Presentato dalla figlia Carolina Rosi e dal regista Didi Gnocchi per la sezione Fuori Concorso alla 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Citizen Rosi esce finalmente nelle sale italiane per riscoprire una pietra miliare del nostro cinema, Francesco Rosi (Napoli, 1922 – Roma, 2015), la cui visione artistica si è sovrapposta in più punti alla Storia del nostro Paese, dando vita a un contributo prezioso che difficilmente potremo dimenticare.
«Citizen Rosi», Il film
Citizen Rosi non è infatti un film sulla storia del cinema ma un resoconto su un inimitabile modo di fare cinema che ha segnato la Storia e che ha raccontato il volto di un’Italia civile e cinematografica, politica e popolare in un insieme di eventi che hanno costellato la quotidianità di un Paese e dei suoi numerosi momenti di crisi. Il film presenta con sguardo analitico i maggiori capolavori di impegno civile di Francesco Rosi, tra cui Salvatore Giuliano, Lucky Luciano, La sfida, Il caso Mattei, Cadaveri Eccellenti e Tre Fratelli attraverso un lavoro curatoriale arricchito da materiale di repertorio proveniente dal mondo della cultura, della giustizia e del giornalismo.
L’impegno civile e intellettuale di Francesco Rosi
Il valore sociale che Citizen Rosi ha per lo spettatore di oggi si nota prima di tutto dal taglio cinematografico dell’opera. In due ore e mezza di filmati, riprese e interviste a magistrati, giornalisti e registi, Rosi non è protagonista indiscusso della scena, ma un testimone, un uomo del suo tempo dotato di un grande spirito di osservazione che, animato da un irreprensibile dovere intellettuale e civile, ha voluto interrogarsi sulla Storia a lui più vicina per rielaborare il passato di un Paese che amava senza riserve. Proprio in nome di questo senso di responsabilità, Francesco Rosi ha inventato un nuovo stile narrativo per un cinema che prima di lui non esisteva. I suoi film nascevano da ricerche e inchieste sulla realtà del Paese: lavorava sui documenti, su “ciò che era noto”. Ha raccontato il potere che corrompe e si corrompe quando si mischia alla criminalità.
«Citizen Rosi», il cinema di Rosi che parla all’Italia di oggi
Come racconta Carolina Rosi, figlia del regista e promotrice di questo progetto di riscoperta ma anche di sensibilizzazione storica e sociale, Citizen Rosi non è un lavoro destinato ai cinefili ma un documento che vuole parlare a tutti e che vuole sfruttare l’eredità lasciata dal cinema del padre per stimolare una riflessione sui noi stessi e sul nostro Paese oggi.
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Questo emozionante progetto fa di Rosi un grande cineasta ma prima di tutto un cittadino, un esempio che ha voluto mettere il proprio mestiere al servizio di un’analisi emozionale e intellettuale affinché il suo cinema avesse anche una funzione sociale. Come ha spiegato sempre Carolina Rosi alla presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, tutti i film del regista napoletano sono stati realizzati a dieci anni di distanza dagli eventi raccontati. L’obbiettivo di Rosi quindi non era quello di riportare un resoconto cronachistico e dettagliato dei fatti, ma piuttosto di offrire una visione ragionata e completa che facesse riflettere e capire con maggior chiarezza i meccanismi dei periodi più bui di questo Paese per poteri poi dare il via a un percorso di ricostruzione e di speranza.
Ci auguriamo che il film possa avere massima diffusione perché rappresenta un commovente monito in un momento storico complesso e confuso in cui oggi più che mai abbiamo disperatamente bisogno di memoria.