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Anthony e Stephanie in una scena di Leurs enfants après eux

Venezia 81 – Leurs enfants après eux, tra nostalgia e violenza

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6 minuti di lettura

Lorena, estate 1995: Anthony (Paul Kircher) e suo cugino si annoiano. Nella profonda provincia francese, a Heillange, non c’è nulla da fare per loro: così decidono di rubare una canoa e di visitare la famosa «spiaggia dei nudisti».

Una volta arrivati rimangono delusi: la spiaggia è deserta, eccetto per due giovani in costume, Stephanie (Angelina Woreth) e Clem. La spiaggia dei nudisti non esiste: o meglio, esisteva una volta, molto tempo fa.

«Ora è tutto cambiato» dicono le ragazze. I due giovani, in particolare Anthony, sono attirati da Stephanie, che li inviterà a una festa di «ragazzini ricchi». Questo semplice incontro segnerà profondamente la vita di tutti i ragazzi in modi inaspettati. Inizia così Leurs enfants après eux.

Angelina Woreth e K

Leurs enfants après eux è l’ultimo lavoro dei fratelli Ludovic e Zoran Boukherma: in concorso alla Mostra del cinema di Venezia e adattamento del romanzo omonimo di Nicolas Mathieu, il film mette in scena una storia di formazione corale che non teme di affrontare diverse questioni sociali.

I registi descrivono questo intreccio tra tono romanzesco e verità definendo Leurs enfants après eux «un’istantanea della realtà sociologica che va oltre la documentazione dei fatti per generare un impatto emotivo di un’ampiezza e una profondità possibili solo al cinema».

Il protagonista principale è Anthony, un ragazzo introverso e impacciato che fatica a inserirsi nel gruppo dei suoi coetanei e a condividere con loro le esperienze tipiche dell’adolescenza: ma il racconto dei Boukherma è un racconto tentacolare che si dipana lungo le arterie fisiche della periferia stessa, esplorandone tutti i caratteri umani che si trovano al suo interno.

Così oltre al percorso di Anthony, principalmente di tipo sentimentale ma non solo, in Leurs enfants après eux troviamo la storia del padre di Anthony, delle ragazze di cui si innamora, di Hacine, il ragazzo di origini marocchine con cui entra in contrasto.

E da questo crocevia di esistenze in divenire emergono diverse questioni sociali intergenerazionali: problemi come l’alcolismo, violenza, dipendenze, classismo e razzismo vengono trattati con delicatezza, evitando gli stereotipi e le semplificazioni.

Lo sguardo nostalgico e concreto di Les enfants après eux

Il registro stilistico e visuale adottato di Leurs enfants après eux è marcatamente nostalgico: è evidente la volontà di ricreare un’atmosfera retro che richiami gli anni Novanta. Sulle immagini de Leurs enfants après eux è visibile la patina del ricordo, a ricordare che i fatti narrati non appartengono al presente ma sono frutto di una rievocazione, del lavoro della memoria che fa sentire la sua voce e diventa narratrice.

Le atmosfere calde e la precisione nel dipingere la calura estiva sullo schermo sono debitrici del cinema di Ozon e di Rohmer, a cui il cinema francese contemporaneo e d’autore si rifà spesso (forse troppo spesso, forse non sempre bene).

In Leurs enfants après eux, l’effetto nostalgico e la percezione del ricordo sono accentuati ulteriormente da un uso massiccio della musica, veicolato attraverso una colonna sonora eterogenea ma che si rifà sempre a un repertorio vintage, con canzoni che si adagiano alle immagini e accompagnano i fatti come una sorta di voce narrante in musica.

L’estate come narratrice del ricordo in Leurs enfants après eux

In Leurs enfants après eux l’estate non si limita da fare da sfondo alle vicissitudini dei ragazzi, ma diventa il tempo in cui convergono le direttrici delle loro esistenze, in cui si decide quali percorsi intraprendere, che direzione dare alle proprie vite. Infatti il racconto avanza (seppure con fatica, soprattutto verso la fine) saltando di estate in estate, dal 1995 al 1998, e in ciascuna annata assistiamo a un evento che rivoluziona le vite dei protagonisti.

L’estate dei fratelli Boukherma non è un periodo di riposo né un tempo di stasi in cui non succede nulla: al contrario, l’estate di questi enfants è turbolenta, caotica, irruenta e a tratti crudele. Ma è anche gioiosa, elettrizzante, piena di speranza e di desiderio di rivalsa.

L’estate è il luogo delle pulsioni, dei freni inibitori che cigolano e cedono, delle rabbie esplose e della violenza che serpeggia e dilaga nelle strade e nelle case arse dal sole e dall’afa. Non c’è posto per i sentimenti tiepidi: tutto è intenso e melodrammatico, proprio come l’adolescenza.


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