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La folle vita, perdere il controllo di sé stessi

4 minuti di lettura

Rilasciato in Francia nel 2020, La folle vita ha raggiunto le sale italiane il 29 Giugno 2023.

Esordio cinematografico della coppia Ann Sirot e Raphaël Balboni, il film belga ha ricevuto dodici candidature ai Premi Magritte portandosi a casa sei statuette, tra cui quella per il Miglior Film. Ha ricevuto anche qualche attenzione nel nostro paese, vincendo il premio come Miglior Film al Festival del cinema di Bergamo.

La folle vita, un film toccante ma leggero

la folle vita sirot balboni

La folle vita (Une vie démente) racconta la storia di una degenerazione cerebrale che porta la spumeggiante Suzanne (Jo Deseure) a perdere il controllo di sé stessa, sotto gli occhi del figlio Alex (Jean Le Peltier) che sta pianificando di avere un bambino con la sua compagna, Noémie (Lucie Debay). Come si fa ad andare avanti con la propria vita e ad avere un bambino quando la propria madre diventa lei stessa un bambino? Con molto umorismo, i due registi realizzano un film toccante, contrastando la natura opprimente e pesante di questo tipo di storia con una messa in scena che ha del poetico.

Suzanne è la direttrice di una galleria d’arte, in gran forma e con una gran voglia di vivere. A volte si assenta un po’, ma tutti pensano sia parte del suo carattere bizzarro e mutevole. Tuttavia, questi piccoli vuoti nascondono una malattia: la demenza semantica. Una malattia progressiva per la quale non esiste una cura, che si manifesta inizialmente con l’alterazione del linguaggio.

Alex, il figlio trentenne, non riesce a capacitarsi di come sua madre abbia perso tutto ciò che la rendeva ciò che era: la sua grinta, la sua energia, il suo modo di scherzare, il suo lavoro. Il cambiamento procede a passi regolari, sebbene Alex non voglia rendersene conto. Forse perché a volte è più facile negare l’evidenza come meccanismo di difesa, proteggersi all’interno di una bolla che immaginiamo di vetro, quando molto spesso è fatta di sapone. Noémie, la sua paziente compagna, vede la sua relazione scivolare via e perdere forma nella negazione di Alex.

La folle vita, accettare vuol dire amare

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La folle vita è l’inverso di The Father di Florian Zeller, uscito all’inizio di quest’anno, che ha affrontato la malattia dal punto di vista del paziente. Qui la malattia viene trattata dal punto di vista di chi la vive in seconda persona: molto spesso, infatti, si tende a dimenticare che una malattia non è solamente di chi la porta dentro di sé. La malattia ha ripercussioni anche sulle persone che ci amano, come nel caso della coppia composta dal Alex e Noémie. Ed è qui che entrano in gioco le dinamiche di Alex: lui non accetta questa nuova madre, non la comprende e quindi ne nega totalmente l’esistenza.

Attraverso una forte metafora siamo in grado di capire cosa significa essere messo da parte, cancellato come un vecchio ricordo: la trama delle lenzuola regalate a inizio film dalla madre inizierà mano a mano a ricoprire ogni dettaglio della casa di Alex e Noémie, come se la malattia volesse rendersi evidente e manifesta, come se volesse gridare ad Alex “sono qui, guardami, sono reale e devi imparare a convivere con me, perché io sono ovunque”.

Una celebrazione della vita, che vede nella morte il suo naturale proseguimento. La folle vita è un film dolce e poetico, a tratti anche molto divertente, che fa riflettere e stravolge le consuete dinamiche famigliari.


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Classe 2000, nato nel primo pomeriggio di una pigra domenica romana. Sogno una vita con lo zaino in spalla diretto verso orizzonti lontani e se “andare” è l’anagramma del mio nome, mi basta andare, ci penserò poi alla destinazione.

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