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Guardiani della Galassia Vol. 3

Guardiani della Galassia Vol. 3, un finale commovente e imperfetto

8 minuti di lettura

Torna per un ultimo volo assieme il gruppo preferito dai fan della Marvel: Guardiani della Galassia Vol. 3 segna l’addio (per il momento) degli scanzonati e ironici anti-eroi galattici. Ma questa volta la posta in gioco è molto più alta dei film precedenti: oltre alla galassia, uno di loro è in mortale pericolo, e il gruppo deve lottare contro il tempo per salvarlo, insieme all’universo, un’ultima volta assieme. E, già che ci sono, salvare anche il MCU dopo una fase 4 estremamente fiacca.

Il ritmo indeciso di Guardiani della Galassia Vol. 3

Guardiani della Galassia Vol. 3

C’è molto da dire sulle aspettative per Guardiani della Galassia Vol. 3, dai trailer che premoniscono la dipartita di molti, se non tutti i membri della squadra, al canto del cigno di James Gunn non solo dai suoi beneamati personaggi, ma anche dai Marvel Studios in generale. Anche se i trailer sono ingannatori, questo capitolo… ehm, volume della saga è senza dubbio il più drammatico. Ma non mancano neanche i momenti di leggerezza e di umorismo, che sono tanti.

In sintesi, si può dire senza dubbio che questo sia un film dei Guardiani all’ennesima potenza, con tutti i pregi e i difetti dei volumi precedenti amplificati al massimo: i momenti drammatici e tristi colpiscono molto di più, e l’umorismo immaturo straborda. A risentirne di più nel film è il ritmo, che continua insistentemente a balzare da momenti tra i più strazianti e dolorosi di tutto il MCU alle solite marachelle demenziali dei Guardiani. Questo crea un certo straniamento da parte degli spettatori, e chi non conosce Gunn direbbe quasi che non prenda seriamente i suoi personaggi.

Ma in realtà questi problemi erano già presenti nei volumi 1 e 2, per non parlare anche della gestione dei Guardiani nei due capitoli finali degli Avengers. Si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio, e Gunn non è da meno. Sicuramente i momenti più cupi di Guardiani della Galassia Vol. 3 sono quelli riusciti meglio, mentre l’umorismo, praticamente onnipresente, spesso risulta piatto o semplicemente non divertente.

La gestione dei personaggi

Guardiani della Galassia Vol. 3

Anche la gestione di tutti i singoli Guardiani risulta imperfetta: essendo il volume finale, ogni singolo membro, tra vecchi e nuovi, necessita di una propria conclusione, che non è quella che tutti si potrebbero aspettare. Queste conclusioni infatti arrivano troppo tardi nel film, e, nonostante siano molto azzeccate e commoventi, risultano comunque insoddisfacenti, sicuramente per la modalità in cui vengono narrate.

Ma il trattamento di Gamora, sicuramente il personaggio più problematico visti gli eventi di Infinity War ed Endgame, è piacevolmente ben riuscito, ricalcando coerentemente il suo percorso dei film precedenti, senza sembrare ripetitivo: anche stavolta mostrerà freddezza e diffidenza nei confronti dei Guardiani, per poi svelare lentamente il suo lato più dolce e affettuoso.

Ma il vero protagonista di Guardiani della Galassia Vol. 3, come anticipato dai trailer, è Rocket, e se si pensa ai film passati, Rocket è sempre stato il cuore della squadra, rubando costantemente la scena in ogni momento. James Gunn stesso ha ribadito molte volte come Rocket sia sempre stato al centro dei suoi film, e di come abbia sempre avuto in mente un percorso molto specifico, pensato sin dal primo film: il suo oscuro passato viene preso in causa molte volte, pur non avendone mostrato mai nulla.

Finalmente, in Guardiani della Galassia Vol. 3, scopriamo il tanto atteso passato del procione spaziale. Ed è senza dubbio la storia più cupa, triste, straziante e commovente di tutto il MCU. L’unica pecca è che i flashback del suo passato, appunto molto tristi, vengono spezzati dalla trama principale del film, che invece è piena zeppa di battute e allegria. Ma ne vale senz’altro la pena, e la ricompensa è vedere una delle conclusioni più soddisfacenti per un personaggio che abbia sofferto così tante pene. Come dice Lylla a Rocket,

Questa è sempre stata la tua storia. Solo che non lo sapevi ancora.

Una conclusione dolceamara per i Guardiani della Galassia

Guardiani della Galassia Vol. 3

Ogni Guardiano ha il proprio momento di gloria, piccolo o grande che sia, ma a risentirne, come sempre nei film Marvel, sono i personaggi secondari, villain compreso. Il caso più eclatante è Adam Warlock, che non è più il messia intergalattico dei fumetti (praticamente una versione spaziale di Gesù e nemesi di Thanos), ma un bambinone onnipotente che cerca di capire il suo ruolo nell’universo.

Un personaggio che si può paragonare a Visione, sia per caratteristiche che per gestione: è il classico personaggio che viene introdotto senza veramente pensare a come trattarlo, ci si penserà in un secondo momento nei prossimi film, intanto piazziamolo in questo film così il pubblico familiarizza con lui. L’Alto Evoluzionario, come tutti i villain Marvel, è molto generico e derivativo, e si dimentica facilmente, se non per il fatto che è lui la causa di tutti i mali di Rocket. Ma Guardiani della Galassia Vol. 3 regala anche una delle batoste al cattivone più soddisfacenti della Marvel.

Ma alla fine, quello che rimane impresso alla fine di Guardiani della Galassia Vol. 3, è la fine di un viaggio. Raffazzonato, caotico, disordinato, ma comunque la fine di personaggi a cui ci si è affezionati molto in questi quasi 10 anni. E potrebbe non essere il finale che molti si aspettavano, ma è forse più soddisfacente, seppur potesse essere stata gestita molto meglio. Infatti, in puro stile Marvel, non è propriamente un finale nel senso stretto, anzi lascia molte, se non tutte, le porte aperte.

Quello che è certo è che James Gunn non tornerà ai Guardiani, visto il suo coinvolgimento come nuovo direttore dei nuovi DC Studios. Per ora, il gruppo originale dei Guardiani non esiste più, e va bene così. Ma una nuova squadra è proprio dietro l’angolo, nel bene e nel male. Una cosa è sicura, con tutte le loro imperfezioni, i Guardiani della Galassia ci mancheranno. I loro film non saranno mai stati perfetti, ma hanno sempre avuto molto cuore, e, in un azzardo enorme da parte degli studios, ci hanno regalato il miglior gruppo supereroistico della Marvel.


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Nato a Roma, studia attualmente al DAMS di Padova.
Vive in un mondo fatto di film, libri e fumetti, e da sempre assimila tutto quello che riesce da questi meravigliosi media.
Apprezza l'MCU e anche Martin Scorsese.

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