Complessa, orgogliosa, intransigente, estrema, amata e odiata, Oriana Fallaci, come la conosciamo oggi, è una delle intellettuali più importanti del 900, una donna che è riuscita a varcare confini e rompere limiti, una giornalista e una scrittrice temeraria e determinata, instancabile ma anche difficile, soprattutto negli ultimi anni, quando la sua figura e il suo pensiero diventano sempre più controversi, in disaccordo con tutti, orfana di partiti o colori politici, solitaria. La prima parte della vita e della carriera di Oriana Fallaci è raccontata nella serie Miss Fallaci, andata in onda su Rai Uno e ora disponibile su Rai Play.
Miss Fallaci, giornalista
La carriera di Oriana Fallaci inizia molto presto, quando non ancora trentenne si occupa di cinema nella redazione dell’Europeo, è in questo periodo che compie il suo primo viaggio negli Stati Uniti, esperienza che replicherà varie volte, fino al trasferimento definitivo a New York. In una di queste trasferte incontra e intervista gli astronauti e i tecnici della NASA, la fascinazione per lo spazio e le iniziative statunitensi saranno una costante per Fallaci che realizzerà anche diversi libri, Se il sole muore del 1965 e Quel giorno sulla luna del 1970.
È del 1967 il primo reportage di guerra dal Vietnam, Miss Fallaci si occuperà negli anni di diversi conflitti raccontati sia attraverso articoli che attraverso libri, l’esperienza del Vietnam produce Niente e così sia del 1969. È, però, sicuramente la situazione nel mondo islamico e mediorientale la più seguita da Fallacci, per lei quasi un’ossessione affrontata, oltre che in vari articoli, nei libri La rabbia e l’orgoglio, La forza della ragione e Oriana Fallaci intervista se stessa – L’Apocalisse. Sono gli scritti e le dichiarazioni più controversi e difficili di Fallaci, che esprime il suo pensiero non solo sulla situazione mediorientale ma anche sulle dittature, i regimi totalitari e sul fondamentalismo islamico, per lei il definitivo nemico dell’Occidente.
Fallaci, con le sue opinioni molto forti, è stata spesso accusata di essere troppo critica o di non riconoscere le sfumature culturali e politiche di quei paesi, le sue prese di posizioni, però, sono forse spiegabili col rapporto stesso che intrattiene da sempre con la guerra; Fallaci la guerra la vive fin da piccola, quando insieme al padre prende parte alla Resistenza, un’esperienza che la segnerà in maniera rilevante e la motiva ancora di più a odiare ogni tipo di oppressione e autoritarismo.
L’interrogarsi sul potere e su chi lo detiene è alla base del lavoro più conosciuto di Fallaci, le interviste ai potenti della terra, da Henry Kissinger a Golda Meir, da Sandro Pertini all’Ayatollah Khomeini, da Alekos Panagulis, a Muʿammar Gheddafi. Il suo scopo è sempre stato quello di smascherare il vero volto del potere, capire cosa affascina e quali sono le conseguenze del possederlo, ma anche cosa significa combatterlo. Attraverso le sue interviste vuole arrivare alla persona dietro la maschera pubblica e per farlo utilizza uno stile provocatorio, sfidante, mai accomodante mantenendo come unico obbiettivo quello di giungere alla verità, smascherare le ambiguità e le ombre scure del potere.
Miss Fallaci, l’origin story di Oriana
Miss Fallaci, presentata in anteprima alla 19ª edizione del Festa del Cinema di Roma, è lo sviluppo in otto puntate del cortometraggio A Cup of Coffee with Marilyn ideato e diretto da Alessandra Gonnella, vincitore del Corto d’argento per il miglior cortometraggio di fiction nel 2020. Miss Fallaci, prodotta da Minerva Pictures, Redstring e Paramount Television International Studios, è ideata da Alessandra Gonnella e Diego Loreggian e diretta da Luca Ribuoli, Giacomo Martelli e Alessandra Gonnella.
Il racconto inizia nel 1956, Oriana Fallaci, interpretata da Miriam Leone, non ancora trentenne, lavora nella redazione dell’Europeo e si occupa di cinema, anche se la sua aspirazione e il suo obbiettivo è scrivere di politica. Questi anni sono sicuramente la parte della vita di Fallaci meno conosciuta, più sottovalutata rispetto alle grandi imprese degli anni successivi segnati dai reportage di guerra e dalle interviste ai grandi della Terra. La serie è una sorta di origin story della Fallaci passata alla storia, la donna dura, passionale e scomoda che ricordiamo; nella Fallaci portata a schermo cominciano a vedersi i primi segni della donna e della giornalista che successivamente sarà: le sue armi sono la determinazione – per cambiare la propria situazione di donna e giornalista -, l’impegno a farsi valere e rispettare come unica donna in un mondo di uomini, la passione che mette non solo nel suo lavoro ma anche nelle sue relazioni.
