C’è un termine inglese che negli ultimi tempi, nel fantastico mondo di internet, è un po’ sulla bocca di tutti: cringe. In uno dei suoi soliti geniali post sui social, l’enciclopedia Treccani ha tradotto questo termine con l’espressione, coniata dal filosofo Tonino Griffero, di vergogna vicaria. Si tratta di quel sentimento – che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo provato – di vergognarsi per chi non prova vergogna. Ecco, se cercassimo un’espressione per descrivere tutto quello che al momento sappiamo su Sotto il sole di Riccione, nuovo film Netflix prodotto in associazione con Mediaset in uscita l’1 luglio e diretto da YouNuts!, soggetto di Enrico Vanzina e colonna sonora di Tommaso Paradiso, ecco – dicevamo – l’espressione più adatta per parlarne sarebbe proprio questa: cringe.
Il teaser di Sotto il sole di Riccione, rilasciato da Netflix il 28 maggio scorso, si apre con un gruppo di adolescenti che, in una spiaggia di Riccione (surrealmente affollata, visti i tempi attuali), giocano a obbligo o verità. Le solite cose che si fanno a 15 anni, insomma: un ragazzo – che ricorda vagamente Billy di Stranger Things – per obbiligo deve baciare un altro ragazzo ma ci tiene a puntualizzare che «fra no no no! con la lingua no!». La bottiglia riprende a girare e arriva il turno di un altro ragazzo, biondino con gli occhiali e aria vagamente intellettuale. Sceglie verità. L’amico Billy-di-Stranger-Things decide allora di porgli una di quelle domande che lasciano senza scampo e riaprono gli armadi in cui sono custoditi tutti gli scheletri: «sei innamorato bro?». Al biondino-intellettuale sparisce il sorriso. Un’ombra si allunga sul suo viso. Musica anni ’80. Stacco.
Il binomio obbligo-verità scandisce il susseguirsi dei frame di Sotto il sole di Riccione scelti per il teaser. La ragazzina che convince l’amica a mettere un like tattico al ragazzo di cui è cotta, il ragazzo che a sua volta non si risolve a scriverle e ha bisogno dell’amico che gli intima «vuoi scriverle, cazzo?» (che, poi, chissà se c’è la virgola o no), il biondino-intellettuale che chiede all’anziano mentore se si è mai innamorato, l’anziano mentore che gli risponde che sì, si è innamorato almeno 400 volte ma solo per 5 minuti, poi gente che si butta vestita in piscina, genitori divorziati che s’innamorano tra di loro e girano in Vespa. Insomma, niente che non abbiate già visto con Dawson’s Creek o con The O.C., ma senza la qualità (per gli standard del genere, s’intende) di questi intramontabili teen drama.
Però poi ecco che arriva, inaspettato, il tocco di classe: un «bro sei uscito dalla friendzone fra» malamente soffocato da una risatina. A pronunciare questa magistrale battuta è sempre Billy-di-Stranger-Things, a cui evidentemente è toccato l’ingrato compito di interpretare il ritardato della compagnia. E infine compare lui: Tommaso Paradiso, ultimo eroe romantico. Che poi è forse il vero protagonista del film, il cui titolo – Sotto il sole di Riccione – è tratto pari pari da un profondissimo verso della sua dimenticabile hit Riccione del 2017.
Durante gli interminabili due minuti di durata del teaser, lo spettatore che ha più di 15 anni e un grado di istruzione superiore alla quinta elementare rimane basito. «Ma cosa cazzo sto vedendo?» è l’unico pensiero che riesce ad avere. In sintesi, prova quell’esperienza di vergogna vicaria – o sentimento del cringe – di cui parlavamo. Non può cioè fare a meno di provare vergogna per l’assenza di vergogna. E, in fondo, prova un pizzico di compassione per chi si è prestato a questa sagra del cringe. Un appello a Netflix Italia: con il coronavirus il nostro Paese non ha già sofferto abbastanza? Era proprio necessaria questa ulteriore punizione? Ma soprattutto: quando arriveranno, anche in Italia, produzioni all’altezza?
Un discorso a parte lo merita Tommaso Paradiso. In una recente intervista a Maurizio Costanzo, ha dichiarato di essere un grande appassionato di cinema, di essere innamorato di Federico Fellini, di Michelangelo Antonioni. Ha visto la Dolce Vita una cinquantina di volte! Così – sapendo che sta lavorando a un film di cui è sceneggiatore e regista – sarebbe lecito immaginarsi che tragga ispirazione dai capolavori dei grandi maestri del cinema italiano. E invece no. Come riporta il sito Rockol, infatti,
«Paradiso ha infine rivelato altri dettagli sul film che segnerà il suo esordio come regista: lo ha scritto insieme a Luca Infascelli e Chiara Barzini, già sceneggiatori di “Scusa ma ti voglio sposare”, “Amore 14” e “Scusa ma ti chiamo amore” di Federico Moccia».
Chi era fan del Tommaso Paradiso intimo e straziante di Io non esisto, ma anche di quello stile eighties di Fuoricampo e persino chi lo ha conosciuto solo con Completamente non può che provare un senso di vergogna per la fine che ha fatto. E, soprattutto, per l’assoluta convinzione, senza traccia di vergogna, con cui fa quello che fa. Insomma: pensando a Tommaso Paradiso che diventa il nuovo Moccia, non si può che provare un grande, grandissimo, enorme e sconfinato senso di cringe.
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