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Pretty Little Liars: Original Sin, tempo di una nuova generazione

8 minuti di lettura

Decidere di fare un remake è sempre una scelta delicata: il rischio che possa essere un completo fallimento è dietro l’angolo. Soprattutto se è il rifacimento di una serie di successo come Pretty Little Liars. Prime Video ha però accettato la sfida e dal 31 ottobre propone nel suo vasto catalogo di contenuti anche il remake Pretty Little Liars: Original Sin.

La serie creata dal regista Roberto Aguirre-Sacasa e dalla co-creator Lindsay Calhoon Bring, si compone di 10 episodi della durata di circa 50 minuti. Pretty Little Liars: Original Sin rielabora la trama d’origine aggiornando i suoi ingredienti più noti. Un ritorno inatteso e a suo modo gradito. Ecco perché.

Gli ingredienti per un Original Sin: il nuovo A

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Del cast fanno parte Imogen Adams (Bailee Madison, Good Witch), un’adolescente incinta piena di risorse; Tabby Haworthe (Chandler Kinney, Lethal Weapon), un’aspirante regista appassionata di film horror; Noa Olivar (Maia Reficco), una star dell’atletica appena uscita dal carcere minorile; Faran Bryant (Zaria, Bosch: Legacy), una ballerina posata e disciplinata con grandi sogni; e Minnie “Mouse” Honrada (Malia Pyles, Batwoman) per la quale i mondi virtuali sono una via di fuga dai traumi della sua infanzia.
Il resto del cast include Mallory Bechtel, Sharon Leal (Supergirl), Elena Goode (Il dittatore), Lea Salonga (Mulan), Eric Johnson (American Gods) e Alex Aiono (Dottoressa Doogie).

La trama di Pretty Little Liars: Original Sin ricalca la Serie TV originale: le cinque protagoniste sono perseguitate e minacciate da un nuovo A, a causa di qualcosa che le loro madri hanno fatto quando ancora andavano al liceo.

Dunque, già dal primo episodio di Pretty Little Liars: Original Sin veniamo catapultati in un intrico di segreti che vengono lentamente svelati e che trovano una soluzione nella decima e ultima puntata. Infatti, Aguirre-Sacasa ha voluto distaccarsi dalla serie originale, nella quale, invece, il mistero di A era stato mantenuto per intere stagioni.

Una doppia narrazione che viaggia nel tempo

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Pretty Little Liars: Original Sin segue le vicende non solo delle cinque protagoniste, ma ogni puntata segue un doppio filo narrativo facendo saltare lo spettatore tra il 1999 – l’anno in cui tutto è iniziato – e il presente.

Da questi continui ritorni al passato, si scopre, già nel primo episodio, che tutta la vicenda ruota attorno a una certa Angela Waters, una ragazza che proprio la notte della festa di Capodanno nel 1999 si è suicidata gettandosi da un’impalcatura, davanti agli occhi di tutti i ragazzi della scuola.

Ventidue anni dopo, Elodie, Sidney, Davie, Marjorie e Corey sono diventate madri e si sono lasciate alle spalle il tragico incidente, trasferendosi nella cittadina di Millwood. Nel presente, però, Davie riceve un vecchio volantino che risveglia in lei quei dolorosi ricordi a tal punto da spingerla a suicidarsi per il senso di colpa.

È la figlia Imogen insieme all’amica/rivale Karen Beasley a ritrovarla nella vasca da bagno e a notare la A sul muro scritta con il sangue.

La trovata della doppia narrazione anticipata dalle scritte che indicano il giorno e la data in cui sono avvenuti i fatti è un meccanismo ormai molto diffuso nelle serie tv, come ad esempio in Dark o nella più recente The Umbrella Academy.

Tra Pretty Little Liars e Pretty Little Liars: Original Sin

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A colpire sin dal primo istante sono le differenze fra Original Sin e Pretty Little Liars.

Anche se la sigla iniziale è la stessa della serie madre – sebbene in una versione slowed, noise e industrial degli Orgy -, le immagini sono molto più scure e mostrano già le intenzioni di Aguirre-Sacasa di voler rendere più cruento quello che potrebbe essere un normale teen drama.

Non dimentichiamo, infatti, che sia Aguirre-Sacasa che Calhoon Bring sono artefici delle serie Le terrificanti avventure di Sabrina. D’altronde, come non riconoscere le tinte fosche, i caratteri ben definiti e la cospicua dose di sangue che accomunano tutte e due le serie?

Insomma, siamo sicuramente lontani dai bei vestiti alla moda, dal trucco perfetto e dal mondo tutta apparenza di Pretty Little Liars e invece molto più vicini a Stranger Things e Riverdale.

La prima stagione di Pretty Little Liars: Original Sin si distingue, poi, anche per le continue – forse un po’ troppe – citazioni ai film horror anni Novanta e gli easter egg sparsi qua e là (il Ridley, i gemelli ecc.). Ma è la struttura stessa della serie a richiamare i tipici teen horror di quegli anni: protagonisti adolescenti alle prese con efferati omicidi e assassini.

Non a caso assistiamo a momenti in cui i protagonisti riuniti giocano a “qual è il tuo film – inserire categoria – preferito” e da lì vengono sciorinati i titoli di alcuni fra i film più famosi di sempre: da Carrie a Mamma ho perso l’aereo, da Omicidio a luci rosse a The last days of the disco.

A tutto ciò si aggiunge anche la forte personalizzazione delle protagoniste che tengono lo spettatore incollato allo schermo. Infatti, mentre vediamo le madri regredire a uno stato di impotenza e intrappolate dai loro stessi segreti, le figlie conducono indagini accurate per scoprire l’identità di A, affrontando con coraggio i pericoli e sfuggendo più di una volta ai tentativi di A di ucciderle.

Pretty Little Liars: Original Sin avrà una seconda stagione

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I caratteri spigliati delle protagoniste rendono vivace Pretty Little Liars: Original Sin, senza scadere nello stereotipo delle ragazzine spaventate, anzi. L’Oscar per la più coraggiosa va a Imogen Adams (Bailee Madison) per aver saputo affrontare un assassino efferato al sesto mese di gravidanza.

Nonostante ciò, qualche perplessità e dubbio rimangono: era davvero necessario infarcire di così tanti traumi delle “semplici” quindicenni? Nonostante l’identità di A sia svelata nell’ultima puntata, la sua fuga significa che nella seconda stagione – già annunciata da Aguirre-Sacasa – tornerà a tormentare le nostre protagoniste. Ma perché vendicarsi delle madri per ciò che era accaduto ad Angela Waters solamente 22 anni dopo? Non rimane che attendere la seconda stagione di Pretty Little Liars: Original Sin per scoprire le risposte a tutte queste domane.


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Classe 1996. Siciliana trapiantata a Roma, mi sono innamorata dei libri e delle storie narrate da bambina. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, ho intrapreso il mio viaggio all'interno del mondo dell'editoria.

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