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Winter Boy – Le Lycéen, un coming of age struggente e delicato

5 minuti di lettura

Presentato in anteprima al Festival di Toronto, in concorso al Festival di San Sebastián e fuori concorso al Festival di Torino, Winter Boy – Le Lycéen è ora approdato nel catalogo MUBI. Il nuovo film di Christophe Honoré si è aggiudicato una candidatura ai Premi César 2023 nella categoria Miglior promessa maschile grazie all’ottima interpretazione del suo protagonista Paul Kircher.

La figura paterna: il ruolo e la dedica

Honoré interpreta il padre del protagonista, un personaggio fondamentale per lo svolgimento del film sebbene appaia in un’unica scena. Lo stesso film che, una volta terminato, vede la dicitura “à mon père”. La figura paterna in qualche modo crea e muove la storia, la modella seguendo l’importanza di un punto di riferimento affettivo, per poi farla crollare sotto il peso della sua assenza.

La famiglia Ronis, composta dal protagonista Lucas, dal fratello Quentin (Vincent Lacoste) e dalla madre Isabelle (Juliette Binoche), si ritrova travolta dagli eventi – sconvolta dal lutto ma legata indissolubilmente – unita in abbracci in un teatro di macerie. I Ronis cantano e sorridono con gli occhi gonfi di lacrime nel tentativo di non perdere la gioia per un avvenimento, né la speranza tra gli strascichi della tragedia.

È qui che il ruolo incontra la dedica, dove la tristezza diventa un obiettivo e il lutto viene lentamente elaborato.

L’elaborazione del lutto attraverso la sessualità

winter boy

In Winter Boy i personaggi usano gli sguardi per parlare nei silenzi, per esprimere una sopportazione del dolore che si trasforma in abitudine. Ogni personaggio va avanti a modo suo, cercando di far tesoro di quello che la vita gli riserva, fluttuando tra nuovi eventi e percorsi, ma con un occhio sempre puntato alla mortalità. Per Lucas la liberazione dai pensieri tribolanti passa dall’espressione della sessualità. Honoré non utilizza l’omosessualità per drammatizzare ulteriormente la storia (come spesso accade in questi casi); egli la delinea con naturalezza, in modo autentico ed efficace, per ritrarre accuratamente il vigore delle emozioni contrastanti che vivono nel corpo del protagonista.

Le scene di passione sono filmate elegantemente, tanto che perfino i rapporti occasionali sembrano colmi di profondi sentimenti tra le persone coinvolte, in sequenze di nomi non detti e mani che si sfiorano fino a congiungersi.

Winter Boy, la figura materna tra forza e dolore

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In Winter Boy il personaggio della madre è spesso defilato, celato come i sacrifici genitoriali agli occhi dei figli. Un dolore nascosto dal sorriso di chi deve essere forte, una figura mossa dall’amore materno che regge una famiglia a pezzi. Juliette Binoche si afferma come una vera leggenda del cinema francese, nonché una delle migliori attrici contemporanee al mondo. L’interprete parigina valorizza ogni scena in cui è presente: ogni espressione, ogni sorriso, ogni lacrima rappresentano la potenza recitativa di chi è in grado di rendere più emozionante qualsiasi frame in cui appare.

Nella scena finale il film si trasforma, le immagini diventano parole e la figura materna si libera di ogni peso, lasciando cadere il velo d’amore protettivo, palesando quindi forza e dolore. Il tema della mortalità si ripresenta, ma lo fa con la leggerezza di chi ormai non si illude più, di chi non rimugina su quel che è stato e su quello che poteva essere.

Winter Boy è un film delicato e struggente, toccante senza eccessive drammatizzazioni e sensazionalismi. Un coming of age profondamente drammatico che finisce letteralmente con un bacio e un sorriso. Il lutto sconfitto dall’amore, dalla rassegnazione, dall’abitudine che diventa sollievo, e infine dal sorriso di chi ha la forza di andare avanti nonostante tutto.


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Classe 1997, appassionato di cinema di ogni genere e provenienza, autoriale, popolare e di ogni periodo storico. Sono del parere che nel cinema esista l'oggettività così come la soggettività, per cui scelgo sempre un approccio pacifico verso chi ha pareri diversi dai miei, e anzi, sono più interessato ad ascoltare un parere differente che uno affine al mio.

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