Da lontano, Milano appare grigia e ordinaria, tra i palazzoni periferici e un cielo perennemente nuvoloso. Gollum, il narratore, vive in questo ambiente e l’apatia della città penetra fino alle sue ossa: incapace di parlare, l’unico modo che trova per esprimersi è attraverso i graffiti sui muri della città. Questo finché non incontra i protagonisti de La Storia del Frank e della Nina, uno dei racconti di formazione più sinceri e innovativi mai prodotti in Italia. Con l’arrivo degli altri due attori nella trama, la vita di Gollum, così come il film stesso, si riempie di colori e vitalità.
La Storia del Frank e della Nina, un arcobaleno di colori
Un giorno Gollum incontra il Frank. Nonostante l’enigma che lo circonda, i due diventano subito amici. Il Frank è un lettore appassionato e Gollum scrive con le sue bombolette le frasi intriganti che il Frank gli regala. La vita di Gollum sembra bella adesso, ma non è completa, perché deve ancora incontrare la Nina. La Nina da giovane è stata sposata da un bruto soprannominato Il Duce e da allora non può uscire di casa. Ma le è rimasta la passione per la fotografia. Gollum è stupito dai ritratti di Nina, in cui trova una sincera bellezza. Ma questa non è la storia di Gollum. Questa è La Storia del Frank e della Nina.
La Storia del Frank e della Nina è stato presentato a Venezia 81 nella sezione Orizzonti ed uscirà in sala il 3 ottobre 2024. Il prodotto di Paola Randi si è subito presentato come diverso: tra tante narrazioni serie e cupe, la regista ha scelto di raccontare una storia colma di tematiche complesse con leggerezza e delicatezza.
Altro fattore per cui La Storia del Frank e della Nina si contraddistingue è la fotografia. La visione di Milano, o comunque della vita di Gollum come cupa, è resa attraverso una semplice strategia: il film alterna momenti di bianco e nero con sequenze a colori. Frank e Nina portano una nuova ondata di emozioni nella vita di Gollum, che, per la prima volta, inizia a percepire i colori, proprio come lo spettatore.
Questa soluzione visiva è tenuta per tutto il racconto de La Storia del Frank e della Nina, facendo comprendere anche come non siano i singoli individui a colorare la vita l’uno dell’altro, ma la collaborazione tra loro. Solo quando i tre si comportano come un team la vita si può arricchire di mille sfumature.
Un bizzarro trio di artisti che diventa famiglia
Il tema più importante che La Storia del Frank e della Nina tratta è probabilmente l’idea di famiglia ritrovata. I tre protagonisti provengono da situazioni familiari difficili, talvolta anche piene di abusi e violenze. L’idea che il film porta avanti è che i rapporti familiari, possono essere troncati quando necessario, così come ricostruiti. Ma la vera famiglia è quella che si sceglie: Gollum, Frank, Nina e la figlia neonata di quest’ultima sono un nucleo assestante, bizzarro, ma che alla fine funziona e dona a tutti serenità e felicità.
Questo concetto è ulteriormente rinforzato quando lo spettatore scopre finalmente chi sia il misterioso Comandante, personaggio spesso nominato da Frank. Arrivati a casa sua, i protagonisti e il pubblico si sentono accolti in una dolce coccola: per la prima volta durante La Storia del Frank e della Nina ci si sente veramente al sicuro. Presa fuori contesto, la scena a casa del Comandante, potrebbe sembrare un qualsiasi pomeriggio in una normale famiglia.
Il significato della scena è diretto, ma lo si può anche stratificare: il personaggio del Comandante è interpretato dal noto animatore Bruno Bozzetto. Così, questa scena di vita quotidiana ci comunica che la sicurezza per questi ragazzi deriva anche da ciò che sanno fare meglio: essere artisti. Gollum ha trovato la sua voce attraverso i graffiti. Frank ha scoperto ciò che sapeva fare meglio grazie alla letteratura. Nina è riuscita ad evadere dalla realtà abusiva di tutti i giorni grazie alle emozioni catturate dalle sue foto. In questo senso, Bozzetto è il grande patriarca di questa famiglia di artisti: li accoglie dalla strada, dona loro un luogo dove riposare e dove essere liberi di esprimere il proprio talento.
La Storia del Frank e della Nina, un racconto per le generazioni
La regia del film è semplice e la storia lineare, ma il film di Paola Randi si allontana dai soliti racconti di formazione. Soprattutto, ripudia con forza la necessità di raccontare le città italiane sempre nello stesso modo: per la prima volta Milano non è stereotipata. Il film guarda alle realtà limitrofe delle periferie, piuttosto che del centro. I tre personaggi non sono presi dalla tipica frenesia della vita milanese, ma vivono con i loro ritmi. La Storia del Frank e della Nina è una brezza d’aria fresca che dà la possibilità di guardare oltre, verso questa Milano per tutti, specialmente per i sognatori.
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