L’ultimo film di Paolo Sorrentino, È stata la mano di Dio, uscito il 24 novembre scorso, è una poesia, dall’inizio alla fine. Chiaro l’intento dell’autore di raccontare la sua storia personale, l’origine della sua passione per il cinema, la sua adolescenza trascorsa a Napoli e il desiderio di trovare una propria dimensione anche lì, dove sembrava impossibile, anche lì dove imperversava la tragedia e poi, non per ultimo, il suo legame con Diego Armando Maradona, la sua figura mitica che lo lega alla città di Napoli.
Il titolo, ovviamente, riprende la celeberrima frase di Maradona, con cui il più famoso calciatore al mondo si giustificò per il gol che, come giocatore dell’Argentina, inflisse all’Inghilterra durante la partita dei Mondiali del 1986 tenutosi in Messico. [Continua a leggere su Frammenti Rivista]
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