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Hagazussa, per un Halloween impegnato

3 minuti di lettura

Una pellicola d’autore quella che proponiamo in questo Halloween a chi cerca un horror non tra i più leggeri e semplici: Hagazzussa – La Strega di Lukas Feigelfeld. Un folk-horror che prende a piene mani dal capolavoro di Eggers The Witch di cui abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo e che, se non l’avete ancora visto, dovete assolutamente recuperare. Amanti dell’horror impegnato, seguiteci tra le Alpi austriache del XV secolo con questa particolare pellicola franco-tedesca.

Hagazussa, colei che pratica sortilegi

Una vita segnata dal dolore e dalla solitudine quella della protagonista, Albrun, prima ragazzina responsabile della madre malata, poi giovane donna con a carico una bambina dal padre ignoto. Additata dagli abitanti del suo paesino di montagna come peccatrice e strega, Albrun vive la sua vita in povertà, ma libera di essere sé stessa nel suo piccolo mondo.

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A scatenare la sua placida rassegnazione, una paesana dall’aspetto gentile, ma che si rivelerà la goccia che farà traboccare il vaso.

«Hagazussa»: Shadows, Horn, Blood, Fire

Quattro capitoli scandiscono il film e la vita di Albrun. Seguiamo la sua silenziosa trasformazione, da bambina a donna, nel suo lento scivolare nella pazzia. Fino allo scioccante epilogo.

Una pellicola pacata, ma forte, senza jump scare, ma carica di orrore grazie all’interpretazione di Aleksandra Cwen (Albrun) che lascia trasparire tutta la paura e la follia dallo sguardo. Nessun dialogo memorabile, ma ricorderete i suoi occhi, così espressivi da raccontare l’intero film.

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Hagazussa

Non dimenticherete nemmeno la fotografia, altro elemento in comune con The Witch. Dai tratti quasi fiamminghi ci viene presentata la natura a volte positiva come la bellezza delle montagne che ci fanno sentire piccoli e insignificanti davanti alla loro immensità, a volte maligna come il putrido lago dove affogheranno non solo le preoccupazioni della protagonista…

La vera crudeltà

Hagazussa

Una pellicola allucinata che indaga sulla mente di una donna marchiata dal pregiudizio. E dal pregiudizio non c’è scampo. La vita di Albrun è segnata fin dall’inizio: non c’è redenzione per una donna sola, sessualmente ambigua, emblematica la scena con la sua capra da latte, e maltrattata dall’infanzia. Albrun è il frutto di una società che l’ha voluta plasmare a sua immagine e somiglianza: spaventata e ignorante.

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Una storia molto lenta che non tutti apprezzeranno. Una storia da guardare alla tremolante luce di una candela.


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Ciao! In queste poche righe mi devo descrivere e ne sto già sprecando parecchie quindi andiamo al sodo. Sono Azzurra, copywriter freelance e mi occupo di comunicazione creativa. Figo vero? Dalla mia bella Verona scrivo per lavoro e per passione. Venite a trovarmi! Sono quella col cappello e l’orologio da taschino.

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