È stato presentato all’ultimo Locarno Festival, nell’agosto 2019, Magari, l’esordio di Ginevra Elkann dietro la macchina da presa. Purtroppo, a causa della pandemia di COVID-19, il film non è mai uscito nelle sale cinematografiche, ma dallo scorso 21 maggio è disponibile su Rai Play.
Storia di una famiglia
Magari racconta la storia di una famiglia spaccata in due attraverso lo sguardo genuino e ingenuo della piccola protagonista, Alma (Oro De Commarque), di otto anni. La bambina, figlia di divorziati, non ha mai visto i suoi genitori insieme e idealizza il loro amore. Vive a Parigi insieme ai fratelli maggiori Sebastiano (Milo Roussel) e Jean (Ettore Giustiniani) e alla madre Charlotte (Céline Sallette), che si è risposata con un uomo di fede ortodossa e ha portato anche i figli a convertirsi.
La svolta avviene dopo pochi minuti dall’inizio del film: Charlotte aspetta un bambino dal nuovo marito, e non sarà una gravidanza semplice, ha bisogno di riposo. Viene deciso che i tre fratelli passeranno le vacanze di Natale e Capodanno in Italia, dal padre Carlo (Riccardo Scamarcio), che non vedevano da due anni.
Leggi anche:
Honey Boy: il film sull’infanzia di Shia LaBeouf
L’incontro è in un primo momento uno scontro, tanto sul piano linguistico – Sebastiano, per esempio, pur capendo l’italiano, si rifiuta di parlarlo e si esprime solo in francese – quanto su quello culturale: Carlo è un aspirante sceneggiatore che, all’alba dei quarant’anni, ha concluso ben poco, e conduce una vita molto diversa da quella cui i suoi figli sono stati abituati dalla madre e dal patrigno. Per di più, nella vita dei tre fratelli entra una figura nuova, Benedetta (Alba Rohrwacher), la nuova compagna di Carlo, che lui presenta dapprima come la sua collaboratrice.
«Magari», un film delicato
Il film, ambientato negli anni Ottanta, affronta diverse tematiche, a partire da quella del divorzio e delle famiglie allargate. Se oggi una percentuale molto alta di bambini ha i genitori separati, quarant’anni fa non era di certo così; questo spiega il profondissimo scombussolamento dei tre giovani protagonisti, reso tangibile dalle loro splendide interpretazioni.
Lo stesso turbamento lo vive anche Benedetta, che si ritrova, senza averlo messo in conto, parte di una famiglia allargata. Tenta di intessere un rapporto con Alma, Sebastiano e Jean, che non sono figli suoi ma che non percepisce più come dei perfetti sconosciuti. Tenta anche di reprimere il suo senso di inferiorità in presenza di Carlo, che deriva dal dubbio che lui continui a preferirle la ex moglie.
Leggi anche:
Figli, Mattia Torre ci ha liberato dalla famiglia Mulino Bianco
Magari è inoltre fortemente incentrato sul desiderio dei protagonisti di trovare il proprio posto nel mondo, a un’età in cui a volte ci si scontra con gli adulti di riferimento, ma si ha ancora bisogno della loro approvazione. Provano tutti e tre un bruciante desiderio di sentirsi liberi e grandi, pur essendo ancora dei bambini.
Ginevra Elkann affronta tutte queste tematiche con un’enorme delicatezza, che fa di questa pellicola un gioiellino nel panorama del cinema italiano degli ultimi anni.
L’addio all’idealismo
Magari è la storia dell’addio di Alma all’idealismo proprio dell’infanzia. Smette, pian piano, di idealizzare una vita che non ha mai conosciuto, e impara a scoprire quanto di bello c’è nel suo presente. Questo graduale addio all’idealismo si concretizza nella scena finale (non faremo spoiler), in cui Alma si ritrova in una situazione un po’ diversa da quanto ha sempre immaginato, ma che si sbilancia a definire «più o meno» la sua idea di felicità. È probabile che lei non se ne renda ancora conto, ma proprio in quel «più o meno» c’è un primo, grande passo per lasciarsi alle spalle l’infanzia.
Seguici su Instagram, Facebook e Telegram per scoprire tutti i nostri contenuti!