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Cinema Odeon, l’ennesimo simbolo della settima arte che cambia “destinazione d’uso”

12 minuti di lettura

A un anno dalla chiusura definitiva del cinema The Space Odeon di Milano, arriva la notizia del progetto di apertura di una Beauty Hall di Rinascente sulle ceneri dell’amato cinema. Da giorni non si fa che parlarne e la questione sembrerebbe aver messo in luce pareri molto discordanti; il sentimento condiviso, tuttavia, rimane quello di delusione, amarezza e tristezza.

La notizia della nuova destinazione d’uso dell’edificio, infatti, ha spezzato ogni speranza del popolo milanese di far tornare in vita l’amato cinema. Ma non solo, ha evidenziato ancora una volta la situazione drammatica che, da un decennio a questa parte, sta vivendo il nostro Paese: l’ennesima chiusura di uno spazio cinematografico dal grande valore storico, culturale e artistico.

Un po’ di storia sul cinema Odeon

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L’edificio che ha ospitato il cinema Odeon dal 1929, ha una storia ben più antica che merita di essere ricordata. Nato inizialmente come un convento benedettino, già agli inizi dell’Ottocento viene trasformato in un teatro, il cosiddetto teatro di Santa Radegonda, dal nome della via in cui sorgeva. Nonostante abbia conosciuto personalità importanti, nonché opere della portata di Rossini, il teatro ha visto il tramonto della sua fortuna già alla fine del secolo.

Negli anni Ottanta dell’Ottocento, infatti, l’edificio è stato abbattuto per costruire la celebre centrale termoelettrica Santa Radegonda della società Edison, prima in Italia ed Europa, portando la fama della costruzione su scala mondiale. Anche questa, però, ha vita breve. Già agli inizi del Novecento, infatti, si comincia a utilizzare la corrente alternata e l’impianto, che utilizzava la corrente continua, si ritrova costretto a chiudere i battenti.

Ed è proprio a partire dall’abbattimento dell’edificio che, nei primi anni del nuovo secolo, viene costruito il cinema-teatro Santa Radegonda, che darà inizio alla lunga storia dell’edificio come luogo sacro di aggregazione sociale ed emblema culturale. La vera svolta, però, arriva solamente negli anni Venti del Novecento, quando – dopo aver nuovamente abbattuto l’edificio – viene finalmente edificato il magnifico cinema Odeon. La maestosa costruzione, caratterizzata da elementi propri dell’art déco e massimo esempio di magnificenza architettonica, si è fatta simbolo di eventi storici fondamentali e casa di personalità notevoli per quasi un secolo.

Il Cinema Odeon ha subito numerose modifiche strutturali e cambiato tanti proprietari, ma non è mai cambiato, fino ad ora almeno, il ruolo culturale e storico che esso ha svolto. Proprio per questo motivo, nonostante il progetto del gruppo Rinascente preveda 4 o 5 sale al piano interrato dell’edificio, non stupisce la forte avversione di una grandissima fetta del popolo milanese nei confronti dell’iniziativa, che si vede privata di un pezzo di vita legato alle ormai ceneri dell’amatissimo cinema.

Fonte: http://giusepperausa.it/cinema_odeon.html

Estinzione dell’Odeon, una costante della scena italiana

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La definitiva chiusura dell’Odeon di Milano, avvenuta nell’agosto del 2023, non è stata un caso isolato nella scena italiana. Da un paio di decenni ormai, infatti, si assiste inermi alla scomparsa di sempre più sale cinematografiche, persino quelle dal grande pregio storico e artistico.

L’Italia ha visto chiudere i battenti a circa duemila sale negli ultimi due decenni, sintomo di una trasformazione della componente sociale del nostro paese. Sarebbe, infatti, azzardato parlare di crisi del settore in generale; è, piuttosto, la diffusa pigrizia dei più giovani e la diffusione massiccia di piattaforme streaming che sembrerebbe aver segnato l’inizio della fine.

Da rito molto atteso del fine settimana, l’abitudine di andare al cinema si è spenta nelle ultime generazioni. Poter vedere sempre più titoli, con una varietà sempre maggiore, a casa propria, a qualunque ora del giorno, mettendo in pausa o tirando indietro quello che si sta guardando, ha trasformato l’esperienza multisensoriale del guardare un film al cinema in un qualcosa di superato.

Si tratta di una vera e propria degradazione sociale quella a cui si sta assistendo e che è stata ulteriormente accelerata dalla pandemia. La chiusura delle sale più belle e importanti del Paese, infatti, non è solamente simbolo di un cambiamento dello strato sociale, sempre meno interessato e propenso alla cultura, ma anche di una vera e propria trasformazione territoriale. Quelli che prima erano luoghi di aggregazione sociale, che promuovevano lo scambio di idee, hanno lasciato spazio a quartieri abbandonati, e di conseguenza malfamati, ritrovo di gente ai margini della società.

