Deep water è il titolo inglese dell’ultimissimo film di Adrian Lyne, celebre regista di Attrazione fatale e molte altre pellicole di successo degli anni ’80 e ’90, tradotto letteralmente in Acque Profonde e ora disponibile su Amazon Prime Video (negli Stati Uniti uscito invece su Hulu).
Il film è stato girato ormai nel 2019 e avrebbe dovuto vedere la luce nelle sale, cosa che poi per via della pandemia non è successa, e si è ricorsi alla piattaforma streaming con un po’ di ritardo. Per dare una timeline indicativa del tempo che ci ha messo il film ad uscire possiamo dire che i due protagonisti Ana de Armas e Ben Affleck, si sono conosciuti sul set di questo thriller erotico e dopo essere stati insieme per un anno e mezzo, ora che il film è uscito si sono già separati e Ben è tornato con la sua vecchia fiamma JLo.
Ma tutto il tempo di attesa ne è davvero valso la pena?
Di cosa parla Acque Profonde – Deep Water
Ci addentriamo così nella storia di Vic (Ben Affleck) e Melinda (Ana de Armas), coppia sposata con una figlia di sei anni, Trixie, che presenta al suo interno una dinamica particolare: la moglie ha tanti “amici” con cui si diverte ad andare a letto talvolta anche sotto gli occhi del marito, mentre lui guarda inerme e reprime tutta la rabbia, che poi riversa proprio sugli sventurati amanti della donna, che, uno dopo l’altro, non fanno mai una buona fine.
Lo stile lussuoso dei vestiti dei personaggi e delle ambientazioni e le tonalità dark non hanno aiutato il film ad emergere.
La storia si focalizza sulla perversione del rapporto tra Vic e Melinda, ormai sorretto dal godimento del marito nel guardare la moglie intrattenersi con i suoi amanti, per poi entrare in gioco e annientarli, senza mai sfiorare la donna. A sua volta, la controparte femminile, trae godimento nell’avere più uomini possibili e nel mostrarli con orgoglio al marito, però poi resta terrorizzata una volta scoperto il loro triste, inesorabile, epilogo.
La narrazione di Deep Water non presenta grandi novità, solo qualche picco di regia qua e là. La grande problematica è che essa al suo interno non è originale e il fatto che il copione sia tratto da un romanzo del 1957 probabilmente ha influito su ciò, rendendola una trama già vista e sentita. C’è poi una vena di comicità non voluta che proprio nei momenti di pathos snatura l’intento del thriller, ovvero quello di trasmettere tensione allo spettatore.
L’insieme di queste imprecisioni, unita al fatto che gli attori in prima persona non sono usciti dalle loro comfort zone, interpretando tipologie di ruoli in cui li abbiamo già visti (sebbene molti apprezzeranno Ana de Armas…), non rende il film di Lyne il suo lavoro più memorabile.
Nonostante ciò, una lancia da spezzare a favore di Deep Water è che comunque la pellicola si fa guardare e le sue due ore di durata passano abbastanza in fretta. Lo spettatore si ritrova a voler sapere come si conclude la vicenda, un po’ come quando si aspetta l’ultima puntata di un programma trash e nonostante ci si chieda costantemente il senso di ciò che fanno i personaggi e non ci sia una vera ragione per proseguire la visione, ormai si è andati troppo avanti per tirarsi indietro prima della fine.
Nel complesso, quindi, un film dimenticabile, seppur non malvagio. Da vedere solo se si è fan sfegati del regista o se non si ha proprio nient’altro da fare.
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