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Dillo con un film: citazioni da usare al pranzo coi parenti

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10 minuti di lettura

Sarà che il 25 dicembre è sempre un giorno particolare. Sarà che dopo gli ultimi due anni siamo tutti un po’ fuori fase. Sarà quel che sarà, fatto sta che per quanto ci impegnamo e per quanto proviamo a farci coraggio, ci sarà sempre quella cosa a cui non riusciremo mai a sfuggire: il pranzo con i parenti.

Cosa c’è di più terrificante del pranzo di natale con tutti i parenti riuniti attorno ad uno stesso tavolo? L’Apocalisse. Forse.

Avviarsi alla tavola imbandita con fratelli, sorelle e cugini (Armageddon, 1998, Michael Bay)

Ecco, immaginate: è il giorno di Natale. Siete 20 persone solo fra parenti stretti e senza contare i due o tre marmocchietti che adori – se li vedi quell’unica volta a settimana – che scorrazzano per il salone dove tua nonna e tua madre continuano a portare cibo su un tavolo già stracolmo. Nonno e zio stanno già al quarto bicchiere di vino (e siamo solo all’antipasto), le facce paonazze accompagnate dalle risate sguaiate di zia Guendalina che urla come un pescivendolo al mercato del mercoledì. Litri di vino scorrono come fiumi. Per fortuna in questo mare di caos, panico e paura, hai dei validi alleati: i tuoi cugini e fratelli che ti guardano con pietà e l’unico pensiero che passa nella vostra mente in quel momento è:

Ray, qui è di una gravità estrema!

Ghostbusters (1984)

E mentre la baraonda aumenta – che a confronto un rave party sembra una tranquilla messa domenicale – ecco spuntare dalla cucina lei: la lasagna. Segno inequivocabile che finalmente si comincia a mangiare. Guardi il piatto davanti a te, osservi gli altri seduti attorno al tavolo e al grido di “Al mio segnale, scatenate l’inferno!” di nonna Rosetta, ti fiondi sul primo come se non mangiassi da 40 anni.

Ecco dunque le migliori citazioni tratte dai Cult della storia del Cinema da usare al pranzo di Natale con i parenti.

Il Pranzo – L’inizio

Il primo assaggio di pasta è andato e due bicchieri di vino dopo, ti senti rilassato e in pace con il mondo. Ma eccola lì in agguato, te ne accorgi, ma è troppo tardi e non puoi evitarla. Capisci cosa zia Nunziatina ha detto solo quando il suono stridulo delle sue parole ti colpisce in pieno: “E la fidanzatina?” e giustamente tu cerchi di svicolare con una frase ad effetto, capace di salvarti con un triplo salto carpiato che dica nulla e assieme niente sulla tua dubbia vita sentimentale. Ma ovviamente balbetti. L’unica cosa che riesci a dire è un banalissimo:

Ma stai parlando con me?

Taxi Driver, Martin Scorsese

fingendo di non sentire e indicando il primo parente single a portata di mano.

La tecnica dello sbolognamento non funziona, chi l’avrebbe mai detto. L’unica alternativa è quella di lanciarsi nella più lunga supercazzola mai esistita da Amici miei, che ti fa guadagnare un’occhiata alla “Ma i tuoi genitori hanno anche figli normali?” (Full Metal Jacket) dalla simpatica zia impicciona.

Fortuna che a salvarti da altre domande scomode, c’è il nonno che dal suo posto a capotavola urla “Vino!” (Game of Thrones), così hai l’occasione di alzarti da tavola per andare a riempirgli il bicchiere da bravo/a nipotino/a.

Alla sesta portata di pasta non ce la fai più, ma non puoi dire di no alla parmigiana di nonna. Perciò la tua mente si estrania dal corpo, stai avendo un’epifania: dall’alto dei suoi 66 cm, ti appare Maestro Yoda che con la sua soave voce ti trasmette il più grande degli insegnamenti:

Fare o non fare. Non c’è provare

Star Wars – L’impero colpisce ancora

ed è per questo che decidi di fare: piombi sul cibo come se le cinque portate precedenti non fossero mai esistite.

