Il Paradiso del Pavone, terzo lungometraggio della regista Laura Bispuri, è l’immagine della moderna solitudine. Soli in mezzo agli altri, soli; sordi tra i discorsi; muti tra le domande. Un film difficile, complicato, intimista; presentato nella sezione Orizzonti alla 78ª mostra del cinema di Venezia, prodotto da Vivo Film con Rai Cinema e distribuito da Nexo Digital e Fice, Il Paradiso del Pavone è nei cinema italiani dal 16 giugno 2022.
Il Paradiso Del Pavone, viaggio nell’intimità degli esseri umani
“Il mio film è un piccolo viaggio nell’intimità e nell’autenticità degli esseri umani”.
Laura Bispuri
È in un’indeterminata località marittima, ventosa, che si svolge l’intera storia. Per il proprio compleanno, Nena (Dominique Sanda) invita nel proprio appartamento la sua intera (allargata) famiglia. Ci sono tutti, Umberto (il marito), la domestica Lucia con la propria figlia Grazia; Caterina (la figlia) con il suo ex compagno Manfredi (e la sua nuova fidanzata Joana); Vito (il figlio) con Adelina (Alba Rohrwacher) e la piccola Alma con il suo pavone.
Un gruppo di famiglia in un interno, o meglio una famiglia vagamente unita; in attesa di un pranzo che non ci sarà mai, ecco il ritratto dei protagonisti, dei loro legami, delle loro storie, dei loro segreti, dei loro problemi. Chi è sempre presente adesso è assente, chi è sempre assente, ora è più presente. Tutti qui sono protagonisti. Nessuno, però, pare esserlo. Nessuno, però, sembra voglia esserlo. Alla fine, un evento inaspettato riporta la calma, l’equilibrio.
Dopo i suoi primi due film, Vergine Giurata del 2015 e Figlia Mia del 2018, la regista classe ’77 torna nelle sale con un film complicato, del quale è complicata la visione, calma, lenta e (per questo) a tratti snervante, e del quale è complicata la comprensione, il significato di tutto si trova nei silenzi tra i personaggi, nelle loro storie personali che dobbiamo (da soli) scovare, si trova nelle non risposte.
“Tutti si parlano ma nessuno si ascolta davvero”, sono presenti soltanto pochi (e brevi) sprazzi di amore, di comprensione, tra i personaggi, tra i familiari, tra gli amanti (e animali).
Un pavone protagonista
Adelina osserva un quadro appeso al muro, e nota un piccolo omino disperso, con la sua vocina calma e isterica allo stesso tempo esclama “Siamo così fragili”, e in tre parole ritrae sé stessa e la famiglia (acquisita). La grande notizia del suo matrimonio con Vito passa inosservata, anche il compleanno di Nena sembra non interessare nessuno. Tutti sono occupati a parlare e a non pensare troppo agli altri.
L’ago della bilancia è la piccola Alma, l’unica che ascolta le parole degli altri, anche quelle sussurrate. L’unica che dimostra vero affetto, verso gli altri, ma soprattutto verso il suo pavone.
Il pavone, vero protagonista. Egli si innamora di una colomba (dipinta in un quadro), poi salta nel vuoto per seguire il suo amore, infine “salva” la famiglia.
Il Paradiso del pavone è un film difficile ma ben diretto
La difficile aurea intimista de Il Paradiso del Pavone viene resa godibile dalla tecnica impeccabile (dalla regia, alle interpretazioni). Il lavoro dietro la camera della Bispuri, che qui è anche sceneggiatrice insieme a Silvana Tamma, è razionale, giusto nel suo genere. Le inquadrature strette, i volti, l’assenza di orizzont
Passando alle interpretazioni, Il Paradiso del Pavone può valersi della presenza di due (anti)dive del presente e del passato cinematografico: Dominique Sanda, la mater, e Alba Rohrwacher, un’estranea quasi, impaurita, fragile. Un plauso particolare alla piccola Carolina Michelangeli, precisa interprete della protagonista Alma.
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