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Tutti tranne te, ti amo e poi ti odio…e poi ti amo

Tutti tranne te, ti amo e poi ti odio…e poi ti amo

6 minuti di lettura

Dopo il successo di Easy Girl, commedia del 2010 con protagonista Emma Stone, Will Gluck torna nelle sale italiane – dopo una serie di pellicole non altrettanto fortunate – con Tutti tranne te, rom-com liberamente ispirata alla tragicommedia teatrale di William Shakespeare Molto rumore per nulla. Protagonisti del film, disponibile al cinema dal 24 gennaio, sono Sydney Sweeney e Glen Powell, affascinanti e perfettamente calati all’interno di due ruoli piuttosto inediti rispetto alla loro filmografia. 

Lei, investita dalla luce dei riflettori soltanto recentemente, grazie a C’era una volta…a Hollywood di Quentin Tarantino e all’acclamata Euphoria. Lui, reduce dall’incredibile successo di Top Gun: Maverick, ma soprattutto dall’ennesima collaborazione con Richard Linklater nell’ormai imminente Hit Man, presentato all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Seduzione e sintonia, ma anche e soprattutto un’inaspettata capacità di sopperire, grazie ai tempi comici e, appunto, all’evidente chimica, a una scrittura tendenzialmente approssimativa e al servizio di una storia piuttosto classica, portando sulle proprie spalle il peso del film. È nata una nuova coppia?

Tutti tranne te, odi et amo

Sydney Sweeney e Glen Powell in un'immagine di Tutti tranne te

Quella di Tutti tranne te è una storia in cui “c’entra molto l’odio […], ma anche l’amore”, come sottolinea Will Gluck all’inizio della pellicola, citando appunto William Shakespeare. Sono gli stessi protagonisti a ricordarlo più volte d’altronde: il confine tra odio e amore è molto sottile. Difatti Tutti tranne te parla proprio di questo, e i suoi protagonisti varcano ripetutamente quel confine trovandosi da una parte o dall’altra, tra sentimenti contrastanti e la costante paura di innamorarsi, di “fare sul serio”, come si suol dire.

Bea e Ben si conoscono in maniera del tutto casuale, all’interno di un cafè, ma fin dal primo momento capiscono di provare nei confronti dell’altro un’attrazione inusuale, improvvisa. Finiscono per passare insieme la notte, ma il mattino seguente, una serie di misunderstanding fa sì che quell’attrazione si trasformi in odio reciproco e di conseguenza in un repentino allontanamento. 

Ma il destino offre sempre una seconda opportunità, e i due scopriranno di essere testimoni di nozze allo stesso matrimonio: quello tra la sorella di Bea e la migliore amica di Ben. Costretti a passare del tempo insieme nonostante un rapporto non proprio idilliaco, Bea e Ben fingeranno di essersi riappacificati, in una farsa orchestrata da un lato per scoraggiare i genitori di lei dall’insistere con l’ormai ex fidanzato, e dall’altro per cercare di far ingelosire l’ex fidanzata di lui e riconquistarla. Finzione e realtà, amore e odio si intrecceranno in una storia tragicomica ma altrettanto romantica.

Una storia d’amore imperfetta

Un'immagine di Tutti tranne te, diretto da Will Gluck

Dal punto di vista tecnico e narrativo Tutti tranne te è una commedia romantica piuttosto convenzionale. A partire dalle dinamiche del rapporto tra Bea e Ben, la storia segue un canovaccio ampiamente già visto, nonostante Will Gluck cerchi di introdurre alcuni punti di contatto con la piece teatrale shakespeariana, e lo sviluppo di una farsa tra i due protagonisti costringa Sydney Sweeney e Glen Powell a un doppio livello di recitazione. Proprio quest’ultimo sembrava poter rappresentare l’elemento più interessante della pellicola, perché in grado di posizionare il rapporto tra Bea e Ben sul doppio confine amore-odio e realtà-finzione, instillando il dubbio nello spettatore, ma soprattutto negli stessi personaggi. 

D’altronde sia la componente romantica che quella comica trovano la propria linfa vitale nei continui equivoci e fraintendimenti. Da questo punto di vista, sebbene la scrittura di Tutti tranne te sia tutt’altro che eccelsa, e spesso e volentieri si affidi con troppa superficialità ai corpi dei propri protagonisti per sopperire appunto alle proprie mancanze, sono proprio Sydney Sweeney e Glen Powell, come abbiamo sottolineato precedentemente, a donare spessore ai suddetti. 

Come nelle storie d’amore, l’attrazione fisica gioca un ruolo fondamentale, così come la chimica tra le due parti in gioco, e forse la scelta più saggia di Will Gluck è stata proprio quella di affidarsi a una coppa di attori che riuscisse a trasportare quelle sensazioni sul grande schermo, che sapesse fare delle propria fisicità un’arma di seduzione per il pubblico, che accentrasse il nostro sguardo, distogliendolo da uno sfondo a volte fuori fuoco. Tutti tranne te in fin dei conti è questo. Una storia d’amore imperfetta tra due anime gemelle. Ma non fatelo sapere a Bea. Lei non ci crede.


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Sono Filippo, ho 22 anni e la mia passione per il cinema inizia in tenera età, quando divorando le videocassette de Il Re Leone, Jurassic Park e Spider-Man 2, ho compreso quanto quelle immagini che scorrevano sullo schermo, sapessero scaldarmi il cuore, donandomi, in termini di emozioni, qualcosa che pensavo fosse irraggiungibile. Si dice che le prime volte siano indimenticabili. La mia al Festival di Venezia lo è stata sicuramente, perché è da quel momento che, finalmente, mi sento vivo.

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