Uscita il 14 ottobre su Netflix, la nuova Serie TV Tutto chiede salvezza, di Francesco Bruni, è un successo. Federico Cesari, già conosciuto per Skam Italia, svetta nel ruolo di protagonista e abbraccia perfettamente il personaggio di Daniele Cenni pensato dal vincitore del Premio Strega Giovani 2022 Daniele Mencarelli.
La trama di Tutto Chiede Salvezza
Daniele è ricoverato in psichiatria, sette giorni di TSO. In camera con lui ci sono altre cinque persone, ognuna con un problema diverso: Gianluca, che soffre di bipolarismo; Giorgio, che è un omone grande e grosso con problemi di gestione della rabbia; Alessandro, che è in una sorta di coma vegetativo da quando aveva tredici anni; Mario, che è un ex professore di filosofia e vede un uccellino che non esiste fuori dalla sua finestra; Madonnina, che viene chiamato così perché le uniche parole che ripete sono “Madonnina mia, ho perso l’anima”. Daniele soffre invece di depressione, vede il nero del mondo e si chiede spesso a cosa serva vivere se poi alla fine uno deve morire; se siamo solo burattini in mano alla vita.
In sette giorni, come sette sono gli episodi, Daniele impara a conoscersi e scopre un legame di fratellanza nei suoi compagni di stanza. In loro si rivede, stringe amicizia, si innamora anche e trova il modo di tirarsi fuori dal buco in cui si stava sotterrando.
Tutto Chiede Salvezza è un percorso di rinascita
La miniserie ideata e messa in piedi da Bruni è un’ottima trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo. Federico Cesari e gli altri incredibili attori (Andrea Pennacchi, Vincenzo Crea, Vincenzo Nemolato, Alessandro Pacioni, Lorenzo Renzi) regalano spaccati della mente dei pazienti del reparto di psichiatria che riescono ad addentrarsi nella coscienza più nascosta, che riescono a smuovere dubbi e domande anche dove si credeva di avere solo certezze.
Daniele viene aiutato nella sua crescita dai suoi nuovi amici, fratelli, che lo guidano e lo consigliano e sono luci nel suo percorso di rinascita, luci sul mondo che credeva impresso di scetticismo e impotenza e che vede ora colorato qua e là di speranza – “che tu possa un giorno tornare su questa terra, Alessa’”.
Al di là dell’ovvio
Non solo si parla di pazienti, Tutto Chiede Salvezza mostra il lato ospedaliero, la quotidianità dei medici che lavorano in reparto; la loro fragilità, il loro essere umani. Si denuncia la scarsa qualità del sistema sanitario e l’inefficienza che obbliga i pochi lavoratori presenti a turni anche massacranti.
Si mostrano le condizioni in cui si trovano spesso gli ospedali, la tensione che l’avere poco personale porta, tra pazienti e infermieri. Tutto Chiede Salvezza chiede, appunto, salvezza anche per il lato nascosto ma alla luce del sole di chi ha a che fare tutti i giorni con questa realtà alle volte soffocante, alle volte gratificante.
Tutto chiede salvezza, sì o no?
Assolutamente sì. Tutto Chiede Salvezza scorre veloce, inciampa solo nell’ovvia storia d’amore con Nina (Fotinì Peluso) che per forza deve rientrare secondo le norme del cinema Netflix, ma che tutto sommato fa da piacevole cornice a un tema pesante e tutt’altro che semplice da affrontare e che nonostante ciò viene analizzato brillantemente, senza eccedere mai nelle banalità romanzate. Gli attori sono ammalianti, profondi, la trama non banale e dall’happy ending che lascia un sorriso sincero.
Tutto Chiede Salvezza è decisamente un sì, una nota poetica in un mondo che, forse, di poetico qualcosa conserva ancora, al di là della vista.
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