Il progetto di Mosto, che siamo lieti di aver seguito e incoraggiato sin dagli esordi, ha visto, nel corso dei mesi scorsi, la luce e riscontrato un notevole successo di critica, tra festival e proiezioni in sala. Il cortometraggio horror, prodotto da Magenta Film e T-REX Digimation e distribuito da Pathos Distribution, ha vinto, infatti, i premi come Miglior Cortometraggio Weird e Migliore Interpretazione Cortometraggi Weird al FI-PI-LI Horror Festival 2024 nella categoria Cortometraggi Weird e partecipato al Venezia Shorts Italy 2024.
Mosto è lo straordinario risultato dell’impegno e del talento dei due giovani artisti veneti Vernante Pallotti e Daniele Zen che hanno saputo celebrare, con il corto, la bellezza del proprio territorio e, al contempo, utilizzare l’immagine delle vigne e del vino come spunto di riflessione per affrontare un argomento delicato e purtroppo attuale, quello della violenza domestica.
Conosciamo meglio i registi
Vernante Pallotti e Daniele Zen costituiscono un talentuoso duo che si sta affermando con progetti innovativi e di grande impatto. Nati rispettivamente a Verona nel 1998 e a Bassano del Grappa nel 1999, i due giovani artisti si sono conosciuti alla Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano, dando vita a una collaborazione che spazia tra serie televisive, cortometraggi, videoclip musicali ed editoria.
Tra i loro lavori più noti figura la serie televisiva Animal House, trasmessa su Rai Gulp, per la quale Vernante ha firmato la sceneggiatura e Daniele ha curato la regia. Il loro talento è stato riconosciuto anche a livello internazionale con il concept di serie SkateBugs, che ha ottenuto il terzo premio al concorso Pitch Me! del Cartoons on The Bay ed è stato selezionato dal Giffoni Hub per «Avrei quest’idea» alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, oltre a essere stato presentato al Cartoon Springboard 2023 di Madrid.
Nel settore del cortometraggio animato, Lucia nella Notte (2021), prodotto da Rai Ragazzi e Anica, ha avuto ampia visibilità, venendo proiettato sia al padiglione Italia dell’Expo di Dubai sia alla Giffoni Experience. Un altro importante riconoscimento è arrivato con il corto animato UNICEF Non Calpestateci, Stiamo Cercando di Crescere, che ha inaugurato il Cartoons on The Bay 2019. Nel 2024 il duo ha vinto il Next Lab Generation con il progetto VR The Cutting of the Forest, presentato successivamente al Mifa dell’Annecy International Animation Film Market.
Oltre all’animazione, Vernante Pallotti si distingue come sceneggiatrice di lungometraggi, firmando Gli Assenti (2024) e Ferite (2023) diretti da Vittorio Rifranti. Il loro interesse per la musica, poi, si è concretizzato in varie collaborazioni con testate come Indie Italia Magazine e Videoclip Italia, oltre a dirigere videoclip per artisti della scena musicale italiana.
Con la regia di spot e fashion film in collaborazione con Trunk Studio, si sono distinti anche nel mondo pubblicitario. Infine, hanno pubblicato diversi romanzi, tra cui Banshee: gli amori impossibili non muoiono mai (Piemme, 2023), Scilla Zanne di Serpente (Il Battello a Vapore, 2024) e Farfalle nello Stomaco (Gallucci, 2024).
Di cosa parla Mosto
Tra i filari di viti della Valpolicella, vive una famiglia di contadini che, come fonte principale di sostentamento, produce vino. La storia si apre con delle urla ovattate che lasciano presto il posto ad un pesante silenzio che ingombra la sala da pranzo, è il silenzio della paura, di dire qualcosa di sbagliato o di fare qualcosa di sbagliato che possa fare scattare il padre Ferruccio. Ed è proprio in questo momento che il vino di loro produzione assume un sapore ferroso, come se fosse sangue: è una maledizione, come la definisce il figlio adolescente Elio.
Ferruccio ha corroso le anime, i corpi e tutto quello che ha toccato in questa famiglia, persino il vino che, adesso, porta con sé i segni e il sapore di questa violenza.
A cambiare le sorti di questa famiglia è l’arrivo della giovane Stellina, nipote dei vicini, che passerà l’estate nella campagna veneta. L’amicizia tra Stellina ed Elio, infatti, rappresenta la via d’uscita dal tunnel della sottomissione e della paura: per proteggere l’amica, Elio trova il coraggio di ribellarsi al padre e reagire. Riesce così a spezzare la maledizione che rovina il vino, ma soprattutto induce il padre a riflettere sulle sue azioni.
Quello che ci ha convinto di Mosto
Mosto si è rivelato, senza dubbio, un progetto vincente sia per l’abilità con cui viene trattato un argomento sensibile come la violenza domestica, sia per la straordinaria fotografia di Marco Biotto. Con un sapiente gioco di luci, ogni singola immagine traduce egregiamente il senso di oppressione che vive Elio, ci catapulta nel suo mondo, fatto di fugaci salti nella sua immaginazione e repentini ritorni alla drammatica realtà. La ricorrente presenza del vino-sangue, insieme ai sogni a occhi aperti del ragazzo, nonché la violenza che permea l’intero corto, rendono Mosto un horror degno di nota.
L’ambientazione stessa, quella della campagna veneta, è fortemente esaltata da questo stile di fotografia che permette allo spettatore di immergersi e apprezzare a fondo le origini dei registi e del loro straordinario territorio.
Un altro elemento di forza è sicuramento quello sonoro. Tutto risulta essere ben studiato, dalle urla ovattate, al silenzio forzato – come quando durante il pasto la madre assaggia il vino e soffoca il disgusto in un semplice colpo di tosse, senza alcun lamento e accenno di critica – , alla canzone scelta, Veneto d’estate, che sembra essere una sorta di via di fuga dalla realtà per Elio.
Molto intelligente anche la scelta di non attori per la parte dei due adolescenti, Elio e Stellina. Il disagio di fronte alla macchina da presa, soprattutto quello di Elio, appare come un disagio interiore e sociale che il ragazzo vive, reduce da una situazione familiare opprimente e carica di ulteriore emotività una storia di violenza come questa. Mosto non denuncia una storia di violenza domestica, che purtroppo sentiamo troppo spesso, ma cerca di dare un messaggio di speranza e di forza alle vittime, affinché, come Elio, intravedano una via d’uscita dal terrore della violenza.
La straordinaria fotografia, la componente sonora e soprattutto il messaggio di forza che offre alle vittime rendono Mosto un lavoro senz’altro ben riuscito.
Seguici su Instagram, Tik Tok, Facebook e Telegram per sapere sempre cosa guardare!
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!