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Next Sohee

Next Sohee di July Jung è il vincitore del 21° Florence Korea Film Fest

Al festival dedicato alla Corea del Sud trionfa la toccante fotografia di una piaga sociale

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9 minuti di lettura

Quest’anno il Florence Korea Film Fest ha avuto una seconda protagonista femminile: si tratta della regista July Jung (A Girl at My Door), ospite a Firenze di una Masterclass dedicata (condivisa con la collega Yim Soon-rye) e presente in sala alla proiezione del suo ultimo progetto, Next Sohee. Ecco cosa ci ha raccontato del film e le ragioni per cui la giuria del Festival non ha potuto che decretarlo vincitore di questa edizione. Lo stesso hanno fatto gli spettatori coi loro voti, rimasti scossi ma comunque incantati da Next Sohee e dal suo crudo realismo.

Next Sohee, l’annullamento doloroso e graduale

Next Sohee

So-hee è una liceale amante della danza, in procinto di svolgere il suo periodo di alternanza scuola-lavoro presso un call center consigliato dal suo insegnante. Dapprima impaziente di affacciarsi al mondo degli adulti, la ragazza dovrà fare i conti con una realtà marcia capace di privare una persona della sua essenza, talvolta fino ad annullarla completamente.

Trattando nel dettaglio un caso particolare, Next Sohee pone le basi per un’analisi ad ampio spettro che ha lo scopo di denunciare una piaga sociale ben radicata, e non soltanto nella lontana Corea del Sud. La storia viene narrata assumendo un duplice punto di vista, quello di chi sopperisce al peso di standard inarrivabili e quello di chi è costretto a raccogliere i pezzi della tragedia: So-hee da una parte e Yoo-jin dall’altra (con in comune solo una pista da ballo), nella realtà le immense Kim Si-eun e Bae Doo-na a cui si affida la responsabilità di inquietare senza ricorrere a casse di risonanza e senza una colonna sonora triste di sottofondo.

La pellicola descrive pazientemente e nel dettaglio il processo che conduce all’annullamento della persona caratterizzato da picchi di inefficienza e di produttività estrema, egualmente malati: un percorso silenzioso che procede in discesa e ha come punto d’arrivo l’indifferenza e la resa totale. Ma i personaggi di Next Sohee non si arrendono per debolezza: il loro declino è graduale e inesorabile e avviene per opera dello stesso contesto che sulla carta offre loro supporto.

Next Sohee

Next Sohee rivolge al lavoro una critica dissacrante e ne evidenzia le capacità alienanti senza aver bisogno di fronzoli; al contempo il film si domanda quando lavorare sia per l’uomo nobilitante e quando invece solo fonte di disgregazione dell’identità. La risposta di July Jung a questa domanda è devastante, costruita con atmosfere fredde e lunghissimi silenzi; e ascoltarla è difficile almeno quanto ammettere che nella vita lavorare non è sempre un bene se il prezzo da pagare non si misura in denaro.

Next Sohee è come un vaso di Pandora contenente l’ennesima verità oscura e destabilizzante, una di quelle a cui molti preferiscono dare le spalle sperando di non venire coinvolti in prima persona. Ma il pubblico del Florence Korea Film Fest è stato costretto ad affrontarla di petto, lasciando la sala ossessionato dalla funzione assunta da So-hee: si tratta di una martire? di un capro espiatorio? del simbolo di uno stato d’animo condiviso? In qualunque caso, più della sua esistenza, a turbare è che l’esistenza di una ‘prossima’ sia data praticamente per certa da July Jung.

Dietro Next Sohee, parla la regista July Jung

Next Sohee July Jung

Alla base di Next Sohee sta uno spiacevole caso di cronaca di cui la regista è venuta a conoscenza solo alla fine del 2016: “Non riuscivo a capacitarmi di come i giovani fossero disposti a lavorare in ambienti che reputerebbero difficili anche gli adulti […]; mi sono detta che se davvero la realtà era quella la dovevo capire”. Per indagare sull’ambiente dei call center July Jung non ha dovuto fare interviste, avendo a disposizione materiale in abbondanza tra articoli di giornale, testimonianze, libri: “Studiando ho capito che tra i più giovani la tendenza a colpevolizzarsi è comune, così come la sensazione di non essere abbastanza […]; nel film volevo enfatizzare questo disagio“.

Da questa presa di coscienza è nato Next Sohee, di cui July Jung spiega l’essenza in poche parole: “Si parla di una ragazza piena di energie che man mano finisce per perdere la sua luce”. Per raccontare questa storia al meglio la regista afferma di aver preferito non pensare tanto alla storia in sé, e focalizzarsi invece sulle emozioni provate dai personaggi (approccio adottato anche per il suo primo lungometraggio, A Girl at My Door).

Ecco spiegata l’enfasi della sensazione di freddo che riempie la pellicola dall’inizio alla fine: “Non a caso ho pensato che il film dovesse uscire in inverno, ed ecco perché in più di una scena la protagonista non porta le scarpe: ho voluto rappresentare fedelmente anche il freddo emotivo“.

Una delle attrici protagoniste di Next Sohee era nei piani di July Jung fin dall’inizio: “Quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura avevo già in mente di ingaggiare Bae Doo-na, senza sapere se avrebbe accettato oppure no; il suo è un ruolo che richiede precisione e una gran cura dei dettagli”. Della sua scelta la regista si è detta molto soddisfatta: “Bae Doo-na è perfetta a livello tecnico, e questo le permette di recitare d’istinto pur mantenendo un freddo controllo di se stessa […]. La sua performance è riuscita a superare le mie aspettative”.

In quanto a Sohee July Jung non aveva affatto le idee chiare: “Cercavo un volto che fosse poco conosciuto anche in Corea quindi mi ero preparata a fare un sacco di provini, ma per fortuna il mio aiuto regista mi ha presentato Kim Si-eun […]. Durante il nostro primo incontro le ho fatto leggere la sceneggiatura, e quando le ho chiesto cosa ne pensasse mi ha detto che avrebbe voluto che Sohee fosse stata al mondo. In quel momento ho capito che sarebbe stata perfetta”. In effetti non si può darle torto.

Nel mio primo film ho raccontato una tragedia avvenuta perché i personaggi si sono incontrati, questa volta la tragedia avviene perché le due protagoniste non l’hanno fatto.

July Jung su Next Sohee

Questa edizione del Florence Korea Film Fest ha visto trionfare il cinema del vero, sotto forma di richiesta di aiuto silenziosa e assordante insieme, un chiaro segnale di rifiuto da parte degli uomini piccoli di vivere una vita che lentamente sfiorisce a causa di una società che non se ne cura. Con la vittoria di Next Sohee vincono la bellezza dei sogni individuali e la scelta di manifestare disgusto di fronte alle colpe, pur sapendo di non poter fare la differenza: una speranza tangibile che il futuro riserverà qualcosa di meglio, se non a tutti almeno a pochi fortunati.


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Classe 1996, dottoranda in Ingegneria Industriale all’Università di Napoli Federico II, il cinema è la mia grande passione da quando ho memoria. Nerd dichiarata, accanita lettrice di classici, sogno di mettere anche la mia formazione scientifica al servizio della Settima Arte. Film preferito? Il Signore degli Anelli.

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