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House of the Dragon 2, la Danza dei Draghi è davvero iniziata?

6 minuti di lettura

A distanza di quasi due anni dal rilascio della prima stagione e dopo un finale grandioso che aveva posto le basi per un qualcosa di grande, House of the Dragon è tornata quest’anno con l’attesissima seconda stagione, in Italia distribuita da Sky Atlantic. In parte basata sul romanzo Fuoco e Sangue di George R. R. Martin, la serie prequel di Game of Thrones vede tornare nel cast Emma D’Arcy, nei panni della protagonista Rhaenyra Targaryen, Matt Smith, Olivia Cooke, Rhys Ifans, Steve Touissant, Eve Best, Fabien Frankel, Harry Collett, Tom Glynn-Carney, Ewan Mitchell e Phia Saban.

House of the Dragon 2, fuoco e sangue (più o meno)

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Dopo la morte di Re Viserys (Paddy Considine) le tensioni non hanno fatto altro che crescere tra le due fazioni principali: i “Neri’’, ossia coloro che sostengono l’erede al trono Rhaenyra Targaryen (Emma D’Arcy), e i “Verdi’’, sostenitori di suo fratello Aegon (Tom Glynn-Carney). Mentre le due fazioni si preparano alla sanguinosa guerra interna alla loro casata, e che porterà uno di loro ad accaparrarsi il Trono di spade, gli equilibri sono sempre più fragili e le alleanze e le sicurezze sempre più a rischio.

Sono passati quasi due anni da un finale di stagione esplosivo e incalzante che aveva acceso gli animi dei fan e non aveva fatto altro che accrescere un’attesa che sembrava estenuante. Per questo la seconda stagione di House of the Dragon aveva quasi l’obbligo di fare meglio della sua impresa precedente, e portare finalmente sul piccolo schermo quello che tutti attendevano di più: la Danza dei Draghi.

House of the Dragon 2, pur essendo nel suo complesso una buonissima stagione, degna di poter essere chiamata tale, non solo decide di rimandare battaglie e scontri all’ultimo sangue alla prossima stagione, ma si prefigura come un ulteriore passaggio volto a porre le basi di uno dei conflitti più significativi dell’universo del Trono di spade.

House of the Dragon 2, l’introspezione regna

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House of the Dragon 2 prosegue quanto messo in scena dalla prima stagione ma ne amplifica la sua portata. Se la prima stagione aveva il compito di presentare i vari personaggi, questa ha il compito di analizzarli a livello psicologico. Questa volta, infatti, l’introspezione regna sovrana e la psicologia di tutti i personaggi è analizzata sotto vari piani, ciascuno importante a modo suo. Analizzarli su diversi aspetti risulta estremamente importante per poter permettere allo spettatore di raggiungere un maggiore livello di empatia con loro, e con le ragioni che li porta a compiere determinate azioni.

Ecco, quindi, che le scene di azione vengono surclassate da scene più intime e di un impatto emotivo maggiore. Personaggio emblematico sotto questo punto di vista è senza dubbio quello di Daemon Targaryen, interpretato da Matt Smith, che in questa seconda stagione risulta parecchio sottotono sul piano dell’azione. Seppellisce inaspettatamente l’ascia da guerra e compie un viaggio alla ricerca di sé stesso che risulta però eccessivo nei confronti della storia stessa, risollevandosi, anche se troppo tardi, solo nel finale di stagione. Medesimo discorso con l’Aegon di Tom Glynn-Carney, che si ritrova ad affrontare sfide più grandi di lui, che, a differenza di quanto accaduto con Daemon, lo rendono uno dei personaggi più riusciti di questa stagione.

Tutti devono scegliere

“All must choose’’ ossia “Tutti devono scegliere’’, è questo il motto che ha accompagnato la seconda stagione di House of the Dragon. Variabile che si è mostrata nel corso di tutti gli episodi. Otto episodi che mostrano in tutto e per tutto le ragioni che portano ciascuna fazione a compiere le loro azioni, estreme e non, compresi i loro errori che li portano ad ottenere vittorie e sconfitte. Il binomio Rhaenyra e Alicent Hightower (Olivia Cooke) funziona ancora, e il loro rapporto risulta ancora il più importante per la riuscita della storia, il capostipite del gioco di alleanze e tradimenti che è scaturito dalla fine della stagione precedente.

House of the Dragon 2 risulta quindi essere nient’altro che una stagione preparatoria, dove l’azione è surclassata da tensioni palpabili, alleanze e strategie che man mano vanno a formarsi. Nonostante ciò, i colpi di scena non sono mancati, così come alcune sequenze dominate dalla tensione; un ritmo calante ma mai in quantità minime, con una stagione che ha regalato alcuni degli episodi più belli di tutta la serie (impossibile non menzionare la quarta e la settima puntata). Intanto la terza stagione – già confermata per il 2026 – entrerà in produzione per l’inizio del 2025, mentre la quarta (e ultima) è stata ufficializzata da poco. Il conto alla rovescia per la Danza dei Draghi è appena cominciato.


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Rebecca, classe 2000. Scrivo da che ne ho memoria e da ancora più tempo guardo film. Ho troppi film preferiti, sono innamorata del cinema in tutte le sue forme, vorrei vivere all'interno di una sala cinematografica e aspetto il Festival del cinema di Venezia come fosse Natale.

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