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Frankenstein: dal Prometeo Romantico al Prometeo Moderno

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9 minuti di lettura

Frankenstein, insieme a Dracula, rappresenta una figura che sebbene compaia nella prima metà dell’Ottocento, suscita un notevole interesse nell’immaginario collettivo, che travalica qualsiasi ostacolo temporale e spaziale. La sua fama è dovuta all’intelligenza e alla creatività di Mary Wallstonecraft Godwin, conosciuta anche come Mary Shelley, nonché scrittrice inglese e moglie del poeta Percy Shelley.

Frankenstein 1931 in bianco e nero

Frankenstein si colloca nel panorama gotico e horror come un’altra creatura emblematica che abita i nostri sogni. Questo essere mostruoso, creato dal Dott. Viktor Frankenstein, da cui prende il nome, composto da pezzi provenienti da cadaveri umani, tornato alla vita grazie a sperimenti scientifici sull’elettricità, che non ha chiesto di venire al mondo, ma alla continua ricerca di sentimenti puri tra gli esseri umani, che di umano conservano ben poco, tiene ancora con il fiato sospeso gli appassionati cinefili di tutto il mondo.

Frankenstein o il Moderno Prometeo di Mary Shelley

Frankenstein o il moderno Prometeo è un romanzo scritto da Mary Shelley e pubblicato nel 1818. Nel 1816, durante un viaggio con suo marito Percy Shelley e la sorellastra Claire Clairmont, Mary Shelley decide di soggiornare presso Villa Diodati in Svizzera da Lord Byron. Qui, insieme a Lord Byron, John Polidori e suo marito Percy, trascorrono una serata all’insegna delle scoperte scientifiche del momento, dovute al galvanismo, interrogandosi sulla possibilità che grazie alla conduzione dell’energia elettrica sia possibile donare la vita ai morti.

In questa ricerca ossessiva di creature orrorifiche e fantasmi, inizieranno una sfida dove si cimenteranno nella stesura di opere con soggetti gotici e mostruosi. In un primo momento Mary Shelley non riesce a concentrarsi, ma durante degli incubi notturni, per la prima volta, la scrittrice sogna la sua mostruosa creatura e ne incomincia a raccontare le disgraziate vicende.

Frankenstein al Cinema

Presentato a Venezia e dal 7 novembre 2025 disponibile su Netflix, è arrivato il Frankenstein diretto da Guillermo Del Toro. La mostruosa creatura viene interpretata da Jacob Elordi, mentre nei panni del Dottor Viktor Frankenstein troviamo Oscar Isaac, con Mia Goth che veste i panni di Elisabeth, nipote di Harlender, benefattore e finanziatore del Dott. Viktor Frankenstein, ruolo ricoperto dall’attore Christoph Waltz, e moglie del fratello di Viktor, William Frankenstein intepretato da Felix Kammerer.

La versione di Del Toro è molto barocca e per certi versi ridondante, nei costumi dei protagonisti e nelle scenografie. Guillermo del Toro cerca di accostarsi il più vicino possibile al romanzo di Mary Shelley, ma il risultato non è così percettibile. Se in un primo momento veniamo catturati dal genio del dottor Frankenstein, ossessionato dalla vita dopo la morte, a seguito di innovative scoperte sulla conduzione elettrica attraverso fluidi e parti del corpo di cadaveri, sofferente per la scomparsa prematura della madre, in un secondo tempo riscontriamo che il carisma del personaggio non risulta così coerente e lineare per tutta la durata del film.

Mia Goth e Oscar Isaac che vivisezionano un cadavere. Scena tratta da Frankenstein 2025 di Del Toro

Da apprezzare la figura di Elizabeth, non come innamorata e futura sposa del dottore nel romanzo, ma come futura cognata di quest’ultimo, con un’anima così pura e limpida da far incuriosire e ingelosire anche il Dott. Frankenstein. La creatura interpretata da Jacob Elordi, composta da parti di cadaveri, ha più umanità e coscienza sia del suo padrone, che del benefattore Harlander, il quale, a causa della sifilide contratta nei bordelli, chiede di poter diventare a sua volta cavia del Dott. Frankenstein, in quanto ormai allo stadio terminale della malattia. Ne deriva una colluttazione tra il dottore e il suo benefattore che finisce con la morte tragica di quest’ultimo.

