Oggi sarebbe stato il centoventesimo compleanno di Walt Disney. Se si fosse trattato di qualcun altro, forse fare questo tipo di calcolo non avrebbe avuto senso. Ma, dato che si parla di uno dei padri della fantasia di tante generazioni, pensare ad un suo centoventesimo compleanno non è poi così assurdo.
Possiamo immaginarcelo come uno dei suoi personaggi: un vecchio saggio pronto a dispensare preziosi consigli, ma ancora capace di entusiasmarsi e felice, ogni volta, di tornare bambino.
In occasione del suo centoventesimo compleanno, quindi, cerchiamo di indagare l’innegabile forza di ciò che ha creato e che, senza esagerazioni, l’ha reso immortale.
Delle tante generazioni di cui si diceva all’inizio, ci concentreremo in particolare sulla fascia di coloro che oggi hanno tra i venti e i trent’anni: millenials e genZ, quindi diversi in tante cose, ma uniti in un solo coro al sentire le parole “è una giostra che va“.
Nostalgia canaglia
Quando, circa due anni fa, venne annunciata la nascita della piattaforma Disney+, sapevamo perfettamente dove, ogni mese, sarebbero finiti 6,99 euro dei nostri risparmi. La merce acquistata? Intrattenimento genuino inzuppato di dolci lacrime alla nostalgia (che noi tra i venti e i trenta troviamo particolarmente gustosa).
Quindi eccoci lì, davanti ai nostri PC: solo uno username e una password ci separano dal sempiterno sogno di ritornare bambini. Perché, nonostante l’offerta della piattaforma sia in grado di far ingelosire qualsiasi altro servizio di streaming, noi, come attratti dal melodioso canto di Ariel, scorriamo in basso: titoli del momento? No; Marvel? Magari dopo; Documentari? Non è per questo che siamo qui… Eccoli: Classici. La spada nella roccia, Il re Leone, Gli Aristogatti, Robin Hood, Mulan, Tarzan…
Ora rimane solo una domanda: da dove cominciare?
Film “per tutti”
È vero: guardando i film Disney si torna bambini. Tuttavia, ahimè noi, bambini non lo siamo più. E sebbene questo fatto dell’essere cresciuti si porti con sé qualche scocciatura (Peter Pan ci aveva avvisati), un pizzico di innocenza in meno può dare alla visione di alcune pellicole un interessante valore aggiunto.
Solo guardando Lilo e Stitch da “grandi” si può apprezzare il riferimento che fa la protagonista quando, davanti a un suo disegno, spiega all’amico che quell’opera appartiene al suo “periodo blu“.
Allo stesso modo, dopo qualche anno di esperienza, assumono improvvisamente senso le parole di Tockins che, quando la Bestia gli chiede un consiglio su un regalo per Bella, gli risponde: “Ci sono le solite cose: fiori, cioccolatini, promesse che poi non manterrete…“
Potrebbero bastare questi due esempi per convincere gli scettici a concedersi un sano rewatch.
È bello pensare che, per i film Disney, la categoria “Film per tutti” voglia dire anche questo: film che è possibile guardare e riguardare, a qualsiasi età, perché hanno sempre qualcosa da regalare.
Spazio al nuovo Walt Disney
Sia chiaro, però: abbiamo passato i vent’anni, ma non siamo ancora al punto di dire “si stava meglio quando…”. Quella, per ora, è ancora prerogativa dei nostri nonni.
Perciò, proprio come fanno i giovani, abbiamo accolto con piacere ed entusiasmo le novità portate dalla Pixar – entrata nella famiglia Disney nel 2006. Un’evoluzione prima di tutto visiva, che, con l’evolversi delle tecnologie, ha significato un naturale passaggio. Passaggio avvenuto, però, senza strappi, ma con un’armonia che ha mantenuto intatta la magia.
Perciò, potrete ancora oggi trovarci al cinema, in fila davanti alla cassa che vende i biglietti per Encanto. Così come non siamo mancati alle proiezioni dei divertenti Frozen (e Frozen 2), del filosofico Inside Out, del commovente Coco. Per non parlare dello scorso Natale in lockdown, addolcito da pandoro e Soul.
Preferiamo, invece, non esprimerci riguardo ai tanto discussi “classici rivisitati“: il Natale si avvicina, e non vogliamo creare fazioni che nemmeno l’apprendista stregone di Fantasia 2000 potrebbe rappacificare.
Il viaggio nell’imaginifico universo Disney, quindi, continua. E, tra rewatch e nuove uscite, non mancheremo di farvi sapere cosa si prova a guardare i film della propria infanzia una volta passati i quaranta.
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