Il Pranzo – La vendetta

Non si può parlare di Pranzo di Natale con la P maiuscola se dopo 15 portate non mangi anche la carne che tuo padre ha fieramente arrostito appestando tutta la veranda di fumo. Perciò fra una salsiccia e una costoletta, il tuo bicchiere rimane vuoto (No, non scherzavamo quando parlavamo di fiumi di vino). Cerchi la caraffa e la trovi nelle mani di tuo fratello che ti riempie il bicchiere senza dire una parola. E giustamente tu ricambi con un cenno di intesa

Louis, credo che questo sia l’inizio di una bella amicizia

Casablanca

A Natale i dolci sono d’obbligo. E come si suol dire, per il dolce c’è sempre uno stomaco a parte. Al secondo bis di tiramisù vedi il bimbetto seduto accanto a te guardarti con occhioni da cerbiatto. Al che, al tuo sorrisetto imbarazzato, lui ti chiede come fai a mangiare così tanto senza sentirti male, così tutto/a impettito/a, dall’alto dei tuoi *cough* *cough* anni dichiari:

C’è chi può e chi non può: IO può

Totò, Peppino e la Malafemmina

Accontentato il bambino con la pronta risposta, puoi finalmente concederti l’ultima cucchiaiata di dolce in santa pace.

Il lauto pasto sta per finire e non sarebbe corretto concludere senza caffé e ammazzacaffé. Per cui direttamente dalla riserva speciale super segreta di zio Tonino viene servito l’amaro più amaro, che a confronto il fuoco dell’Etna è fresca e limpida acqua di sorgente. Impossibile non guardare il bicchierino da shot e non pensare “Sto amaro po esse fero e po esse piuma: oggi è stata fero”.

Il Pranzo – La fine

Sparecchiata la tavola e lavate le stoviglie, arriva il momento tanto atteso. Quello dei giochi. Immancabili a Natale tombola la maratona di briscola e scopa.

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare

Animal House

E tu sai che non hai abbastanza esperienza per battere i veterani, ma ci provi comunque, sperando che i tuoi parenti non dilapidino tutte le tue finanze e che la giornata non finisca con un sonoro

E io pago!

Totò 47, morto che parla

Ed ecco che si comincia. Zio Tonino da un lato accanto all’amabile consorte Nunziatina, nonna e nonno stanno ai due capotavola, in mezzo tu, tuo cugino e tuo fratello. Le carte vengono distribuite e sfoderi la tua miglior faccia da “Sfida accettata” alla Barney Stinson.

Peccato che dopo due partite a briscola, le tue finanze cominciano a scarseggiare, così esordisci con “Vi farò un’offerta che non potrete rifiutare” da Il Padrino, proponendo di movimentare un po’ le cose con un bel round di scopone scientifico.

Si formano le coppie e un “Ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost” (Gomorra) è assolutamente d’obbligo, soprattutto visto che il montepremi sul piattino comincia a salire all’esorbitante cifra di 50 euro.

Ci sei quasi, stai per arraffare il tuo sudatissimo montepremi, ma con un’abilissima mossa – che prestigiatori di tutto il mondo spostateve proprio – vedi zia Guenda tirare fuori un settebello uscito almeno tre mani prima. Al che, tra l’indignazione di tutti, il nonnetto bevitore riporta la calma con un sonoro “Questo non è il Vietnam, è Scopa: ci sono delle regole” (Il Grande Lebowski) – “Rimetti giù le carte”.

Finiti i soldi, finita la festa, è il momento per i parenti di tornare a casa.

Comodamente spaparanzato sul divano in semi food coma, ripensi alla giornata, alle risate, alla baraonda di voci e a tutto il cibo mangiato e al vino bevuto, e ti chiedi come faccia il tuo fegato ad aver smaltito l’intera produzione vinicola francese. Chiudi gli occhi e l’ultimo pensiero prima di addormentarti è la frase perfetta, il riassunto di una festività che non smetterà mai di provarci ma anche di farci sentire bambini un po’ cresciutelli:

I’m too old for this shit

Arma Letale

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Classe 1996. Siciliana trapiantata a Roma, mi sono innamorata dei libri e delle storie narrate da bambina. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, ho intrapreso il mio viaggio all'interno del mondo dell'editoria.

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