La cosa bella delle corse è che guidi tu e hai potere assoluto su ogni particolare, senza dover spiegare a nessuno. Per me è il massimo. Fare un film è molto più stressante
Da questa citazione estrapolata da un’intervista fatta all’attore si evince molto del carattere e delle passioni di Rowan Atkinson. Nato il 6 gennaio 1955 a Consett, in Inghilterra, Atkinson ha fin da subito dato sfogo alla propria genialità (non solo attoriale).
Comico, sceneggiatore, produttore cinematografico, collezionista di auto d’epoca e anche pilota, si è laureato in ingegneria elettrotecnica alla Newcastle University e al Queen’s College di Oxford. Ha esordito in radio nel 1979 con il programma The Atkinson People e nello stesso anno in televisione in Not the Nine O’Clock News per poi trovare il successo mondiale nel 1990 con la creazione dell’indimenticabile Mr. Bean, al quale ha detto addio nel 2021 (affermando comunque di voler continuare a partecipare all’interno nella serie animata in qualità di doppiatore).
Sconosciuto è il lato avventuriero dell’attore britannico. Nel 2011 ha partecipato alla Mille Miglia guidando una BMW d’epoca, ha sventato molteplici volte la morte proprio a causa di incidenti automobilistici e nel 2001 ha evitato una tragedia prendendo il comando di un aereo privato in Kenya.
I 32 anni di Mr. Bean, l’ultima catastofre di Rowan Atkinson
Mi auguro che Mr. Bean sia molto lontano dalla mia vera personalità! È così egocentrico da vivere in una bolla tutta sua, non si relaziona col resto del mondo.
Queste sono le parole (non di miele) con le quali Mr. Bean viene apostrofato da Rowan Atkinson. L’intramontabile personaggio surreale, maldestro e tanto sfortunato ha ormai compiuto 32 anni, e da quasi un anno ha ormai appeso al chiodo il suo inconfondibile competo marrone e il tenerissimo Teddy, l’immancabile orsetto di peluche compagno di mille avventure.
Mr. Bean, che oramai continua la sua carriera soltanto attraverso la serie animata, si è reso protagonista di una grande fetta della storia cinematografica e televisiva contemporanea britannica. Dal ’90, infatti, egli ha preso parte a due lungometraggi, Mr. Bean – L’ultima catastrofe (1997) e Mr. Bean’s Holiday (2007), a una fortunatissima serie televisiva e, appunto, a una serie animata iniziata nel 2002.
Il solitario personaggio inglese, che cita volontariamente il Monsieur Hulot del grande Jacques Tati, grazie alla sua comicità (cinematograficamente parlando) primitiva e un po’ malinconica, mai banale e mai solamente comica, e grazie alla sua semplicità narrativa, è riuscito ad entrare nella memoria collettiva, rendendo incredibilmente iconiche una semplice giacca marrone, una banale cravatta rossa e una bruttissima utilitaria color verde smorto.
Non sa cos’è la paura. Non sa cos’è il pericolo. Non sa proprio nulla!
Johnny English (2003)
Basta questo per descrivere l’altro grande personaggio creato da Atkinson, ovvero Johnny English; l’agente segreto inglese sbadato e inetto che in qualche modo riesce sempre e comunque a cavarsela.
Parodia di un’altra saga cinematografica ben più famosa, ovvero quella di 007, Johnny English è apparso per ben tre volte sul grande schermo Johnny English (2003), Johnny English – La rinascita (2011) e Johnny English colpisce ancora (2018), riscuotendo sempre un discreto successo al botteghino, ma senza mai riuscire a lasciare il segno sul pubblico.
Articolo di Lorenzo Fiorentino
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