Presentato in anteprima lo scorso 22 gennaio al Trieste Film Festival 2021, My Morning Laughter (Moj Jutarnji Smeh) è il primo lungometraggio di Marko Djordjevic, regista serbo già noto per aver vinto nella categoria Best Serbian Film al Cinema City festival col corto The Other Shore (2012). Il film è ispirato a un incontro tra Djordjevic e un sensitivo, durante il quale si è parlato molto della vita sessuale del regista.
My Morning Laughter: ventotto anni vergine
Il film segue le vicende di Dejan (Filip Đurić), un ventottenne che non ha mai avuto rapporti sessuali e vive coi suoi genitori. Una seduta piuttosto particolare, oltre che umiliante, con un sensitivo e la pressione causata dalla complessa situazione familiare lo portano a tentare di uscire dalla sua comfort zone. Il ragazzo si avvicina allora a Kaća (Ivana Vuković), una collega che sembra nutrire interesse nei suoi confronti.
La famiglia come prigione
Già nelle prime scene di My Morning Laughter vediamo un Dejan stanco e frustrato. Il padre, per l’ennesima volta ubriaco, vaga per la casa, assente, al che l’uomo, colmo d’ira, decide di cacciarlo. Presto accorre la madre, ma anche lei non si rivela una figura positiva, infatti percepisce (e tratta) il figlio ancora come un bambino e non vuole che si allontani da lei. È emblematico, a questo proposito, il momento in cui Dejan le dice di star pensando di andare a vivere altrove. Lo sbigottimento pervade il suo volto; non pensa che l’uomo possa stabilirsi in un posto che non sia la casa in cui è sempre vissuto e in cui non c’è lei ad accudirlo e a dargli il meglio. Lo stesso sensitivo, durante la seduta, le dice chiaramente di essere il problema principale nella vita di Dejan.
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I lunghi piani fissi sembrano rievocare il soffocamento delle mura domestiche (e quindi per estensione della famiglia); le azioni dei personaggi si esauriscono nei quadri senza il bisogno di movimenti di macchina. Ad amplificare ulteriormente questa sensazione, l’assenza della colonna sonora e la prevalenza di colori freddi e neutri.
My Morning Laughter racconta il sesso come liberazione
In un contesto come quello appena descritto, il sesso assume una funzione liberatrice: la perdita della verginità rappresenta per Dejan il distacco definitivo dall’ambiente familiare e il raggiungimento dell’indipendenza (specialmente dalla madre), e può consentirgli di essere finalmente adulto. Già il solo iniziare a masturbarsi nei pochi momenti di privacy e solitudine in casa (ovvero le ore della notte) è per lui rivoluzionario ed emancipatorio. Questo percorso interiore raggiunge il culmine nella parte finale del film, un po’ imbarazzante ma, allo stesso tempo, tenera (e non priva di una punta di ironia).
My Morning Laughter è il racconto della ricerca di una via d’uscita da una vita insoddisfacente, anche quando sembra troppo tardi per cambiare le cose e ci si sente travolti da un senso di inettitudine. E per trovarla, bisognerebbe forse cogliere più l’attimo, lasciarsi andare.-
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