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Florence Korea Film Fest

Kim Han-min e Park Hae-il, i protagonisti della Masterclass al Florence Korea Film Fest

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10 minuti di lettura

La seconda Masterclass del 21° Florence Korea Film Fest ha avuto come protagonisti Kim Han-min e Park Hae-il, rispettivamente regista e protagonista di Hansan: Rising Dragon, lo spettacolare film d’apertura che li ha visti collaborare per la seconda volta (dopo Paradise Murdered). Nonostante i problemi tecnici dal risvolto piuttosto comico, anche quest’anno quello della Masterclass si è confermato essere un format vincente capace, tra applausi e curiosità cinematografiche, di stimolare alla visione di tante pellicole a cui la distribuzione europea non rende giustizia.

Kim Han-min parla di Hansan: Rising Dragon

Florence Korea Film Fest

Grande fan di Akira Kurosawa, comparsa nei suoi stessi film per divertimento, Kim Han-min si è volentieri raccontato al pubblico del Florence Korea Film Fest, non mancando di suscitare delle genuine risate in platea. Ecco cosa ha rivelato il regista sul suo ultimo film Hansan: Rising Dragon, insieme a qualche anticipazione sul capitolo conclusivo della trilogia.

Per realizzare un film complesso come Hansan: Rising Dragon Kim Han-min ha avuto a disposizione diverse fonti: “Non sono stati coinvolti dei veri e propri esperti di storia”, precisa il regista,” ma dopo aver realizzato il primo film (riferendosi a The Admiral: Roaring Currents) sono stato contattato da alcuni esperti sulla figura di Yi Sun-sin […]. In più, ho preso spunto dai diari dello stesso ammiraglio Yi, dove era solito descrivere per grandi linee le battaglie che combatteva. Certo alcune parti mancano di dettagli, perciò nel film ho potuto aggiungere qualcosa di personale”.

Seppure il risultato finale sia impeccabile agli occhi del pubblico, le difficoltà di realizzazione non sono state poche: “Il primo capitolo della trilogia è stato girato in parte sulla terra in parte sul mare, dove le condizioni di sicurezza non erano eccellenti; ecco perché in Hansan le riprese sono interamente da terra […]. Tutto questo è stato possibile grazie al grosso budget a disposizione e alla computer grafica, che in questi anni ha fatto enormi passi avanti”.

Sono una persona molto onesta e sincera: se il mio film non mi fosse piaciuto lo avrei distrutto, non avrei permesso che arrivasse nelle sale.

Kim Han-min al Florence Korea Film Fest

Non può mancare da parte del pubblico una domanda sulle implicazioni ‘politiche’ che un film come Hansan: Rising Dragon potrebbe avere, dato il suo modo di ritrarre i tesissimi rapporti tra Corea e Giappone dell’epoca. A questo, Kim Han-min risponde quasi con severità: “All’epoca il territorio giapponese non era abitato da un popolo unito, al contrario del Joseon; proprio per questo nei film storici si preferisce utilizzare il termine ‘Nippon’ (e non ‘Japanese’) per identificare gli invasori provenienti da quella regione […]. Per me il contesto storico è estremamente importante”.

Ecco spiegato il motivo per cui Hansan racconta una battaglia tra giusti e ingiusti, non fra due paesi, come recita lo stesso protagonista Yi Sun-sin. Sull’accoglienza del film in Giappone, il regista precisa: “Nel mondo dello spettacolo siamo tutti amici, questo è il vero potere dell’arte […]. Tra l’altro, i giapponesi hanno apprezzato la rappresentazione più umana riservata in Hansan ai loro ufficiali, per cui non abbiamo avuto problemi a fare distribuire il film anche in Giappone”.

In Hansan: Rising Dragon recita anche Ahn Sung-ki, attore con alle spalle oltre cento pellicole. “Mi sento davvero onorato di aver potuto lavorare con qualcuno del suo calibro; Ahn Sung-ki riassume la storia del cinema sudcoreano”, dichiara Kim Han-min, che tuttavia non fa mancare parole di apprezzamento per i più giovani membri del cast: “Ho lavorato con molti giovani promettenti […], ad esempio Byung Yo-han (volto di Wakisaka) che a mio parere è un attore da tenere sott’occhio. Sono certo che combinerà qualcosa di importante”.

