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L’amica geniale, dove eravamo rimasti? Il riassunto della serie

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12 minuti di lettura

Dall’Ischia Film Festival alle pubblicità sugli autobus di New York, la Serie TV L’amica geniale, targata Rai Fiction e HBO, due anni fa aveva inaspettatamente appassionato milioni di fruitori della televisione in streaming. Un piccolo miracolo della fabbrica dell’intrattenimento nostrano, che si è guadagnato un posto tra le serie più amate e seguite degli ultimi anni con una forza pari al successo della celebre serie di romanzi da cui è ispirata.

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Novità in arrivo per L’amica geniale – Storia di chi fugge e di chi resta

L'amica geniale riassunto

Dopo una lunga attesa, finalmente la saga delle due amiche Lila e Lenù ritorna con la nuova stagione intitolata Storia di chi fugge e di chi resta, tratta dal terzo libro della saga scritta dalla sempre più misteriosa Elena Ferrante.

Confermate le due attrici protagoniste, Gaia Girace (Lila) Margherita Mazzucco (Lenù) – amatissime dal pubblico e fresche di un’apparizione all’ultima edizione del Festival di Sanremo – che questa volta sono chiamate a vestire i panni di donne ormai mature alle prese con gli imprevisti e le sfide dell’età adulta, cui fanno da sfondo le trasformazioni sociali che appartengono agli anni 70.

Si tratta probabilmente dell’ultima apparizione della coppia Mazzucco-Girace, come scrive 7 Corriere, in quanto le protagoniste di una potenziale quarta stagione avrebbero un’età troppo avanzata rispetto a quella delle due giovani attrici.

Il cambio della guardia si registra invece sul fronte della regia, che passa da Saverio Costanzo (La solitudine dei numeri primi, Hungry Hearts) a Daniele Luchetti (Mio fratello è figlio unico, Lacci). Costanzo rimane comunque tra i principali sceneggiatori della serie, insieme a Francesco Piccolo e Laura Paolucci.

Programmato sapientemente in coda al seguitissimo Festival di Sanremo, Storia di chi fugge e di chi resta conta otto episodi e sarà trasmesso in prima serata per quattro domeniche su Rai 1, restando poi reperibile sulla piattaforma in streaming Rai Play.

Dove eravamo rimasti?

Fedelmente ispirata ai libri di Elena Ferrante, best sellers mondiali, le prime due stagioni de L’amica geniale, ciascuna di otto episodi, ripercorrono l’infanzia e l’adolescenza delle due amiche del rione Luzzati in un mai scontato viaggio di formazione alla scoperta della propria interiorità e alla ricerca del proprio posto nel mondo.

Cosa significa diventare donne e come vivere il rapporto con il proprio corpo? Sembrano queste le domande chiave del coinvolgente climax narrativo che passa drasticamente dalla passione alla violenza, dall’amore alla paura, tutti elementi essenziali che portano in modo diverso le nostre due eroine alla scoperta del rapporto con l’altro e con se stesse.

L’amica geniale, la prima volta sullo schermo

L'amica geniale Elena Ferrante
Elisa Del Genio e Ludovica Nasti in una scena di L’amica geniale

Costellata di pennellate di napoletanità e scandita dall’inconfondibile voce di Alba Rohrwacher in veste di narratrice fuori campo, la prima stagione, girata tra il capoluogo campano e Caserta, vede inizialmente come protagoniste le giovanissime Elisa Del Genio (Lenù) e Ludovica Nasti (Lila) – recentemente apparsa in Mondocane di Alessandro Celli e già definita da qualcuno la “piccola Sophia Loren” – che con talento e spontaneità hanno portato al successo la prima traduzione in chiave televisiva del libro di Elena Ferrante.

Indimenticabile è l’esordio della storia, il cosiddetto “sequestro” delle bambole, un evento nel suo contesto tragico che apre allo scontro/confronto fra le due protagoniste e che continuerà in un avvincente testa a testa per il resto delle loro vite: “quello che fai tu, lo faccio io”.

La vicenda prosegue con l’entrata in scena di Mazzucco e Girace che trasformano L’amica geniale in un racconto fortemente realistico sulla povertà e l’importanza del riscatto sociale, sia raggiunto attraverso l’istruzione o con un fortunato matrimonio.

Il successo di Storia del nuovo cognome

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Una scena tratta da Storia del nuovo cognome

Per lo più ambientato nella radiosa Ischia, Storia del nuovo cognome affronta senza mezzi termini la difficile condizione della donna, sottomessa a una società patriarcale indurita dalla povertà e dall’analfabetismo.

È il caso di Lila, la più ribelle delle due, che si ritrova coinvolta in un matrimonio infelice e violento, vittima del marito Stefano Carracci (Giovanni Amura), figlio del tanto temuto Don Achille, e imprenditore alle prime armi proprietario della salumeria del rione, che aveva promesso alla giovane Cerullo sicurezza e una vita agiata. Dopo la nascita di un figlio, Gennarino, la tragica separazione che porta Lila a lasciare gli agi del nido coniugale per inseguire prima il proprio amato, Nino Serratore, e conquistare faticosamente poi l’indipendenza e la dignità lavorando come operaia nella fabbrica di salumi di Bruno Soccavo.

