White Plastic Sky ci porta in futuro lontano dove il pianeta diverrà arido e l’umanità sarà costretta a prendere delle misure drastiche: le città saranno protette sotto enormi cupole bianche e per coltivare del nutrimento si useranno i corpi dei cittadini che hanno superato la soglia dei 50 anni. Verrà iniettato un seme che li trasformerà in alberi situati in serre sotterranee.
Nora, la giovane moglie del dottor Stefan Kovacs, ancora afflitta dalla perdita di un figlio, si sottopone all’insaputa del marito e prima del limite d’età a un programma di volontariato per farsi impiantare il seme che la trasformerà in un essere vegetale utile per la causa. Il marito cercherà di strapparla dalla piantagione e insieme cercheranno di estrarre il seme per ritardare la metamorfosi e trovare una soluzione alternativa che preveda meno sacrifici per la razza umana e salvaguardi il loro amore.
White Plastic Sky, pellicola d’animazione distopica presentata alla sezione Encounters della Berlinale e in concorso al Torino Film Festival, è una visione originale del futuro dallo stampo ecologista del duo di registi ungheresi Tibor Bánóczki e Sarolta Szabóche che riprendono le tematiche filosofiche dei romanzi di Stanislaw Lem e della mitologia greca.
White Plastic Sky e i suoi eroi futuri dal retrogusto contemporaneo
Il futuro non è così roseo ma neanche così dark come lo si vede in questo film: infatti i toni chiari della fotografia e della color si scontrano con i volti scuri e i discorsi poco rassicuranti dei protagonisti che lottano per un obiettivo più grande di loro.
Stefan, prima molto accondiscendente nei confronti del sistema, sfiderà le regole per salvare sua moglie a tutti i costi: solo che nel suo viaggio troverà Nora profondamente cambiata e che ha sviluppato una simbiosi con la vegetazione con la quale può comunicare, offrendo una nuova strada per l’evoluzione umana.
I personaggi sono portatori di ideali che sono in netto contrasto gli uni con gli altri ma condividono lo spirito di conservazione e ribellione di un umanità ancora in grado di avere una scelta e di provare un amore in grado di metterli in crisi e compiere atti di coraggio e d’accettazione della realtà.
Più che una storia sulla scia della distopia, la cui base è 2022: I sopravvissuti, White Plastic Sky è una corsa contro il tempo di un uomo profondamente innamorato della sua compagna che vuole rimettere in discussione il suo rapporto con lei: sebbene ci sia un distacco da parte della donna, lui imparerà a non imporsi sulle sue scelte ma ad accettare le sue decisioni ed essere pronto per ricominciare un nuovo viaggio accanto a lei.
White Plastic Sky, l’animazione per adulti intelligente e filosofica
Il paesaggio è brullo, deserto e devastato dall’aridità e dalla stessa vegetazione da cui l’uomo cerca di sopravvivere: nella città e nelle piantagioni è tutto pulito, controllato ed estremamente tecnologico mentre nelle rovine del vecchio mondo sono memori degli errori di sperimentazione dell’uomo sull’ambiente e pieno di cinema e stazioni abbandonate dove ci si può cullare nei ricordi di una realtà analogica meno algida e fredda di quella futuristica.
L’immaginazione dei due autori ha creato questa storia d’amore, realizzata con l’animazione 3D, con la quale hanno curato in maniera particolare le texture degli alberi che hanno una parvenza della pelle umana o animale, e quella tradizionale attraverso la tecnica del rotoscoping, la stessa di Apollo 10 e mezzo, che è una parabola transumanista che riflette e spera in un futuro che sia meno freddo e sterile ma che permetta più alternative e uso di un intelligenza emotiva che possa salvare noi e l’ambiente in cui viviamo.
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