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Jack Black, musica, cinema e risate in un viaggio senza confini

11 minuti di lettura

Il cinema vive e mantiene saldo il suo valore grazie soprattutto a specifiche figure iconiche che nel corso delle diverse epoche hanno portato con loro i valori del linguaggio cinematografico, ognuno, ovviamente, con uno stile diverso e con il proprio modo di approcciarsi alla camera e di conseguenza alla spettatore.

Un esempio emblematico in tal senso è da riscontrare nella figura di Jack Black, personalità carica di un irresistibile carisma e una creatività dirompente che vede come perno principale il connubio tra musica, cinema e comicità.

La nascita di un’icona

jack black school of rock

Esilarante, folle e geniale. Jack Black può essere così descritto, l’erede, con le dovute differenze, di John Belushi, accomunati da una naturale genialità artistica, capace di andare oltre le convenzioni.

Jack studia arte fin da giovane e muove i primi passi verso una promettente carriera già all’università della California, dove incontra e inizia alcune collaborazioni con Tim Robbins, il quale gli offre il suo primo ruolo cinematografico con il film Bob Roberts (1992), seguito da altre apparizioni, sempre con Robbins come regista, in Dead Man Walking (1995) e in Il prezzo della libertà (1999).

Il vero momento di svolta per Jack Black arriva con la partecipazione ad Alta Fedeltà (2000) di Stephen Frears. In questa pellicola iniziano ad emergere le pecularietà della sua persona, che qui interpreta Barry, un amico del protagonista, caratterizzato dai suoi tratti comici e “musicali”. Barry infatti spicca tra gli altri personaggi per il suo forte sarcasmo e per la sua importante cultura musicale che, come detto, saranno gli elementi cardine dell’intera carriera di Black.

La consacrazione di quel talento che in Alta Fedeltà si è palesato per la prima volta, avviene definitivamente con il ruolo di Dewey Finn in School of Rock (2003) di Richard Linklater, grazie al quale Black riceve una nomination ai Golden Globe come miglior attore.

Per chi non lo conoscesse, il film narra le vicende di Dewey Finn, musicista in difficoltà, che spacciandosi per insegnante, fa da supplente ad una classe di ragazzi che con il tempo svilupperanno, grazie al carisma del loro supplente, dei veri talenti in ambito musicale. Questo rappresenta senza dubbio il ruolo più iconico dell’attore, il quale, in seguito, mettendo da parte il suo spirito “musicale”, ricopre ruoli di natura diversa in film che percorrono svariati generi.

Il regista Peter Jackson lo include nel cast di King Kong (2005), insieme a Naomi Watts e Adrien Brody. L’anno seguente partecipa al film L’amore non va in vacanza (2006) di Nancy Meyers insieme a Cameron Diaz e Kate Winslet, in cui il suo talento emerge con un ruolo sentimentale e brillante.

L’abilità di Jack Black si mostra agli occhi dello spettatore soprattutto nella sua capacità di vestire panni di personaggi completamente diversi tra loro, senza mai risultare fuori luogo e mostrando al pubblico le sue diverse anime.

Così Black riesce a passare da un ruolo puramente comico, come quello di Jeff “Fats” Portnoy in Tropic Thunder (2008), ad un personaggio più complesso, che unisce dramma e comicità, come Bernie Tiede in Bernie (2011) diretto da Richard Linkarter, protagonista complesso, assistente delle pompe funebri, il quale viene messo alla prova a seguito di una relazione con una vedova.

Numerose sono le apparizioni cinematografiche di Jack Black. Nel citare le tappe fondamentali della sua carriera come attore, non si può che concludere citando Jumanji: Welcome to the Jungle (2017) e Jumanji: The next level (2019) di Jake Kasdan, in cui interpreta perfettamente il ruolo di un adolescente intrappolato nel corpo di un uomo di mezza età all’interno del videogioco Jumanji.

Una carriera segnata da una forte versatilità che fa leva su una delle personalità più eccentriche del panorama cinematografico mondiale.

Note di genialità

jack black

Come già detto, Jack Black raccoglie l’eredità artistica di un’altra figura centrale del panorama musicale/cinematografico, ossia John Belushi. Come quest’ultimo, Black riesce a compiere una trasposizione da un mondo esclusivamente musicale, al mondo cinematografico, portando sul grande schermo la band che vedeva come membri lui e il musicista Kyle Glass, ossia i Tenacious D.