Dall’altra parte, Lenù porta avanti un brillante percorso di studio, fino alla prestigiosa Scuola Normale di Pisa, continuando a seguire le vicende amorose dell’amica, come spalla o confidente, spesso e volentieri anche come rivale. A confronto delle prime passioni travolgenti che Lila si ritrova a vivere, i successi scolastici sembrano non compensare la solitudine di Lenù e la sua irrefrenabile curiosità per Nino Sarratore, che crede di amare.

Il racconto di formazione, tema chiave de L’amica geniale

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Una scena tratta da Storia del nuovo cognome

Il tema del corpo – efficacemente narrato attraverso esplicite ma mai gratuite descrizioni e altrettante inquadrature – si affianca all’oggetto chiave del libro, arma di emancipazione in nuce che provoca un senso di attrazione e rifiuto nelle due giovani, leitmotiv che le accompagnerà dall’infanzia all’età adulta, dalla passione per Piccole Donne al futuro lavoro di Elena.

Questa stagione, che gode anche della felice incursione di Alba Rohrwacher come regista del quinto episodio, è forse la più amata, in quanto capace di regalare momenti di profonda introspezione e drammaticità, attraverso un linguaggio cinematografico raffinato e allo stesso tempo estremamente spontaneo.

Il momento in cui Stefano osserva la moglie Lila attraverso il vetro smerigliato della porta è uno dei momenti più tesi che raccontano di una violenza non solo fisica ma anche psicologica e che nelle sua resa così sfocata e priva di linearità rimanda al ben noto fenomeno della “smarginatura”, che accompagna Lila da quando è bambina. Momenti crudi si alternano sapientemente a momenti di spensierata gioventù, ambientati in riva al mare, in cui le discussioni sulle ultime letture si alternano a un gelato e a una nuotata.

Di cosa parlerà L’amica geniale 3?

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Storia di chi fugge e di chi resta. Il titolo del terzo libro, divenuto per la Serie TV un più semplice L’amica geniale 3, lascia intuire molto sui futuri avvenimenti che stravolgeranno le vite delle due protagoniste. Lila e Lenù infatti intraprenderanno percorsi di vita e di carriera paralleli destinati però a incrociarsi.

A spiccare il volo infatti è Lenu che attraverso una solida e duramente conquistata formazione scolastica riesce (apparentemente) a fuggire dal rione, in cui ormai la gestione mafiosa dei fratelli Solara detta legge. Il focus si sposta quindi da Napoli all’Italia intera. Sfondo della storia diventa Firenze, insieme a Torino e Viareggio. La passione per lo studio e per la letteratura porta Lenù a pubblicare un libro che nel profondo racconta molto di se stessa e della sua vita privata. Accolto dalla critica e dal pubblico come testo rivoluzionario, la giovane viene letteralmente travolta dal successo che la costringe ad accelerare i ritmi della propria vita, spingendola anche a unirsi in matrimonio con un facoltoso e giovane professore universitario. Anche se resta difficile liberarsi delle passioni del passato…

Il racconto degli anni ’70, tra dimensione pubblica e privata

L'amica geniale fiction

Lo sfondo temporale in cui è ambientata la vicenda gioca un altro fattore importante. L’interesse de L’amica geniale 3 è di narrare attraverso il doppio sguardo delle due protagoniste il complesso e delicato percorso delle donne nell’Italia degli anni 70, mentre Napoli diventa una città industriale e le prime forme di emancipazione femminile iniziano a farsi strada insieme a tematiche come la legge sul divorzio e il sindacalismo.

Per aderire pienamente al periodo storico in questione Daniele Luchetti spiega nelle note di regia lo stile adottato: “Ho utilizzato un processo simile a quello del cinema degli anni 70, con molte riprese in diretta e in esterna. Ho dovuto spiegare agli attori giovani il periodo e motivarli perché non lo conoscevano”.

Le premesse de L’amica geniale 3 confermano la vocazione della trasposizione televisiva della saga di Elena Ferrante: restituire un’incisiva istantanea dell’Italia di ieri e dell’altro ieri, una storia che si conferma essere percepita come universale, in cui i comuni sentimenti di amore e di amicizia si legano ai fatti della Storia del Ventesimo Secolo.


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Nata a Verona 23 anni fa, vive a Parigi per specializzarsi in Museologia all’Ecole du Louvre. Legge in metro i Cahiers du cinéma, va al cinema durante la settimana, anche da sola. Questa estate ha coronato uno dei sogni più grandi partecipando alla Mostra del Cinema di Venezia. Scrive delle ultime uscite in sala, di premiazioni, festival e di tutto il folle mondo che ci ruota attorno.

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