La cosa sconfortante, di fronte a questa lenta morte della cultura, è l’indifferenza generale. Del censimento proposto anni fa riguardo la limitazione della destinazione d’uso di spazi culturali dal grande rilievo storico e artistico non si è più sentito parlare. Al contrario, il fallimento di moltissimi cinema in Italia si è tradotto in quelli che vengono banalmente relegati a “cambi di destinazione d’uso”. Vecchie sale, cuore del Paese, sono diventanti negozi di brand di lusso, centri commerciali e da qui la lista è lunga, e tra questi l’Odeon. Certamente il cinema ha chiuso ben prima della comunicazione di tale progetto, ma la “destinazione” finale si assimila a quella di moltissime altre sale.

Il nuovo progetto della Rinascente sulle ceneri dell’Odeon

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L’amatissimo edificio che ha ospitato per ben 94 anni il cinema Odeon, diventerà a partire dal 2027 la più grande Beauty Hall di Rinascente della scena europea. Si tratta della nuova iniziativa presentata dal gruppo Rinascente con l’obiettivo di riqualificare l’edificio e la zona circostante, nel rispetto dell’apparato decorativo e architettonico della struttura.

Facendo leva sul sentimento diffuso di amarezza e delusione per la chiusura di uno spazio cittadino di tale portata, Rinascente ha pensato a questa riqualificazione dell’edificio per permettere al popolo milanese, molto affezionato all’edificio, di continuare ad usufruirne, seppure in veste diversa.

Il progetto prevede la creazione di uno spazio di oltre tremila metri quadrati destinati alla bellezza. Oltre ai migliori brand dell’area makeup, skincare e tutto ciò che riguarda in generale i prodotti per la cura della persona, l’edificio creerà un vero e proprio spazio destinato alla bellezza, comprese cabine dedicate ai trattamenti di bellezza e una clinica estetica avanzata. Ci saranno poi 700 metri dedicati all’area food.

In linea con il tentativo di rispettare la magnificenza dell’edificio e di tutto ciò che ha rappresentato per i milanesi, il piano interrato ospiterà ancora una piccola parte dell’amato cinema, con 4 o 5 sale destinate alle proiezioni.

Nonostante tale destinazione d’uso sia un qualcosa di così lontano dal mondo della cultura da destabilizzare l’animo dei cinefili milanesi, un piccolo barlume di speranza si è riacceso in loro con la notizia del mantenimento delle poche sale al piano sotterraneo. Un gesto che permette ad una piccolissima parte del cinema Odeon di continuare a vivere.

L’investimento complessivo è pari a 40 milioni di euro e oltre 300 saranno i posti di lavoro che verranno creati solamente durante il primo anno; l’unica considerazione che rimane da fare, di fronte ad una tale perdita, è che, quanto meno, l’edificio non resterà in un angolino buio, dimenticato dal mondo.

Cosa ne pensano gli italiani del nuovo progetto?

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Numerosissimi sono stati i commenti e gli interventi dei milanesi e non in merito alla costruzione della Beauty Hall sull’ombra di un cinema che ha fatto la storia della città di Milano, se non dell’intera Italia. L’Odeon, infatti, ha proiettato le pellicole più importanti del secolo scorso e attuale, nonché ospitato celebrità da tutto il mondo. È stato un fondamentale centro intellettuale, crocevia di scambi di idee e luogo di aggregazione sociale per tantissime generazioni. Per tutti coloro che hanno frequentato l’Odeon, che lo hanno visto trasformarsi, e che ci sono cresciuti insieme è stato un brutto colpo; con l’Odeon si è chiuso anche un capitolo della loro vita, fatto di risi, pianti, primi baci, divertimento, tutti regalati dall’amata sala.

Di fronte alla consapevolezza dalla fine di un’epoca, quella dell’Odeon, le reazioni sono state diverse. Scrollando tra i social soprattutto, infatti, emergono opinioni contrastanti, seppure tutte accomunate da un profondo dispiacere. Quelli che erano i frequentatori più assidui della sala cinematografica, in particolare, criticano l’indifferenza nei confronti della situazione drammatica vissuta negli ultimi anni dall’Odeon: il cinema era spesso vuoto, era ormai stato abbandonato da coloro che adesso puntano il dito, e vedono nel progetto della Rinascente una diretta conseguenza di tale atteggiamento.

D’altro canto, la restante parte degli utenti critica la poca attenzione e importanza che il Paese dà ai beni artistici e culturali, la cui chiusura (o cambiamento di destinazione d’uso) estremamente comune ormai.

Purtroppo per il cinema Odeon – nella sua magnificenza secolare come lo abbiamo conosciuto – è troppo tardi; si spera, però, che questo triste evento possa condurre a una partecipazione più attiva del popolo italiano alla vita culturale del Paese, impegnandosi affinché sale cinematografiche, biblioteche, teatri e ogni simbolo della cultura italiana si tramandino alle future generazioni.


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Classe 2001, studia attualmente Editoria e Giornalismo a Verona. Una grande passione per la letteratura e divoratrice seriale di libri sin dall’infanzia, scopre poi la sua passione per la scrittura e per il cinema durante gli studi universitari. Ama i tramonti, la montagna e il buon cibo.

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