Westworld, l’acclamata serie sci-fi prodotta da HBO, torna con una quarta stagione su Sky Atlantic da lunedì 4 luglio alle 21:15, mentre su NOW e Sky On Demand sarà disponibile sempre di lunedì ma dalle 6 del mattino. Dove eravamo rimasti e cosa aspettarsi dai nuovi episodi? Ecco perché Westworld ha ancora un posto nel nostro palinsesto.
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Westworld, dove eravamo rimasti e dove siamo diretti
Dopo gli eventi dell’ultima stagione, un mondo nuovo è sorto a causa di una serie di rivolte tese a ribaltare un Sistema ordinato da una spietata Intelligenza Artificiale, Rehoboam. Una fragile alleanza tra androidi ribelli e umani, stanchi della routine e reietti dalla società, ha vinto, lasciando dietro di sé un umanità con nuovo potere , quello della Scelta. Ma dopo sette anni da quei disordini, William (o quello che ci sembra il William delle stagioni precedenti) ha in mente un progetto su larga scala e farà che nessuno, replicante o umano, ostacoli i suoi piani.
Nel nuovo mondo i protagonisti della passata rivoluzione sono in allerta e non fanno in tempo a prendere fiato o a rifarsi una vita che vengono visitati dagli emissari armati di William. Maeve e Caleb s’incontrano di nuovo e partono per una nuova missione. Christina, una scrittrice o meglio una game designer con le sembianze di Dolores Abernathy, cerca di scrivere una storia che abbia un lieto fine, in un mondo che divora tragedie violente e carnali; presto verrà visitata e seguita da strani individui che la stalkerano violentemente e raggiunta da vecchie conoscenze.
Una macchina produttiva ben scritta e oliata
La caratteristica di Westworld è la sospensione e il mistero, due elementi che spesso vengono sottovalutati e poco usati in molte produzioni televisive e cinematografiche odierne. HBO rimane fedele al suo spirito e al suo pensiero narrativo grazie Lisa Joy e Jonathan Nolan, fratello del celebre Christopher e autore delle sue sceneggiature.
Ritroviamo facce conosciute, come Aaron Paul, Thandiwe Newton, oltre al versatile regista e attore Ed Harris, che incarna una versione malata e corrotta dell’imprenditorialità americana di stampo capitalista. Evan Rachel Wood cambia ruolo e destabilizza lo spettatore abituato ad un personaggio più ambiguo e affascinante che cede la scena, per ora, a uno più sottotono e meno machiavellico del precedente. Si aggiungono al cast Ariana DeBose, fresca di premio Oscar con West Side Story e grande attrice di Broadway, e Aurora Perrineau, attrice giovane già vista in Pretty Little Liars e When They See Us.
Il rapporto complicato tra umanità e perfezione e i nuovi orizzonti
La nuova stagione di Westworld è stata battezzata come “The Choice” ovvero la Scelta. La decisione ha un ampia e misteriosa serie di interpretazioni: vediamo che i protagonisti sono di fronte a delle scelte che possono sovvertire tutto quello che per cui hanno lottato e creduto e scelgono sempre in base al bene che loro possono portare alla loro comunità o specie.
Christina, che cura i personaggi secondari o gli NPC delle sue esperienze virtuali, sceglie di raccontare una storia bella con un lieto fine e lo fa per uno scopo personale di apparente benessere un pò come la sua controparte ideale, martire della rivoluzione, che voleva liberare i suoi simili e ricreare un mondo bello e perfetto per loro.
Maeve viene interrotta nel suo cammino interiore alla scoperta dei suoi nuovi poteri e decide di allertare Caleb che deve decidere se rimanere a vegliare sulla sua nuova famiglia o intraprendere una missione per scoprire ed eventualmente impedire a William di portare a termine il suo nuovo piano. William o meglio il nuovo William ha una nuova arma in grado di controllare a distanza la mente umana che s’insinua nel corpo e permette di manipolare come burattini i suoi avversari.
William o ciò che ne rimane non renderà affatto facile la missione di Maeve e Caleb e presto vedremo, come preannunciato nella scena post credits del finale della terza stagione, il suo cambiamento e chi è il possibile artefice e mandante del suo piano machiavellico.
Nuovo umanesimo e rinnovati misteri
I primi quattro episodi di Westworld 4 dovrebbero definire e riporre al centro i grandi temi della serie. Il pilot promette una serie labirintica, nella ricerca di significati profondi, ma più riflessiva ed emotiva, seppur non manchi di momenti densi di azione.
L’introduzione di nuovi elementi sussurrati da protagonisti secondari come la Torre non fa che aumentare il senso del mistero e della ricerca o della nuova lotta che dovranno intraprendere i protagonisti contro un nemico che può destabilizzare i rapporti e il nuovo ordine in nome di un utopico mondo superiore o di liberare i propri simili da una specie diversa dalla loro.
Westworld è per gli amanti dei rompicapo costruiti secondo uno scontro di armonia e caos, in una cornice post moderna e fantascientifica che immagina utopie e ucronie possibili. Tutto sotto magnifiche e sontuose cover orchestrali di canzoni pop e in un design che varia da un ambiente bianco e asettico a uno più sporco ed esagerato. Si passa dai giorni nostri agli anni 30, o all’epoca del Far West. Bisogna però tenere particolarmente attenzione ai dettagli per non perdersi in questo labirinto che conduce a varie porte per nuovi mondi. Basta scegliere.
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