Interessante la divisione del film in due parti in cui il susseguirsi degli eventi viene raccontato in un primo momento dal Dott. Frankenstein e in un secondo momento dalla Creatura. La parte finale è il momento saliente del film in cui il Dottore e la creatura terrificante, dopo aver ingaggiato una lotta per l’intero Polo Nord, riescono a riappacificarsi ed è lo stesso dottore che in punto di morte si redime e sostiene la sua creatura, ormai riconosciuta come figlio, a continuare a vivere e a non perdere la speranza, che ormai aveva già abbandonato il Dott. Frankenstein.

E ancora Frankenstein!

Sono molte le apparizioni di Frankenstein al cinema e nella televisione. Tra le più significative e le più recenti vale la pena menzionare le seguenti trasposizioni cinematografiche e televisive:

  • Frankenstein del 1931, diretto da James Whale, in cui la parte del mostro è affidata all’attore Boris Karloff. La sua interpretazione magistrale della creatura ha segnato l’inizio del successo, forgiando l’importanza e la fama del mostro nei decenni seguenti, che dura ancora oggi.
  • Molte sono anche le parodie ricavate dai film successivi su Frankenstein che hanno contribuito ad aumentarne il successo. In particolare il più famoso è Frankenstein Junior di Mel Brooks, dove il nipote dello scienziato/dottore è interpretato da Gene Wilder, che inizialmente rifiuta l’eredità del Dott. Frankenstein, ma poi accetta e compie il suo dovere, aiutato da numerosi e divertenti comprimari come: Marty Feldman nei panni dell’assistente Aigor con la gobba, Inga, l’assistente affascinante, nonché futura moglie del nipote del Dott. Frankenstein, e una simpatica creatura mostruosa interpretata da Peter Boyle. Il registro linguistico dei dialoghi è molto comico con scene e gag divertenti. Ormai iconica la frase “Si può fare!”, e di conseguenza l’intera scena in cui il nipote del Dott. Frankenstein si accorge della fattibilità dell’esperimento sulla creatura e procede dando la vita alla medesima attraverso la conduzione dell’energia elettrica tra i fluidi e i tessuti ricavati da cadaveri umani.
  • Nel 1994 torna sul grande schermo Frankenstein di Mary Shelley diretto da Kenneth Branagh, che veste anche i panni del Dott. Frankenstein. Nel film troviamo Robert de Niro nel ruolo della Creatura ed Helena Bonham Carter nei panni di Elizabeth, amica d’infanzia del dottore e sua futura moglie. Il Frankenstein di Branagh rappresenta in maniera vivida la pazzia, l’ossessione e la genialità dello scienziato che dona la vita a una creatura composta da cadaveri. Il ritmo del film è incalzante e ricco di colpi di scena. La creatura stessa viene dipinta più feroce rispetto al film di Del Toro. Sebbene egli soffra per le sue condizioni esistenziali, tra cui la solitudine e la mancanza di pace e serenità, si macchia di numerosi omicidi, rivelando l’immagine sanguinaria e terrificante dell’abominio che il Dott. Frankenstein ha generato.
Frankenstein Junior 1974 - parodia

In conclusione possiamo affermare che Frankenstein, insieme ad altre creature mostruose, rimane una fervida fonte d’ispirazione, la quale non ha completamente esaurito il suo effetto. La creatura terrificante sta dimostrando di essere una sfida moderna con numerose sfaccettature ancora da cogliere, che continua ad avvicinare gli appassionati del genere gotico di diverse generazioni.


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