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Scary stories to tell in the dark

Scary stories to tell in the dark, un dolcetto del terrore

5 minuti di lettura

Cosa raccontare al buio? Una bella storia dell’orrore, naturalmente. E questo è Scary stories to tell in the dark, un’avvincente storia horror. Diretto da André Øvredal, regista che abbiamo già conosciuto in Autopsy, con l’aiuto di Guillermo del Toro alla sceneggiatura e alla produzione, prende vita l’adattamento cinematografico dell’omonima serie di libri per ragazzi firmata Alvin Schwartz.

I Piccoli Brividi di Del Toro

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1968. Mill Valley. La notte di Halloween si avvicina e i nostri protagonisti, Stella, Auggie e Chuck, il classico gruppetto di nerd, decide di vendicarsi del bullo della città con uno scherzo disgustoso. Per sfuggire alla sua prevedibile vendetta, i tre si rifugiano in un drive-in a bordo dell’auto di Ramon, un ragazzo di passaggio e con un segreto alle spalle, che si troverà a vivere una terribile avventura con i suoi nuovi amici.

Per festeggiare Halloween nel modo migliore, i nostri eroi decidono di entrare nella casa maledetta della città dove si narra che aleggi lo spirito di Sarah, una ragazza segregata dalla famiglia che raccontava storie dell’orrore ai bambini, i quali facevano sempre una fine terribile. Stella, aspirante scrittrice, trova il libro maledetto dei racconti di Sarah. Comincia allora, la loro storia dell’orrore.

Raccontami una storia

scary stories to tell in the dark

«Le storie possono guarire, ma possono anche ferire.»

Il nostro film inizia così, ricordandoci l’importanza delle storie che ci permettono di misurarci con i mostri, quelli che stanno nella realtà del mondo degli adulti. In questa macro-storia, sono racchiuse poi altre storie più piccole, quelle dei personaggi: c’è chi è stato abbandonato dalla madre e porta con sé il senso di colpa, chi vorrebbe vivere una vita libera, ma è intrappolato dalla società, chi è innocente, ma agli occhi di tutti, colpevole.

In Scary stories to tell in the dark di storie ce ne sono molte e che prendono tutte ispirazione dal genere dell’horror classico del folklore americano, dove ritroviamo, ad esempio, uno spaventapasseri vendicativo, un’invasione di ragni e uno spezzatino di carne composto da strani ingredienti.

Scary stories to tell in the dark: molto più di un racconto horror

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Scary stories to tell in the dark è una pellicola semplice, ma ben fatta, quasi fosse una storia di paura da raccontare sotto il fascio di luce di una torcia. La mano di Del Toro si nota soprattutto per l’atmosfera e per lo stile dei mostri che pesca a piene mani dal suo cinema, basti pensare a Il labirinto del Fauno e La spina del diavolo, altro horror socio-politico. Perché Scary stories to tell in the dark è anche questo, un film socio-politico dove lo spettro della guerra del Vietnam incombe sui protagonisti. Uno spettro molto più terrificante di Sarah.

La leggerezza del film dunque, scandito dal realizzarsi dei racconti del libro di Sarah e dalle morti creative di alcuni personaggi, è smorzata dalla figura di Nixon che vediamo spesso nei manifesti della città quasi come una figura minacciosa. Anche lui, in fondo, è un mostro: quello della politica, che massacra i giovani in cambio di una medaglia.

Ma questo non è di certo il primo horror a criticare il ’68. Pensiamo al celebre La notte degli zombi di Romero, film che i protagonisti della nostra storia stanno proprio guardando al drive-in.  Un film che segnò profondamente il mondo del cinema sia per l’idea rivoluzionaria degli zombi sia per il suo significato politico.

Un film di formazione travestito da teen-horror, ma che riserva comunque dei momenti ispirati e una buona dose di paura per tutti i gusti.

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Ciao! In queste poche righe mi devo descrivere e ne sto già sprecando parecchie quindi andiamo al sodo. Sono Azzurra, copywriter freelance e mi occupo di comunicazione creativa. Figo vero? Dalla mia bella Verona scrivo per lavoro e per passione. Venite a trovarmi! Sono quella col cappello e l’orologio da taschino.