NPCMagazine sbarca su Spotify, e lo fa con un progetto a lungo termine. Due Playlist al mese per scoprire le migliori tracce dalle soundtracks degli ultimi film e serie e per approfondire i migliori pezzi che hanno attraversato le filmografie dei più amati registi della storia del Cinema. Le migliori canzoni dai film di Tarantino? I migliori sound che il cinema ha riprodotto di recente nelle sale? Ora potete trovare tutto questo nella pagina Spotify di NPCMagazine. Le playlist saranno sempre visibili sulla home del magazine e verranno commentate di volta in volta dalla redazione della rubrica Audio-Visioni. E ora, buon ascolto!
Perché una playlist?
Dei tanti processi di mercificazione dei quali cadere vittime, quello che rimbalza il consumatore fra industria cinematografica e industria musicale è, senza dubbio, uno dei più dolci. Da poco usciti dal cinema — l’universo diegetico ancora sotto la pelle, il quotidiano che si intreccia allo straordinario — quale modo migliore di indugiare ancora un po’ nel limbo della sala cinematografica se non riascoltando la musica proposta dal film?
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Non si tratta, per fortuna, di solo denaro. La musica al cinema sembra bucare la bidimensionalità dello schermo, colorando luoghi, oggetti, personaggi, movimenti di macchina… di sfumature espressive, l’accesso alle quali non sembra essere privilegio di immagini e parole.
Ed è così che una lenta carrellata, sempre più stretta sul volto di un personaggio, diviene l’immergersi inesorabile nell’abisso del suo (e del nostro) inconscio.
Viceversa, le immagini hanno in potere di ideare per la musica nuove dimensioni, manifestazioni inaspettate, impreviste, talvolta insospettabili. Ed è così che una canzone, per la quale avremmo prontamente impostato Spotify su “sessione privata”, diviene colonna sonora delle nostre giornate.
Febbraio al cinema, in musica!
Potrebbe sottrarsi Nuovo Progetto Cinema dal mettere becco in questi intimi meccanismi? Certo che no. Iniziamo allora ripercorrendo le tracce musicali lasciate dalle uscite di Febbraio nelle sale italiane. Un percorso, sfacciatamente arbitrario e piuttosto compatto, che muove la nostra memoria fra l’ibrido pop-trap che accompagna Birds of Prey e il rap di Missy Elliott in Honey Boy, fra il dance-punk de The rapture e una Sonata di Scarlatti da L’hotel degli amori smarriti, passando per l’ambient di Marcelo Zarvos in Cattive acque e quello di Alex Somers in Honey Boy; senza dimenticare l’elettronica dalle sonorità inquietanti di Gretel & Hansel, né l’apparente spensieratezza regalataci da Gli anni più belli con la collaborazione Vanoni, de Moraes, Toquinho.
Ecco, dunque, la prima di numerose playlist con le quali condividere insieme il ricordo sonoro delle nostre Audio-Visioni.
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