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Chi è Greta Gerwig e perché Hollywood non la può più ignorare

12 minuti di lettura

Greta Gerwig è attrice, sceneggiatrice e regista. Muove i primi passi nel mumblecore in cui approda come attrice. Con il termine mumblecore si intende un filone del cinema indipendente americano escluso dai circuiti di Hollywood e degli studios. I tratti distintivi dei film realizzati sono una forte estetica amatoriale, il basso budget, l’impiego di attori non professionisti, largo uso dell’improvvisazione e la realizzazione di storie vicine al vissuto del regista.

In questo contesto Gerwig era una delle attrici più conosciute e nel 2008 realizza come regista Nights and Weekends, dividendo la macchina da presa con Joe Swamberg. Ma l’improvvisazione comincia a starle stretta e trova sempre più soddisfazione nella scrittura. Inizia quindi la collaborazione con Noah Baumbach, considerato uno dei maggiori esponenti del cinema indie anni ’90, prima solo come attrice, poi nelle vesti anche di sceneggiatrice. È del 2017 la realizzazione dell’opera di debutto da solista Lady Bird, mentre Piccole donne, del 2019, è il secondo film realizzato come regista. Greta Gerwig è considerata una delle autrici più promettenti degli ultimi anni e si distingue per uno sguardo personale e innovativo all’universo femminile di oggi. Quello che segue è un viaggio tra i temi a lei cari.

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Greta Gerwig

Premessa necessaria: i film presi in esame verranno considerati di Gerwig come autrice, pur tenendo presente per Frances Ha e Mistress America l’apporto di Baumbach. Temi condivisi da entrambi sono, infatti, la perdita dei sogni e delle ambizioni giovanili e la ricerca del proprio posto nel mondo. Gerwig cuce queste caratteristiche addosso alle sue protagoniste, ragazze imperfette, confuse, indipendenti e immature. Se li cuce addosso o li mostra a favore di telecamera? La domanda è d’obbligo tanto sembrano appartenerle le caratteristiche dei personaggi interpretati, compreso quello impersonato dal suo alter ego Saoirse Ronan.

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Greta Gerwig e la trilogia sulla ricerca d’identità

Tema cardine della filmografia di Gerwig è la ricerca della realizzazione lavorativa-artistica da parte delle sue protagoniste. Per loro è l’unica possibilità di indipendenza e di conseguente scoperta di se. È possibile vedere Frances Ha, Mistress America e Lady Bird come una trilogia sulla ricerca di identità. Lady Bird è la rappresentazione dell’adolescenza, con il confronto con la famiglia, il passaggio a un’età più adulta e i sogni per il futuro. Frances Ha è un ideale salto in avanti di 10 anni, ma un ritrovarsi ancora in un equilibrio precario, una confusione che spinge la protagonista di casa in casa di corsa per New York. Mistress America è la rappresentazione dei turbamenti e dei fallimenti alla soglia dei trent’anni.

Sono ritratti di donne alle prese con aspirazioni e illusioni infrante, alla ricerca di una definizione chiara di sé. Greta Gerwig comunica il disagio e lo spaesamento che si ha in diverse fasi della vita e l’ovvio confronto con la società. Lei stessa è stata vista come emblema del disagio dei millennials, la generazione che prima di tutte ha dovuto affrontare l’instabilità professionale, economica e di conseguenza quella emotiva e identitaria. Nell’universo Gerwig è tutto collegato, il lavoro, il denaro, l’amore, la realizzazione.

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Greta Gerwig

Donne e arte

Greta Gerwig sente il tema della realizzazione artistica della donna molto vicino e lei stessa in un’intervista cita come riferimento Virginia Woolf con Una stanza tutta per sé. Sposa la tesi della scrittrice per cui una donna deve avere le stesse possibilità maschili di essere ammessa nella cultura, ma riconosce che l’indipendenza economica sia essenziale per questo raggiungimento. È un tema affrontato in tutti i film realizzati: Frances si ostina a praticare danza, Tracy possiede velleità di scrittrice, Lady Bird vuole andare a vivere lì dove si respira la cultura. In Piccole donne è ancora più evidente: Jo, la protagonista, diventerà scrittrice essendo l’alter ego di Louisa May Alcott. Un po’ stridente con il femminismo portato avanti dall’autrice, però, è la vicenda di Meg. È la sorella a cui è riservato meno spazio, come se per Gerwig non fosse degna di ulteriore tempo narrativo avendo rinunciato al sogno della recitazione, essendosi in qualche modo esaurita nella vita famigliare e avendo trovato realizzazione nel matrimonio.

Greta Gerwig

Inadeguatezza

Gerwig esprime il senso di inadeguatezza con cui devono convivere i ventenni e i trentenni di oggi alle prese con crisi professionali, sentimentali, identitarie. Da questo punto di vista i film realizzati con Baumbach risultano ancora attuali dopo dieci anni. In una società che ti vuole performante ed eccellente fin da giovanissimo, arrivare alla soglia dei trent’anni con incertezze, dubbi, fragilità non può che penalizzare e mortificare.

