Pelé di Michael Zimbalist: la recensione del film

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Il film Pelé: Birth of a Legend, diretto da Michael Zimbalist e Jeff Zimbalist, è un biopic del 2016 che racconta l’ascesa del calciatore più iconico della storia del Brasile e, per molti, dell’intero panorama calcistico mondiale. La pellicola si concentra in particolare sul periodo dell’infanzia e adolescenza di Edson Arantes do Nascimento, meglio conosciuto come Pelé, culminando con la sua consacrazione mondiale durante i Mondiali del 1958 in Svezia, all’età di appena 17 anni.

Nel complesso il film, seppur con qualche semplificazione narrativa, riesce a restituire la portata simbolica e umana del campione brasiliano. È un omaggio alla forza del talento e alla determinazione, ma anche una riflessione sulla capacità dello sport di unire e ispirare. Un’opera pensata non solo per gli appassionati di calcio, ma per chiunque creda nel potere trasformativo delle passioni.

La pellicola, prodotta da Imagine Entertainment e distribuita da IFC Films, si avvale di una buona ricostruzione storica e scenografie efficaci, capace di offrire un’immagine completa della realtà di quegli anni. La colonna sonora e la fotografia contribuiscono a evocare l’atmosfera di un’epoca in cui il calcio cominciava ad assumere una dimensione globale, sospinta dalla passione popolare e dalla narrazione mediatica. Il giovane attore Kevin de Paula interpreta Pelé con energia, pur senza raggiungere profondità drammatiche particolarmente marcate.

Un racconto di formazione calcistica e personale

Il film si sviluppa come un classico racconto di formazione, ambientato in un Brasile postcoloniale ancora segnato da povertà e disparità sociali. Pelé cresce in un contesto difficile, in una famiglia umile, e coltiva il sogno di diventare un calciatore professionista, sostenuto in particolare dal padre, ex giocatore, che lo incoraggia a credere in sé stesso e a non rinunciare alla propria identità.

L’opera cinematografica mostra anche l’influenza dello stile di gioco “ginga”, basato su movenze fluide, quasi danzanti, derivato dalla capoeira, che Pelé fu capace di trasformare in un’arma tecnica contro le più strutturate selezioni europee. Questo aspetto, rappresentato con una certa enfasi visiva e narrativa, diventa simbolo dell’identità brasiliana e del riscatto sociale attraverso lo sport.

Sport, cultura e fenomeno di massa

La pellicola si inserisce in un contesto più ampio in cui lo sport si dimostra essere fenomeno di massa, coinvolgendo milioni di persone, sia come spettatori che agonisti, in migliaia di discipline, fino a diventare protagonista del mondo dell’arte e della cultura. I contesti sono i più diversi: e vastissima l’offerta delle app e siti di news, è ampio il panorama delle scommesse sportive online, sono numerosi i film, documentari e serie a tema sportivo. Lo sport, per questa ragione, non è solo intrattenimento o competizione: è anche cultura, arte e industria. Ne è testimonianza la vastissima produzione cinematografica, letteraria e musicale a tema sportivo. Esistono app, siti e riviste che lo raccontano da ogni angolazione, così come un vasto mercato legato al mondo delle scommesse sportive online, che segue con attenzione eventi e atleti. In questo scenario, le biografie filmiche di figure come Pelé contribuiscono ad alimentare l’immaginario collettivo e a tracciare i confini simbolici dello sport come elemento identitario.

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