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Sei pellicole erotiche imperdibili: di spiaggia e passione

7 minuti di lettura

La componente erotica si annida nei particolari. In Corruzione a due voci Carlo Castellaneta scrive che «ci sono corpi che conservano, anche nel nudo, una loro impermeabilità, un’astrattezza, come ricoperti da un involucro inviolabile. Altri che invece offrono, scoprendo il solo avambraccio o una spalla, uno spettacolo indecente, una proposta impudica».

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Il cinema, che dei corpi si nutre dis-velando i contorni, è l’arte che più si presta a quest’operazione ‘in dettaglio’, capace di sfruttare le potenzialità del proscenio lavorando sulla costruzione di un certo immaginario. Ne derivano scelte mirate, in cui il senso comune si salda a visioni d’autore variamente conturbanti.

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L’irruzione dell’eros in spiaggia è, in tal senso, uno dei miti più ricorrenti, declinato in forme che seguono lo spirito dei tempi e i motivi di genere. Proponiamo sei pellicole erotiche in grado di esemplificare al meglio quest’impasto di fantasie ed elaborazione artistica, con l’avvertenza di non considerare tale lista una classifica di qualità.

«Da qui all’eternità» (1953)

sei pellicole erotiche

Emblema della capacità del cinema di porsi come diffusore d’immagini e miti, Da qui all’eternità costituisce il grado zero del racconto sull’amore ‘in armi’. Ambientato alle Hawaii, pochi giorni prima dell’attacco giapponese, il film segue le vicende umane e sentimentali dei militari statunitensi, tra cui spicca quella del sergente Warren (Burt Lancaster), innamorato dell’infelice moglie del capitano Holmes, Karen (Deborah Kerr).
La scena del bacio tra i due, carezzati dalla spuma delle onde, si è impressa nell’immaginario come simbolo di passione, un inaspettato «fuoco dei sentimenti» che non conosce epoche.

«Agente 007 – Licenza di uccidere» (1962)

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Ursula Andress – bikini, capelli bagnati e due conchiglie in mano – esce da un cristallino mare delle Antille canticchiando per osservare il suo bottino marittimo, a sua volta scrutata dagli occhi indiscreti dell’Agente 007, qui interpretato da Sean Connery. Il film è Agente 007 – Licenza di uccidere e l’attrice si guadagnerà, con questa scena velatamente erotica, un posto d’onore nell’Olimpo delle Bond Girl. Una scena che – senza nulla di eccessivamente esplicito, grazie al solo sguardo filmico di Terence Young – riesce a catturare un fascino estivo, naturale: un erotismo leggero e da sogno.

«Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto» (1974)

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Pellicola dal successo internazionale, ultima della celebre triade di Lina Wertmüller con Giannini e Melato, Travolti da un insolito destino passa in rassegna i temi più caldi del decennio Settanta, sollevando il velo d’ipocrisia che pervade (ancora) ogni classe sociale. Il marinaio comunista Gennarino (Giancarlo Giannini) subisce dalla «bottana industriale» Raffaella (Mariangela Melato) ogni tipo d’angheria. Quando lo yacht naufraga, lasciando i due su un’isola deserta, la situazione si ribalta mediante l’istituzione di un ‘nuovo’ rapporto di potere, basato sul paradigma patriarcale di sesso e possesso.
Il ritorno sulla terraferma ristabilirà, amaramente, l’ordine ‘naturale’ delle cose.

«Laguna blu» (1980)


Laguna blu, girato sulle spiagge giamaicane, si colloca a pieno titolo tra i cult erotici ambientati sulla spiaggia. Richard (Cristopher Atkins) ed Emmeline (Brooke Shields), due giovani studenti, si ritrovano su un’isola deserta che fa da sfondo alla loro crescita umana e sessuale, portata a compimento senza la guida di figure adulte. Il film si snoda tra avventura e amore adolescenziale, suspense e panorami dai tratti biblici. I due ragazzi vengono presentati come novelli Adamo ed Eva, a contatto con la natura e – ça va sans dire – con i propri istinti.
La pellicola fece scandalo per l’interpretazione dell’allora quattordicenne Brooke Shields.

«Lucía y el sexo» (2001)

Pellicola di lancio per Paz Vega, Lucía y el sexo si carica di simbolismi non sempre acuti, annaspa tra flashback metanarrativi e disegna – tra il grottesco e l’eccesso – un panorama di rimandi arcani variamente ri-elaborati. La storia di passione tra Lucía (Paz Vega) e Lorenzo (Tristán Ulloa) è restituita attraverso una moltiplicazione di piani che scomoda il panismo inghiottendo lo spettatore, perso tra mille rivoli e incessanti scene d’amore al limite dell’hard. C’è voyeurismo, un’erezione al ralenti, sesso masturbatorio e volutamente sovraesposto.
Per paradosso, la scena più memorabile resta quella tramata di un erotismo sottotraccia, in cui Lorenzo, nudo e coperto di fango, invita Lucía a stendersi accanto a lui sulla sabbia, dando vita a un gioco di carezze e sguardi che vale più di mille eccessi.

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 «Y tu mamá también» (2001)

Un viaggio on the road verso una spiaggia che, forse, nemmeno esiste. Due giovani ragazzi che vogliono ammaliare una donna. Un itinerario verso la crescita, la conoscenza di sé, la ricerca dell’età adulta. Tra i vari temi, anche quello del sesso e della comprensione dei suoi significati: i due protagonisti, Julio (Gael García Bernal) e Tenoch (Diego Luna) imparano con Luisa (Maribel Verdú) – figura guida – che la sessualità nasconde qualcosa di profondo e adulto, ben al di là dei semplici giochini cui sono abituati.

Articolo di Ginevra Amadio e Dalila Forni


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