Piove. Alla fila per ritirare gli accrediti stampa non c’è nessuno. Per chi è abituato a vivere il Festival nel pieno della sua attività, una giornata come questa è fuori dal comune. Si respira l’aria dei preparativi, ma non solo. C’è qualcosa in più. Un qualcosa dato dal fatto che questa edizione della Mostra del cinema di Venezia è stata, per molto tempo, incerta. Incerta la possibilità di organizzarla, incerta la sua realizzazione, incerto il programma, incerta la presenza di un pubblico.
I mesi passati hanno coinvolto, seppur in maniera diversa, tutti gli ambiti della nostra vita. E così è stato anche per lo spettacolo e per il cinema. Tra l’interruzione delle riprese e la prolungata chiusura delle sale – con il conseguente slittamento dell’uscita di film più e meno attesi – il settore cinematografico ha vissuto un periodo di difficoltà, dal quale inizia forse solo ora, a piccoli passi, a riprendersi. E Venezia77 vuole essere soprattutto questo: una ripresa, un messaggio di speranza, la dimostrazione di una ripartenza possibile, nella consapevolezza dell’importanza dell’esserci.
Le accuse di mancanza di cautela o di presunte manie di protagonismo lasciano il tempo che trovano. I conti si faranno alla fine, ma l’organizzazione di un evento come la Mostra, nelle condizioni attuali, richiede un’attenzione che molto probabilmente non mancherà, non fosse altro che non ce lo si può permettere.
Un’edizione unica
Sia per chi non era mai stato al Lido, sia per i veterani dell’accredito, questa edizione del Festival sarà una prima volta. Nell’aria si respira una fragranza data dalla combinazione di curiosità, eccitazione e inevitabile timore. Ma chi ha scelto di essere qui, lo ha fatto per una sola e semplice ragione: il cinema. E, nonostante i red carpet un po’ spogli di grandi star, nonostante i fotografi a distanziamento di sicurezza, nonostante l’esperienza della sala con igienizzanti e mascherine, di cinema, a Venezia77, ce ne sarà tanto. Tante pellicole italiane (tra cui il film di apertura Lacci e quattro titoli in concorso); tanti artisti esordienti; tante donne talentuose. Un cinema che, forse, non avrebbe trovato spazio se messo all’angolo dalle imponenti produzioni hollywoodiane che, in altre edizioni, avevano inevitabilmente monopolizzato l’attenzione tanto del pubblico, quanto della maggior parte dei media.
Non mancheranno, comunque, alcuni nomi altisonanti, soprattutto grandi artiste: Cate Blanchett presidente di giuria; Regina King in veste di regista con One Night in Miami; Frances McDormand protagonista di Nomadland; Tilda Swinton Leone d’oro alla Carriera e diretta da Pedro Almodóvar nell’attesissimo The Human Voice.
Quest’anno, anche NPC Magazine ha scelto di essere presente al Festival, che si terrà dal 2 al 12 settembre, muovendoci tra proiezioni e conferenze stampa come gli acrobati del bellissimo manifesto, realizzato, anche per questa edizione, da Lorenzo Mattotti. Forti di una grande curiosità, imprecisate aspettative, voglia di farsi sorprendere e immutato entusiasmo, vi racconteremo ciò che accade a Venezia77 dentro e fuori dalla sala, nel tentativo, parafrasando il direttore della Mostra Alberto Barbera, di farci del bene, facendo bene al cinema.
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