Campioni, remake americano del film spagnolo Non ci resta che vincere, uscito nel 2018, è disponibile nelle sale italiane a partire dal 31 Maggio. Il film segna il debutto in solitaria di Bobby Farrelly dietro la macchina da presa, dopo aver co-diretto numerose commedie al fianco del fratello Peter, regista premio oscar con Green Book.
Protagonisti della pellicola sono Woody Harrelson, perfettamente calato nella parte, e uno splendido gruppo di ragazzi con disabilità cognitive, fulcro della pellicola e della morale del film, che in fin dei conti, con grande semplicità, ci regala un’edificante lezione di vita.
La storia di Campioni
Marcus Marakovich è il vice-allenatore di una squadra di basket di una lega minore americana. Stando a quanto afferma avrebbe le competenze per allenare in NBA, ma la verità è che il motivo per cui non è mai riuscito a fare il salto di qualità è il suo temperamento. Marcus è una persona piuttosto irascibile e, proprio a causa di un momento di rabbia durante una partita, verrà licenziato dal suo ruolo di vice-allenatore. Come se non bastasse, dopo essersi fatto trovare alla guida in stato di ebbrezza, verrà anche condannato a 90 giorni di servizi sociali, in cui dovrà ricoprire il ruolo di coach per una piccola squadra di ragazzi con disabilità cognitive, i Friends.
Dal sogno di allenare in NBA a quella che sembra una vera e propria mission impossible. Ma la vita a volte ti regala delle sorprese, e per Marcus questo nuovo incarico non rappresenterà soltanto un’opportunità di riscatto, quanto piuttosto l’occasione di diventare finalmente una persona migliore, imparando dai propri errori e mettendosi in gioco come mai era riuscito a fare fino a quel momento. Quei ragazzi diventeranno la sua famiglia, imparerà a conoscerli, a relazionarsi con loro, saranno per lui fonte di grande soddisfazione, e i legami che Marcus stringerà saranno i più forti che abbia mai sperimentato nella sua vita.
Campioni, una riflessione sulla disabilità
In Spagna il film originale fu un piccolo miracolo, attirando su di sé l’attenzione del pubblico e della critica. Comprensibile quindi la scelta di Bobby Farrelly di farne un remake, specialmente in un momento in cui il cinema, soprattutto quello americano, sembra sempre più orientato verso una maggiore inclusività, dal punto di vista della narrazione ma anche all’interno del sistema in sé. Campioni è un delicato racconto di formazione ma, come spesso succede, si rivolge prettamente agli adulti, riflettendo sul rapporto con i giovani e su quanto quest’ultimi sappiano essere una fonte d’ispirazione, a volte addirittura un’ancora di salvezza.
Un po’ come CODA – I segni del cuore, anch’esso un remake, o Cha Cha Real Smooth, Campioni è ovviamente anche una riflessione sulla disabilità, su quanto le persone che si trovino in questa condizione siano costrette ogni giorno a fare i conti con una società che li vede spesso come “ritardati” – così li definisce lo stesso Marcus in tribunale – tra pregiudizi e un’inutile compassione, spesso ipocrita.
Farrelly si impegna quindi, giustamente, a creare una certa consapevolezza nello spettatore, a veicolare una morale quanto mai necessaria, e a ribaltare le apparenze, dimostrando quanto la disabilità – in ogni sua forma – sia un limite invalicabile soltanto per coloro che non la vivono in prima persona. A volte finisce per marginalizzare la componente sportiva, che poteva invece essere valorizzata con più enfasi. Altre volte potrebbe risultare fin troppo semplicistico, ottimistico, o addirittura retorico. In parte è così, ma è altrettanto innegabile che riesca ad arrivare al cuore degli spettatori, e se ciò può servire a sensibilizzare anche solo una piccola parte di questi, allora ben venga il buonismo.
Un finale dalla morale edificante
Abbiamo detto come più volte Farrelly non riesca ad enfatizzare le imprese sportive dei Friends, ma sul finale, è proprio un momento durante l’intervallo delle finali regionali a racchiudere l’anima del film, un’anima che risiede nel discorso di incitamento con cui Marcus carica la squadra. Impauriti dalla stazza degli avversari, i Friends non riescono ad esprimersi al meglio, ed è in quel momento che l’allenatore si lascia andare a un emozionante parallelismo tra la partita e la vita reale. “Siete già campioni. Vi ho visto fare cose impossibili”, rivela Marcus, sottolineando quanto quell’ostacolo di fronte a loro sia ben poca cosa rispetto alle sfide che affrontano ogni giorno nella loro vita.
Un insegnamento fondamentale, quello di Marcus, ma sarà lui a ricevere il più prezioso e inaspettato. Quando sul suono della sirena il sogno di vincere la finale si fermerà sul ferro del canestro, saranno i Friends a consolarlo. E lui, perdente per eccellenza, comprenderà che la sconfitta non è mai un fallimento. Specialmente se nella vita si è già Campioni.
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