Disponibile su Disney+ dal 3 ottobre scorso, Hold your breath è il nuovo lungometraggio thriller/horror diretto da Karrie Crouse e Will Joines. Distribuito da Hulu, il film è stato presentato in anteprima nel mese di settembre al TIFF, e vede nel cast Sarah Paulson nel ruolo della protagonista Margaret, Amiah Miller, Annaleigh Ashford, Alona Jane Robbins ed Ebon Moss-Bachrach.
Hold your breath, la paura del reale
Oklahoma, anni ’30. Tutto il territorio degli Stati Uniti si trova nella morsa delle terribili Dust Bowl, fortissime tempeste improvvise di sabbia che hanno causato siccità, e di conseguenza, povertà per la maggioranza delle famiglie contadine del Paese. Tra queste famiglie troviamo quella di Margaret Bellum (Sarah Paluson), una donna che vive da sola insieme alle sue due figlie Rose (Amiah Miller) e Ollie (Alona Jane Robbins) e che, mentre suo marito si è allontanato in cerca di fortuna, deve badare e mandare avanti la loro fattoria. Ma non tutto va nel verso giusto; Margaret è convinta di essere perseguitata da un’entità malvagia.
Cosa succede se quando vai a dormire sei perseguitata da incubi, e quando ti svegli capita altrettanto? È questa la domanda che Margaret, protagonista di Hold your breath, si pone costantemente e alla quale non sembra trovare una risposta. Partendo da un evento realmente accaduto, un evento che si può facilmente paragonare a una vera e propria pandemia, Hold your breath indaga la paura del reale, raccontando la storia di una donna tormentata dalle paranoie e dalle sue più grandi paure. Ma se fossero proprio queste paranoie a limitare la vita di Margaret e di chi la circonda?
Il sottile confine tra realtà e immaginazione
La Margaret di Sarah Paulson non riesce a vivere, per questo prova a trovare rifugio nei sogni, durante la notte, ma nemmeno questo la aiuta. I suoi sogni sono infatti diventati la proiezione stessa di quello che vive nella realtà, circostanza che porta molta confusione all’interno della donna che non riesce più a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.
Ecco quindi che le sue paranoie più grandi diventano terreno fertile per le sue paure che accrescono a mano a mano che la confusione di Margaret aumenta, e rendendo un vero inferno la vita di lei e di chi la circonda. Un confine tra realtà e immaginazione che diventa sempre più labile fino a scomparire del tutto.
Fa parte dell’immaginario anche la leggenda del “Grey Man’’, l’uomo che vive nella polvere e che si insinua così nelle fessure dei muri e delle porte, entrando nelle case a portare scompiglio. Una leggenda che per la protagonista tanto leggenda non è, e che immediatamente si trasforma in un pericolo e in una minaccia. Adesso non sono solo le tempeste di sabbia che causano scompiglio, ma anche ciò che si nasconde dentro di loro. L’arrivo di Wallace Grady (Ebon Moss-Bachrach), un predicatore in cerca di aiuto nella sua fattoria, non fa altro che aumentare in Margaret il senso di angoscia e ansia costante.
Hold your breath, un horror buono ma prevedibile
Se si guarda però a Hold your breath nella sua complessità è impossibile non notare alcuni difetti. Il lungometraggio, nonostante sia un horror dalle premesse ottime e riesca a coinvolgere il suo pubblico, rimane pur sempre un film di genere molto prevedibile. La breve durata, consona al genere, non aiuta e porta molte questioni di trama a essere risolte n breve tempo o a essere accantonate a favore di altre.
Sarah Paulson è perfetta nei panni di una protagonista tormentata e paranoica, dona ancora una volta un’ottima interpretazione, una delle migliori componenti del lungometraggio. Nonostante la storia di Hold your breath sia prevedibile, è proprio grazie alla bravura dell’attrice che il pubblico riesce ad immedesimarsi in Margaret, entrando nella sua testa, arrivando a domandarsi cosa sia reale e cosa sia, invece, immaginazione. Sicuramente non un horror imperdibile, ma ugualmente coinvolgente.
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