Sul terzo e ultimo capitolo, girato contemporaneamente ad Hansan: Rising Dragon e intitolato Noryang: The Sea of Death, Kim Han-min commenta: “L’Ammiraglio Yi Sun-sin sarà interpretato da Kim Yoon-seok, che prevedo saprà regalare un’interpretazione molto intensa”. E sulla possibilità di tornare al Festival, il regista non nasconde il suo entusiasmo: “se sarò invitato a Firenze anche il prossimo anno potrete vederlo. E chissà, magari sarà di nuovo il film di apertura del prossimo Florence Korea Film Fest”. Non sappiamo se effettivamente succederà, ma noi ne saremmo entusiasti allo stesso modo.

Park Hae-il, una carriera costellata di successi

Florence Korea Film Fest

Attore con alle spalle una filmografia da brivido, in cui figurano i grandi The Host e Memorie di un Assassino di Bong Joon-ho, nonchè l’ultimo capolavoro di Park Chan-wook, Decision to Leave. Dopo Kim Han-min tocca a Park Hae-il (ospite d’onore del Festival) parlare al pubblico, non solo di Hansan: Rising Dragon ma di varie altre pellicole che lo hanno visto protagonista.

Interpretare una figura così importante della storia coreana come Yi Sun-sin non deve essere stato facile, così come indossare un costume così impegnativo. Su questo, Park Hae-il non può che concordare: “Quando mi è stato proposto il ruolo di Yi Sun-sin non sapevo se sarei stato in grado di interpretarlo. In quel momento, il costume è stato la prima cosa a permettermi di avvicinarmi a lui e di sentire sulle spalle la difficoltà di quel periodo storico”.

E a proposito di costumi impegnativi, l’attore non è certo estraneo alle trasformazioni; esempio calzante è Eungyo (in programmazione al festival) in cui interpretò un ultrasettantenne avendo poco più di trent’anni. “[…] La prima prova del trucco è durata dodici ore, ma per fortuna le scene che lo richiedevano sono state girate ogni due giorni” ricorda Park Hae-il, che più che alla messa in scena dichiara di essersi focalizzato sul personaggio in sé: “Eungyo parla di un poeta anziano che vuole recuperare la sua gioventù, anche a livello artistico […]. Avvicinandomi a lui mi sono sentito un po’ depresso, tanto che ho dovuto chiedere una settimana di pausa al regista”.

A volte una scena che sembra impossibile da girare si rivela semplice, altre volte può accadere il contrario…un po’ come nella vita. Da attore ho imparato che la vita è davvero un film.

Park Hae-il al Florence Korea Film Fest

Commentando il suo ruolo in Memorie di un Assassino, Park Hae-il non nasconde che sia stato duro da interpretare: “Il mio personaggio, Park Hyeon-gyu, potrebbe essere o non essere il colpevole, ma non credo che sia importante. Credo invece che l’intento di Bong Joon-ho fosse far trasparire la tensione dell’atmosfera dell’epoca”. E scherzandoci su, l’attore aggiunge: “Mi è stato chiesto spesso se il mio personaggio fosse davvero colpevole ed io non ero in grado di rispondere; ma da quando il killer è stato catturato, qualche anno fa, non ricevo più domande del genere […]”. Anche sul suo ruolo in Decision to Leave, l’attore ironizza: “In Memorie di un Assassino interpretavo un sospettato, ora finalmente sono passato dall’altra parte”.

Le ultime parole di Park Hae-il al Florence Korea film Fest non possono che essere per Park Chan-wook:

“Decision to Leave è un film che rivela un altro lato di questo regista […]. Il suo è uno stile a strati tutto da scoprire: più si approfondisce, più si mastica, più si digerisce”.


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Classe 1996, dottoranda in Ingegneria Industriale all’Università di Napoli Federico II, il cinema è la mia grande passione da quando ho memoria. Nerd dichiarata, accanita lettrice di classici, sogno di mettere anche la mia formazione scientifica al servizio della Settima Arte. Film preferito? Il Signore degli Anelli.

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