vibes sovrannaturali della prima stagione (è doveroso farvi ancora riferimento: l’ispirazione è evidente), in misura anche maggiore: gioca con la psiche dei suoi protagonisti, ambiguamente in bilico tra realtà e visione. L’eredità di Twin Peaks resta forte, insieme ai chiari richiami a La Cosa di Carpenter, per ambientazione e mistero.
Vite intrecciate
Night Country introduce un altro strato narrativo, ovvero le tensioni neanche troppo latenti tra gli Inupiat, i nativi della zona, e i “bianchi” americani, ai quali sono mescolati senza però aver completamente risolto i passati dissapori. È qui che facciamo la conoscenza delle agenti Navarro, nativa, e Danvers, che ha un rapporto difficile con la figlia Leah, anche lei Inupiat.
Le due condividono un passato lavorativo problematico e non sono nei migliori rapporti: dovranno collaborare, quando la sparizione degli scienziati scaverà a fondo nella loro storia e nelle loro coscienze. Punto di forza di True Detective è sempre stato il complesso lavoro sulla psicologia dei suoi protagonisti, e anche ora l’inizio non sembra da meno: le detective sono due donne tormentate e alle prese con dei traumi mai superati, in un ambiente inospitale e prettamente maschile. Sia la Foster che la Reis sono da subito calate nella parte e alle prese con personaggi sfaccettati, con cui e a cui possono dare molto nei prossimi episodi.
L’inizio, perciò, è assolutamente promettente e non resta che rimanere connessi per i prossimi cinque episodi, tutti i lunedì.
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