A distanza di poco meno di un anno dal rilascio della settima stagione, Élite, l’acclamata serie televisiva spagnola, è arrivata su Netflix il 26 luglio scorso con l’ottava e ultima stagione della serie. Composta da 8 episodi, Élite 8 vede nel cast Omar Ayuso, Andre Lamoglia, Gleb Abrosimov, Mirela Balié, Ane Rot, Nuno Gallego, Fernando Lindez, Valentina Zenere e il ritorno di Mina El Hammani nei panni di Nadia, volto storico della serie.
Élite, la chiusura (arrivata in ritardo) di un’era
La scuola è quasi giunta al termine, e per i protagonisti di Élite è tempo di dedicarsi allo studio per gli esami e pensare ad un futuro senza più il liceo. Ecco, quindi, che tra i corridoi della prestigiosa Las Encinas arriva la proposta del Club Alumni, associazione fondata da ex studenti del liceo e capitanata dai fratelli Emilia (Ane Rot) e Hector (Nuno Gallego) Krawietz, che promettono un futuro roseo fatto di successi ed eccessi. Il tutto prende una piega molto differente quando uno degli alunni diventa l’ennesima vittima, facendo di Emilia ed Hector i principali sospettati della vicenda.
Tra successi e insuccessi, sempre più numerosi rispetto ai primi, Élite si rende finalmente conto che è ora di mettere la parola fine ad un’era durata più del previsto. Ecco che arriva la traballante ottava stagione, che altro non fa che mettere in evidenza tutti i lati negativi di una serie che ha smesso di funzionare da tempo. Trama quasi inesistente, personaggi piatti e senza identità, buchi nella sceneggiatura che ormai si faticano a contare, sono questi gli ingredienti principali di una serie che non riesce più a catturare l’attenzione del suo pubblico, e non funge nemmeno più da “guilty pleasure’’.
Élite 8, che cosa non ha funzionato
La trama sembrava avere le stesse caratteristiche di sempre: un misterioso omicidio, nuovi personaggi, eccessi, ostentazione della ricchezza. Ma quindi, che cosa non ha funzionato? Élite 8 ha dimostrato, come già avevano accennato le precedenti stagioni, che non basta ripetere la stessa formula per avere successo e le caratteristiche abituali non sono servite per salvare ciò che ancora poteva essere considerato salvabile. Élite 8 funge più da “minestra riscaldata’’, un qualcosa scritto unicamente per dare una fine a quella che era diventata con il tempo una delle serie di punta di Netflix. Ma non è riuscita nell’intento.
I nuovi personaggi e la nuova tematica principale, ossia l’esclusivo Club Alumni e i suoi segreti, non hanno giovato di un giusto spazio e la loro storia è stata raccontata troppo frettolosamente e in malo modo. Non è bastato nemmeno il ritorno di Nadia, interpretata da Mina El Hammani, sorella di Omar (Omar Ayuso) e volto amatissimo della serie, a donare brio ad una stagione che nel suo complesso risulta piatta e priva di una scrittura originale e audace.
Squadra che vince non si cambia
Élite e le sue otto stagioni sono davvero l’emblema del “squadra che vince non si cambia’’, perché dal momento in cui i vecchi e amati volti del cast originale hanno abbandonato la serie, niente è stato più come prima. Il tutto sottolineato dalla poca cura data ai nuovi personaggi, soprattutto a partire dalla quarta stagione, dimostratosi sempre piatti e poco accattivanti, oltre al fatto che alcuni di loro sono stati dimenticati in fretta e sostituiti immediatamente da altri altrettanto dimenticabili.
Ecco, quindi, che Élite 8 mette finalmente la parola fine ad un racconto che si protraeva da troppo tempo, e che da troppo tempo necessitava di una chiusura.
Attenzione agli spoiler!
Chiusura che è emblematica di per sé, perché arriva proprio grazie ai personaggi di Omar e Nadia, quasi come se la parola fine a questa storia la scrivano proprio loro. La scena finale chiude definitivamente un cerchio, con una scena della prima stagione che viene riproposta qui ma a ruoli invertiti.
Élite 8 non fa altro che confermare che, sì, solo le prime tre stagioni funzionano davvero.
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