Primi Passi è la lista NPC Watch – la piattaforma streaming curata da NPC Magazine (te la raccontiamo bene qui) – che raccoglie le opere prime di alcuni importanti registi contemporanei, film presentati ai festival che hanno colpito la critica e interessato il pubblico.
Abbiamo selezionato quattro film, diversi per nazionalità, stile e scelte tematiche: un documentario sulla guerra turco-curda, il rapporto tra una madre malata e il figlio, un film sulla situazione asiatica degli anni 90 vista dall’interno di una famiglia della classe media, un film distopico intimista su una famiglia non di sangue ma d’elezione. Ciò che accomuna queste opere è l’estrema cura nella realizzazione e l’alto livello raggiunto, due caratteristiche ammirevoli in opere prime che fanno sperare di poter vedere altri film di questi registi.
Meteors (2017), di Gurcan Keltek
Esordisce con un documentario il regista turco Gürcan Keltek che ha presentato Meteors (Meteorlar in originale) alla 70esima edizione del Locarno Festival nella sezione Cineasti del Presente. Ambientato nelle regioni curde dell’Anatolia orientale, Meteors ha per tema centrale la guerra turco-curda, concentrandosi sopratutto sulle operazioni militari turche contro il PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, nel 2015, una vera e propria repressione a livello nazionale che però non è stata documentata ufficialmente ma solo attraverso video privati di cittadini.
È difficile definire Meteors semplicemente un documentario, in quanto presenta anche numerosi elementi di finzione e soprattutto un alto livello di sperimentazione da parte del regista: oltre a immagini per lo più documentarie ci sono video di repertorio, interviste ai civili e le scene in cui l’attrice Ebru Ojen legge parti del suo libro The Vaccine.
Meteors è diviso in sei capitoli, quasi a indicare i diversi momenti del conflitto, ed è nell’ultimo capitolo che assistiamo alla pioggia di meteoriti, quasi intervento divino (o naturale) che pone fine agli scontri e sembra sottolineare l’inutilità e la follia del conflitto.
Keltek dimostra inventiva e capacità e realizza un lungometraggio che travalica i generi di documentario e finzione per costituirsi come un ibrido molto più stimolante.
James White (2015), di Josh Mond
Presentato in anteprima al Sundance film festival del 2015 dove ha vinto il Best of Next Award, James White è il primo film da regista di Josh Mond che, insieme ad Antonio Campos e Sean Durkin, è il fondatore della Borderline Films casa di produzione americana che oltre a questo ha prodotto film come Afterschool di Campos del 2008 e La fuga di Martha di Durkin del 2011.
James White è un film dal chiaro sapore autobiografico che ha però il pregio di non essere solo un film che vuole raccontare il calvario di una malattia come il cancro, ma vuole e riesce a essere sopratutto un film incentrato sul rapporto madre-figlio (Cynthia Nixon e Christopher Abbott) e sull’incapacità o l’impossibilità di quest’ultimo di costruirsi una vita vera.
Sarebbe facile criticare e giudicare il modo di affrontare la vita di James ma il film offre la possibilità di avvicinarsi davvero a quello che prova, a quel desiderio di distruzione e di fuga che lo colpisce nel momento esatto in cui sente di doversi occupare della madre, cosa che fa senza risparmiarsi, mosso da un sentimento reale che però lo annienta.
James White è un film scevro da facili pietismi che racconta in modo lodevole una storia difficile.
Ilo ilo (2013), di Anthony Chen
Anthony Chen prima di presentare il suo primo lungometraggio, ha realizzato diversi cortometraggi che hanno partecipato a importanti festival cinematografici tra cui Ah Ma, candidato alla Palma d’Oro per il cortometraggio a Cannes e vincitore della Menzione Speciale, prima volta che un film di Singapore viene premiato a Cannes.
Vincitore della Caméra d’Or al festival di Cannes 2013 per la migliore opera prima, Ilo ilo è una storia semi-autobiografica ambientata a Singapore nel 1997. Il nucleo centrale del film è l’arrivo in una famiglia della classe media di una domestica filippina, il deteriorarsi della relazione dei genitori e la nascita di un rapporto molto forte tra la domestica e il bambino.
Uno dei punti forti di Ilo Ilo è la presenza di un contesto sociale molto ben delineato che senza appesantire la storia affronta con naturalezza anche le questioni storiche del periodo: la crisi finanziaria asiatica e la condizione di molti filippini costretti a lasciare il proprio paese e la propria famiglia in cerca di una vita migliore in un territorio che spesso si rivela maldisposto.
Sicuramente la parte più coinvolgente del film è il rapporto che viene a instaurarsi tra Teresa (la domestica) e Jiale (il figlio), un rapporto che colma un doppio vuoto: quella di una madre e di un figlio che non riescono a instaurare lo stesso rapporto con i propri famigliari, impossibilitati da problemi economici e di distanza fisica e mentale.
Jessica forever (2018), di Caroline Poggi e Jonathan Vinel
Jessica forever è il primo lungometraggio di Caroline Poggi e Jonathan Vinel, già autori di alcuni cortometraggi come Tant qu’il nous reste des fusils à pompe vincitore dell’Orso d’oro nella sezione Cortometraggi alla Mostra del cinema di Berlino del 2014, ma anche Notre héritage-Our legacy del 2015 o After school knife fight del 2017.
Il film è quasi una storia di fantascienza ambientata in un mondo distopico in cui la società odia e perseguita gli orfani; Jessica (Aomi Muyock), una figura che è insieme madre, guerriera e guida salva un gruppo di ragazzi di varie età dal passato violento e travagliato, formando una famiglia disfunzionale ma molto unita.
Gli orfani anche se molto grandi sono fermi a un’età sentimentale e di relazioni quasi pre adolescenziale, Jessica ha dato loro amore, regole, insegnamenti, una casa e una famiglia, oltre che delle armi per combattere un’entità nemica che non si sa chi sia o che forma abbia, che si palesa solo sottoforma di droni militari.
Puoi guardare Jessica Forever in Streaming grazie a NPC Watch
Jessica forever si alimenta di rimandi e impulsi extra-cinematografici, come l’immaginario derivante dai videogiochi, e si caratterizza per un’estetica dal realismo esasperato, talmente calcato da diventare straniante.
Più che un film di fantascienza si tratta di un’opera intimista incentrata sopratutto sui sentimenti e le relazioni, tesa a indagare e mettere in scena l’alienazione, il desiderio d’amore, la solitudine e la violenza.
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