Che cosa si è disposti a fare pur di denunciare l’oppressione alla quale si è costantemente sottoposti a causa del colore della propria pelle? È questo il tema principale di Nickel Boys (I ragazzi della Nickel, in italiano), lungometraggio d’esordio di RaMell Ross, fotografo e documentarista di successo, disponibile su Prime Video dal 27 febbraio. Nel cast Ethan Herisse, Daveed Diggs, Brandon Wilson, Aunjanue Ellis, Hamish Linklater e Fred Hechinger.
Nickel Boys, di che cosa parliamo
Presentato in anteprima come film di apertura di Alice nella città lo scorso ottobre 2024, Nickel Boys è tratto dal romanzo, basato su eventi reali scritto da Colson Whitehead, I ragazzi della Nickel, premiato con il Premio Pulitzer per la narrativa. Il lungometraggio, ambientato nella Florida degli anni Sessanta a segregazione razziale, ruota attorno alla storia di Elwood (Ethan Herisse) un giovane afroamericano perspicace e brillante che, mentre si sta recando al college nella quale è stato accettato, si ritrova coinvolto suo malgrado in un reato che lo condurrà alla Nickel Academy, un riformatorio che nasconde oscuri segreti. Qui farà la conoscenza di Turner (Brandon Wilson), un giovane detenuto con il quale instaurerà un rapporto di amicizia profondo.
Nickel Boys, il potere della narrazione
Candidato a due Premi Oscar (Miglior film e Miglior sceneggiatura non originale) e amatissimo dalla critica, Nickel Boys è una storia di amicizia, lotta e oppressione raccontata in modo peculiare. Nonostante il regista RaMell Ross sia alle prime armi nel mondo della fiction al cinema, decide di utilizzare un modello di narrazione desueto e poco sfruttato nel campo della settima arte, per donare una nuova e unica prospettiva della vicenda: la regia in soggettiva. Lo spettatore, infatti, segue la storia dal punto di vista dei due protagonisti, con una regia che decide volutamente di alternare lo sguardo dei due personaggi principali.
Nonostante questo metodo sia innovativo e ricco di potenziale, all’interno di Nickel Boys fatica a trovare il suo spazio e a sfruttare tutte le sue potenzialità, donando allo spettatore una regia confusa e caotica; soprattutto quando la camera è montata sul corpo dell’attore, si fatica a capire da che punto di vista stiamo guardando le vicende raccontate e invece che empatizzare di più con le quanto mostrato, si è portati a estraniarsi.
Anche se questo stratagemma è stato in parte utilizzato per evidenziare quanto il personaggio in questione, sia nel caso di Elwood sia in quello di Turner, si senta estraniato da quanto accade intorno a lui, automaticamente anche lo spettatore prova le stesse sensazioni, penalizzando una storia importante e di una certa rilevanza.
Nickel Boys, il rapporto tra Elwood e Turner
Ispirato ad eventi realmente accaduti, Nickel Boys racconta una delle pagine più oscure e terribili della storia americana, al centro del quale permane un’unica questione, quella razziale. Le persone nere, proprio in quegli anni, hanno affrontato sfide e pregiudizi e l’unico modo per poterli combattere era proprio quello di unire le forze. Forza motrice di questo lungometraggio è, per tale motivo, il rapporto di amicizia fraterno che si sviluppa naturalmente tra i due protagonisti, Elwood e Turner.
I due, che si conoscono all’interno dell’ambiente tossico della Nickel Academy, imparano a darsi forza a vicenda, facendo affidamento l’uno sull’altro per affrontare le numerose difficoltà quotidiane. Il rapporto che si instaura tra Elwood e Turner è alla base di Nickel Boys e delle vicende che saranno fondamentali per lo smascheramento del riformatorio e di quanto accade nelle sue mura, lontano da occhi indiscreti. L’amicizia tra i due ragazzi è un sentimento puro e totalizzante, che i due sperimentano proprio in un momento della loro vita nel quale ne hanno maggiore bisogno.
Nickel Boys, in breve
Nickel Boys, nel suo complesso, è ricco sia di elementi positivi -come il fatto che sta portando alla luce una storia spesso dimenticata-, sia di elementi negativi, come la sensazione di estraniazione troppo forte che lo spettatore prova soprattutto nella prima parte del lungometraggio. Nonostante questo il lungometraggio rimane valido e credibile, una storia di amicizia e resilienza tra le più belle raccontate negli ultimi anni.
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