Le protagoniste non vogliono rinunciare alle loro aspirazioni giovanili, per questo scappano da ogni assunzione di responsabilità e dalla conseguente presa di coscienza. Dovranno ridimensionare i loro sogni, adattarli al loro essere per trovare il loro posto nel mondo. Frances si ostina a praticare danza nonostante non sia abbastanza brava e rifiuta un impiego d’ufficio, visto come degradante. È il personaggio che più di tutti incarna il rifiuto a omologarsi alla società, a un mondo precostruito, è una donna alla soglia dell’età adulta che non vuole rinunciare ai suoi sogni. Brooke all’apparenza incarna il sogno americano: vive a Times Square e ha tutto, amici, soldi, successo, amore. Ma è una farsa e senza il sostegno economico del compagno è solo una trentenne alle prese con molti piccoli lavori che non le permettono comunque di sbarcare il lunario. Per lei reinventarsi sarà necessario.

Greta Gerwig

Assenza di romanticismo

Ma la vera innovazione è l’assenza dell’elemento romantico nelle storie raccontate. Non è essenziale nelle vite delle protagoniste, come non lo è per la loro realizzazione. Anche in un film come Lady Bird, che segue gli stilemi più tipici del teen movie, l’amore è presente ma non è il centro della storia. L’operazione fatta in Piccole donne sarebbe probabilmente piaciuta alla Alcott, che notoriamente è stata costretta a far sposare Jo alla fine del libro. Gerwig, con una mossa meta-cinematografica, inserisce questo elemento biografico, realizzando il finale classico da commedia romantica ma facendolo in un modo che suggerisca che non sia ciò che è avvenuto a Jo nella realtà ma solo alla Jo letteraria, quella del romanzo realizzato all’interno del film stesso.

Sorellanza

È il tema cardine nel cinema di Greta Gerwig, in cui l’unico rapporto veramente indagato è quello tra donne.

In Lady Bird viene indagato il rapporto madre-figlia. La madre è una figura molto ben scritta, la regista è stata capace di cogliere l’essenza interna del personaggio e rimandarci una madre reale, donna forte, autorevole, che si impone con la figlia, che la mortifica forse ma per cui prova un affetto a cui non riesce a dare voce. Sono piccoli dettagli che creano delle scene all’apparenza molto semplici, ma che racchiudono tutta la complessità di questo rapporto. I piccoli battibecchi, le grandi litigate, ritrovarsi improvvisamente complici, sono scene di vita quotidiana estremamente tangibili. È nel finale che la regista ci suggerisce il segreto di questo rapporto, quando vediamo Christine percorrere le strade di Sacramento. È un ricordo e un rimando alla stessa strada che aveva percorso la madre, a indicare come le due sono più simili di quanto abbiano mai creduto.

In Frances Ha assistiamo al rapporto tra due migliori amiche. Questa amicizia viene presentata come una storia d’amore e in fondo lo è. Frances non è disposta a condividere la vita con nessuno che non sia la sua amica Sophie, per questo rinuncia anche ad andare a vivere col compagno segnando la fine della relazione. C’è uno slancio puro e senza artifici per Sophie, che, invece, forse più egoista, forse più matura di Frances, accetta di trasferirsi in un altro appartamento (con un’altra ragazza). Se Frances simboleggia l’insicurezza e l’immaturità, Sophie raffigura il conformismo ai valori di quella parte di società che “è arrivata”, quella che lavora, produce, si sposa. Dopo un allontanamento le due si rincontreranno e incroceranno il loro sguardo attraverso la stanza, attraverso la gente, come Frances, in un monologo, diceva che sarebbe accaduto con la persona amata.

In Mistress America al centro troviamo il rapporto tra due sorellastre, una più piccola, più insicura, e l’altra più grande, all’apparenza già arrivata, presa quasi a esempio. Ma più in generale è il confronto tra due generazioni. Tracy è la sorella minore, appena arrivata all’università, in cui si trova a disagio ed è annoiata. Prova inoltre un forte senso di inadeguatezza. Brooke è invece la sorella più grande e rappresenta tutto ciò che Tracy desidera dalla vita. Ma anche lei come Tracy è fragile e insicura. Entrambe devono ancora percorrere molta strada prima di capire veramente chi sono e cosa vogliono essere.


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Chiara Cazzaniga, amante dell'arte in ogni sua forma, cinema, libri, musica, fotografia e di tutto ciò che racconta qualcosa e regala emozioni.
È in perenne conflitto con la provincia in cui vive, nel frattempo sogna il rumore della città e ferma immagini accompagnandole a parole confuse.
Ha difficoltà a parlare chiaramente di sé e nelle foto non sorride mai.