Nati alla fine deli anni ’90, hanno guadagnato popolarità grazie alle loro esibizioni dal vivo, alle apparizioni in televisione e alle loro canzoni umoristiche. Il loro stile distintivo e le esibizioni cariche di energia, hanno fatto guadagnare loro una importante fan-base.

Nel 2001, il gruppo ha pubblicato l’album di debutto, Tenacious D, che ha ricevuto recensioni positive e ha aiutato a consolidarne la reputazione. Per comprendere lo stile delle loro canzoni basta citare uno dei pezzi più famosi, Tribute, che narra di come i due avessero scritto la canzone migliore del mondo e di come poi l’abbiano dimenticata.

Durante la stesura dell’album, i due scrivono anche una sceneggiatura per un possibile film in cui il duo sarebbe andato alla ricerca di un plettro sacro. L’idea si concretizza nel novembre 2006 con l’uscita nelle sale di Tenacious D e il destino del rock con la regia di Liam Lynch, il quale riesce a fondere elementi di rock, umorismo e fantastico, e presenta molte delle canzoni iconiche del gruppo. Sebbene il film non sia stato un grande successo al botteghino, ha ricevuto un’accoglienza assolutamente positiva dalla critica.

Il film cattura l’essenza del gruppo musicale Tenacious D, noto per le sue canzoni stravaganti e le esibizioni teatrali accattivanti, e la trasporta sul grande schermo come una vera e propria esplosione visiva e sonora. La storia segue le peripezie di Jack Black e Kyle Gass, che interpretano versioni romanzate di se stessi, mentre cercano di realizzare il loro sogno di diventare la miglior band rock del mondo.

Appare quasi naturale, quindi, creare un immaginario comune che unisce i Tenacious D ai Blues Brothers nel momento in cui la musica è il cuore pulsante della narrazione, con canzoni contagiose e assoli di chitarra travolgenti che si fondono perfettamente con l’umorismo irriverente del duo. Il film gioca con l’idea di mito e leggenda, conferendo al plettro un’aura quasi magica e trasformando la ricerca dei protagonisti in una missione epica che richiede determinazione e coraggio. Tutto non molto lontano dalla famosa “missione per conto di Dio” di Belushi e Aykroyd.

La visione offre allo spettatore una esperienza unica che cattura lo spirito ribelle e gioioso del rock ‘n’ roll, offrendo un’alternativa spensierata alle convenzioni cinematografiche tradizionali.

Jack Black e la potenza dell’autenticità

L’elemento chiave del successo di Jack Black è senza dubbio la sua capacità di mostrarsi al pubblico senza alcun tipo di filtro. L’autenticità dei suoi personaggi appare chiara e ognuno di loro sembra rappresentare una parte del suo carattere.

Jack Black non ha mai temuto di essere se stesso, di abbracciare la sua eccentricità e di condividere la sua passione con il mondo. In un’industria spesso definita da stereotipi e convenzioni, la sua genuinità ha brillato come un faro di ispirazione per coloro che cercano di farsi strada con la propria creatività.

La sua presenza sullo schermo e sul palco è una testimonianza della dedizione, della versatilità e della dedizione che ha nell’offrire intrattenimento di alta qualità.

Quando si guarda alla sua carriera, sia sul grande schermo che sulla scena musicale, emergono chiaramente segni di questa autenticità. Nei suoi ruoli cinematografici ha interpretato personaggi che ne riflettono la vera personalità: spiritosa, eccentrica e piena di energia. Ha abbracciato con entusiasmo ruoli comici, drammatici e persino musicali, dimostrando la sua versatilità e la sua volontà di mettersi in gioco.

Appare chiara inoltre la passione e la dedizione nei confronti della musica, e la sua conseguente voglia irrefrenabile di condividere il suo talento nel modo più naturale possibile.

In definitiva, Jack Black ha dimostrato che essere se stessi è un atto di coraggio e di forza, e che l’autenticità può essere incredibilmente affascinante e di ispirazione in un mondo in cui se ne perdono sempre più le tracce.


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Classe 1994, laureato in "Tecniche Artistiche e dello Spettacolo" presso la Ca' Foscari di Venezia e attualmente impelagato in studi antropologici.
Da sempre attratto dalla Bellezza, da quell'atmosfera mistica che ti regala la visione di un film, l'ascolto di un brano musicale o la lettura di un bel libro.
Non mi abbandonerà mai la voglia di ricercare costantemente nuovi immaginari e nuove prospettive da cui poter guardare il mondo e chi ne fa parte.

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