Si è conclusa il 29 aprile la prima stagione di Pachinko, la nuova serie distribuita da AppleTV+ e tratta dall’omonimo romanzo di Min Jin Lee, autrice americana di origini sudcoreane. Scopriamo cosa rende questo prodotto unico e speciale, tanto da incitare gli appassionati all’acquisto dell’opera letteraria e da rendere trepidanti i non amanti delle librerie.
Cosa vedere su AppleTV+? Te lo diciamo noi: scopri il nostro archivio dedicato alla piattaforma!
Pachinko, generazioni a confronto
Adattata da Soo Hugh per il piccolo schermo, e diretta da Kogonada e Justin Chon (Eric Yorkie della saga di Twilight, per i curiosi), Pachinko segue le vicende di più membri della stessa famiglia sullo sfondo di Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud. Tutto ha inizio negli anni ’30, con la storia di Sunja (Kim Min-ha), giungendo sino a suo nipote Salomon (Jin Ha) sul finire degli anni ’80.
Sfruttando la narrazione su più piani in parallelo, Pachinko guarda alla storia con gli occhi di quattro generazioni: generazioni apparentemente senza punti di incontro ma la cui esistenza è allo stesso modo influenzata da coincidenze e circostanze, dalla storia e dal destino.
Il viaggio verso casa
Anche se non avesse soddisfatto le aspettative, di certo Pachinko non sarebbe mai potuto essere un flop. Se non per Youn Yuh-jung, la mitica nonna di Minari, immensa nei panni di una Sunja avanti negli anni, gran parte degli spettatori avrebbe guardato la serie spinta dalla presenza nel cast principale di Lee Min-ho, già noto al pubblico grazie a k-drama di successo come The Heirs, Boys Over Flowers, e The Legend of the Blue Sea. Pur non mancando di credibilità né di fascino, il suo Hansu risente di una storyline ancora parziale e di sfumature di personalità non rivelate.
Kim Min-ha, classe 1995, promessa dell’industria cinematografica sudcoreana, in Pachinko regala una performance intima e struggente, tanto che spesso la sua Sunja finisce per mettere in ombra il cast che la affianca; un cast comunque eccezionale e credibile sotto ogni punto di vista, capace di conferire il giusto tocco di drammaticità alla storia che è incaricato di raccontare.
Le vicende narrate in Pachinko sono capitoli di un racconto ancora più grande, quello di una nazione dilaniata dalla violenza e di un popolo ridotto in tanti piccoli pezzi: pezzi privati della libertà o dispersi in terre straniere, la cui essenza permane comunque in ogni chicco di riso servito in tavola, in ogni odore e spezia, in ogni canzone.
Aggrappandosi a questa consapevolezza, Pachinko dimostra come non basti abbandonare casa propria per smettere di appartenervi, dipingendo l’esistenza di ognuno come un viaggio itinerante alla ricerca di un’identità, in parte costruita da volontà e circostanze, in parte innata e custodita da chi ci ha messo al mondo.
Proprio questo concetto viene esaltato da una narrazione fluida e scorrevole ma costruita su più piani temporali, grazie a cui passato e presente sono costantemente messi a confronto, mostrando le differenze tra una generazione e l’altra e nel contempo esaltando il legame di sangue, indissolubile, che le unisce.
Perché aspettiamo la seconda stagione di Pachinko
Pachinko è un prodotto tecnicamente ineccepibile, che beneficia della regia semplice, quasi essenziale, di Kogonada, estremamente potente dal punto di vista emotivo poiché capace di esaltare gli elementi più suggestivi di ogni singolo piano sequenza. È una Serie TV capace di suscitare sensazioni di mancanza e conforto, e di risvegliare la latente consapevolezza di appartenere a qualcosa di più grande della nostra persona.
Pachinko è una di quelle serie tanto belle da far sorridere ma anche tanto reali da far male, simile a un gigantesco puzzle di cui, purtroppo, siamo riusciti a ricostruire solo i contorni ed alcune regioni, e in cui non vediamo l’ora di incastrare i pezzi mancanti. Ciò che possiamo fare, ora come ora, è chiederci perché non abbiano rilasciato la storia completa, acquistare il romanzo se la curiosità si rivelasse troppo ardua da contenere, e inserire “Let’s Live for Today” nella nostra playlist.
Seguici su Instagram, Tik Tok, Facebook e Telegram per sapere sempre cosa guardare!
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!