Obbligata a occuparsi di cinema e cultura mondana (la politica era un affare per uomini), Miss Fallaci cerca di sfruttare al meglio questa imposizione per cambiare il suo ruolo all’interno del giornale e parte per gli Stati Uniti con l’obbiettivo di intervistare Marilyn Monroe. Non ci riuscirà, ma troverà la propria voce, il proprio stile giornalistico, volgendo una situazione imposta e vincolante in un nuovo punto di partenza; le sue interviste e i suoi reportage hollywoodiani riscuoteranno molto successo, tanto da portare alla pubblicazione del suo primo libro I sette peccati di Hollywood del 1958, con la prefazione di Orson Welles. In questo stesso periodo inizia anche la sua prima relazione, complicata e tormentata, con Alfredo Pieroni, un giornalista corrispondente da Londra; il rapporto si sviluppa tra alti e bassi portando Fallaci a vivere momenti molto duri a cui reagisce in maniera significativa. È il preambolo per ciò che sarà, a partire dalla realizzazione del Sesso inutile del 1961, un’inchiesta sulla condizione della donna nel mondo con un occhio puntato soprattutto sull’Oriente. È a questo punto che termina la serie: qui, Oriana è già diventata la Fallaci.
Miss Fallaci, una serie generalista
Miss Fallaci è, in tutto e per tutto, un biopic. Viene raccontata la storia di una donna famosa in tutto il mondo focalizzandosi sui momenti cruciali, sugli eventi che hanno segnato la sua esistenza. Miss Fallaci è anche, come detto, l’origin story di Oriana Fallaci, la storia di come Oriana Fallaci diventa Oriana Fallaci, come arriva a essere la giornalista dal successo internazionale, la scrittrice di libri importanti e acclamati, come è stato possibile, per lei, arrivare dove è arrivata.
Miss Fallaci è, infine, una serie consapevolmente realizzata per andare in onda sulla tv generalista, rivolta, quindi, a un pubblico ampio e trasversale. Non troveremo grandi sconvolgimenti o una tecnica registica e narrativa caratterizzata da originalità creativa, la serie resta sempre fedele a un tono medio, ma questo, ovviamente, ha il merito di arrivare a tutti, parlare a chiunque.
La narrazione è strutturata in maniera adeguata: i primi quattro episodi sono dedicati al suo soggiorno negli Stati Uniti, tra New York e Hollywood, e alla sua esperienza con i divi del cinema, ci si concentra sul suo metodo di lavoro e sul successo ottenuto dagli articoli da lei realizzati; gli episodi cinque e sei riguardano, invece, soprattutto la sua relazione con Pieroni con il conseguente aborto spontaneo e un tentativo di suicidio (sono episodi rivolti soprattutto all’intimità di Fallaci, al lato più personale e, infatti, il lavoro giornalistico è messo in secondo piano). Negli ultimi due episodi di Miss Fallaci, invece, assistiamo a un flash back importante ai suoi anni di bambina e alla sua esperienza con la guerra, l’occupazione nazista e la Resistenza, per poi tornare nel presente e assistere alla rinascita finale di Fallaci che riprende in mano le redini della sua vita e inizia una nuova fase che corrisponde ai suoi viaggi e spostamenti per la realizzazione del Sesso inutile.
Tutti gli avvenimenti raccontati sono proposti in maniera tale da sottolineare l’importanza che hanno rivestito per lo sviluppo futuro della donna e della giornalista, esposti attraverso un tono oggettivo e mai pietistico. Era facile realizzare una narrazione che puntasse l’attenzione sull’eccezionalità di questa donna che emerge in un mondo di uomini, ma, fortunatamente, questo non avviene; certo si sottolinea l’insofferenza di Fallaci per il modo in cui era strutturata la società e per il modo in cui le donne vivevano e venivano trattate, ma questo non viene mai fatto in una maniera enfatica o gratuita. Il punto, forse, più debole è proprio il personaggio di Fallaci, che fatica a emergere per quella che ricordiamo, ruvida e intransigente. A concorrere a questa rappresentazione sono sia la recitazione che la scrittura stessa del personaggio che sembra smussato, addolcito appositamente per essere portato in scena su Rai 1.
Miss Fallaci è una serie che non ha velleità artistiche, resta fedele a sé stessa proponendo un racconto lineare il cui scopo è semplicemente mettere in scena la storia di una donna che prima di ogni cosa si considerava una giornalista. Se la sua permanenza su Rai Play le permette di arrivare a un pubblico diverso da quello della televisione, allora l’obbiettivo può dirsi raggiunto, quello di portare questa storia anche a chi già non conosceva Fallaci e magari instillare la curiosità di recuperare i suoi scritti, che siano di narrazione come Un uomo, il romanzo del 1979 dedicato ad Alekos Panagulis, o Penelope alla guerra del 1962, in cui è ancora la tematica femminile a essere centrale, ma anche le sue raccolte di interviste, forse davvero il lavoro centrale di Fallaci, Intervista con la storia del 1974 e Intervista col potere, pubblicato postumo.
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