Shekhar Kapur, regista e attore nato in Pakistan, ci presenta una piacevole commedia dal titolo What’s love got to do with it? vincitrice del premio Ugo Tognazzi alla Miglior Commedia durante l’ultimo Festival del Cinema di Roma. La pellicola sarà disponibile nelle sale italiane a partire dal 16 marzo 2023.
Come Shekhar Kapur ci racconta l’amore in What’s love got to do with it?
“Cuocere a fuoco lento e poi bollire”
proverbio pakistano sull’amore usato nel film
Scena prima. Si apre il sipario sulla città di Londra; Zoe (Lily James) e Kazim (Shazad Latif) sono da sempre vicini di casa in un tranquillo quartiere residenziale della capitale britannica. Lei, ragazza inglese, è una regista in carriera con una passione per i documentari, e lui, ragazzo inglese di origini Pakistane, ha intrapreso la carriera dil medico ed è molto legato alla sua famiglia e alle sue radici.
Zoe e Kazim sono i due protagonisti di What’s love got to do with it? e nella prima scena del film si rincontrano dopo tanto tempo durante un matrimonio, ed è proprio questa l’occasione che porta i protagonisti a confrontarsi su tematiche quali amore e intimità sotto una lente più adulta.
Seguendo due punti di vista
Amore e intimità sembrano avere per i due ragazzi declinazioni pratiche diverse: se il pensiero della ragazza è stretto nella morsa delle app d’incontri, l’approccio di Kaz è più legato alle tradizioni e alla famiglia, soprattutto all’usanza del matrimonio assistito, un concetto verso il quale lo spettatore ha una visione che il film scardina in parte, approfondendo una pratica che non si conosce realmente del tutto.
What’s love got to do with it? si chiede quindi, in maniera più ampia, cosa sia l’amore, che nel film ci sembra essersi perso tra due estremi: dalla mancanza di controllo caratterizzata da una passione travolgente, passando per un sistema di regole che fanno parte di una tradizione, fino ad arrivare alla ricerca di una via di mezzo che ci suggerisce un equilibrio tra pressioni e aspettative che, seppure appartenenti a diverse culture, sono le medesime.
What’s love got to do with it? declina quindi questi temi seguendo i punti di vista di due culture diverse, senza dare giudizi o dichiarare preferenze, mostrando invece lati negativi e positivi di entrambi i punti di vista.
La fine è un messaggio di integrazione, più che rinuncia o ribellione della propria cultura, dove integrazione significa accettazione di ciò che è diverso, poiché Kaz è cresciuto in Inghilterra e oltre alle tradizioni Pakistane ha fatto sue anche quelle che lo legano alla terra dove è cresciuto.
La ricchezza culturale e la celebrazione del Pakistan in What’s love got to do with it?
“Il film è una lettera d’amore al Pakistan”
Jemima Khan, sceneggiatrice
E da Londra voliamo in Pakistan, più precisamente nella città di Lahore. What’s love got to do with it? proprio come afferma la sceneggiatrice, che ha vissuto diversi anni nel paese, è una celebrazione ai colori, le tradizioni, gli usi e i paesaggi del Pakistan.
La pellicola ci mostra tutte le sfumature dell’Oriente. Le scene delle danze tradizionali sono coinvolgenti ed efficaci, i colori degli abiti e la loro preziosità sono esaltate da precise inquadrature che guardano al dettaglio.
Il regista ci porta con sé anche nei bazar Pakistani, dove si vede l’artigianato e la passione di chi ci lavora. E dai bazar alle celebrazioni festose ed inclusive, fino ad una scena che pone l’attenzione su un canto d’amore tipico Pakistano, che mette sicuramente i brividi per la sensazione che lascia a chi lo ascolta.
Cosa altro c’è dietro la telecamera?
Dietro la macchina da presa oltre all’amore vissuto in maniera differente, la celebrazione dei costumi Pakistani, c’è anche la tematica delle costrizioni sociali ed infine l’ironia.
Il dramma del fast food amoroso si consuma davanti agli occhi della protagonista che pensa di essere meno apprezzata se non in compagnia di un uomo, una pressione sociale che lei vede negli occhi della madre. E poi c’è la solitudine dell’indipendenza. Oltre a ciò c’è anche la capacità di fare autoironia, ironia e di divertire lo spettatore dando degli spunti di riflessione e una possibilità di immedesimazione.
What’s love got to do with it? È in ultima battuta un film godibile, con spunti di riflessione interessanti ed in grado di metterci di buon umore.
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