Nel marasma di processi che stanno sconvolgendo lo star system hollywoodiano negli ultimi anni si aggiunge – dopo il caso mediatico del processo Depp vs Heard – l’ultima vicenda che vede protagonista il regista di Crash – Contatto fisico Paul Haggis. Lo scrittore e regista Paul Haggis è stato arrestato lo scorso 19 giugno con l’accusa di violenza sessuale e lesioni personali aggravate.
Il Premio Oscar si trovava a Ostuni, in provincia di Brindisi, dove avrebbe dovuto tenere delle lezioni magistrali all’Allora Fest – il nuovo festival cinematografico patrocinato dalla giornalista italiana Silvia Bizio e dal critico d’arte spagnolo Sol Costales Doulton – che si sta tenendo in questi giorni dal 21 al 26 giugno.
Il Caso Paul Haggis: cosa sappiamo della vicenda
Stando agli aggiornamenti della procura di Brindisi, sembra che il regista canadese abbia costretto una giovane donna – identificata come cittadina britannica – ad avere rapporti sessuali con lui nel corso dei tre giorni a Ostuni.
Dopo averne abusato, la donna è stata lasciata in “precarie condizioni fisiche e psicologiche” all’aeroporto Papola Casale di Brindisi e subito soccorsa dal personale dell’aeroporto e dagli agenti di polizia, i quali l’hanno portata in ospedale e ai quali la trentenne ha poi sporto denuncia formale. Haggis si è affidato all’avvocato Michele Laforgia che, in un comunicato stampa, ha dichiarato l’innocenza dell’uomo e che il primo appuntamento in tribunale è fissato per oggi, giovedì 23 giugno.
Anche l’avvocato americano dello sceneggiatore di Million Dollar Baby, Priya Chaudhry ha sostenuto l’innocenza del suo cliente e ha dicharato al The Hollywood Reporter di essere fiduciosa nel respingimento di ogni accusa e ha poi aggiunto che Paul Haggis è disposto a collaborare con le autorità per fare luce sul caso.
Nel frattempo l’uomo è agli arresti domiciliari in un hotel del capoluogo pugliese. A deciderlo è stato proprio il gip del Tribunale di Brindisi Vilma Gilli, la quale ha ritenuto che «in attesa dell’ascolto in contraddittorio della presunta vittima, sussista il rischio di inquinamento dell’unica fonte di prova». Relativamente al pericolo di reiterazione del reato, il gip lo ha ritenuto sussistente dal momento che vige un contenzioso civile avente analogo oggetto negli Stati Uniti.
Infatti, la pendenza di questo contenzioso ha fatto ritenere al giudice che il regista originario di London, in Canada, siano «[…] sintomatiche di assoluta incapacità dell’indagato di controllare i propri istinti e di desistere dai propri propositi, in un contegno di prevaricazione e dominanza.» Nelle sette pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, si sottolinea il fatto che se Haggis sia parte di una causa civile promossa contro di lui dinanzi alla Corte Suprema Usa per fatti di violenza sessuale è «allo stato segnale di possibile inclinazione a delinquere in ambito sessuale da parte dell’indagato».
Caso Haggis, alcuni retroscena
Durante l’interrogatorio per la convalida del fermo di ieri, Haggis ha raccontato la propria versione dei fatti e ha rivelato che era stata la ragazza stessa ad avvicinarlo a marzo al Festival di Monaco da lui diretto. Sembra che gli abbia chiesto di fare un selfie insieme, successivamente pubblicato su Instagram e che lui l’abbia ricontattata attraverso il tag sulla foto per invitarla ad Ostuni.
Le due versioni
Sino a qui le due versioni coincidono, se non fosse che da qui lui la racconta come una storia finita in tre giorni e due scambi di intimità. Lei, invece, sostiene che a quel festival si era proposta a lui con il ruolo di consulente e che il regista – secondo la ricostruzione del gip – l’aveva accolta all’aeroporto, portata al bed and breakfast dove risiedeva e «già sulla porta le aveva fatto comprendere le sue intenzioni».
Il fatto descritto dalla ragazza contiene diversi dettagli scabrosi, ma poiché lui l’avrebbe rassicurata e convinta di voler instaurare con lei una relazione sentimentale, la trentenne inglese si è decisa a rimanere. Se non fosse che il pomeriggio stesso ci sarebbe stato un nuovo assalto, mentre la giovane era assopita, e continuato nonostante le «richieste di smettere» della ragazza, aggravate dall’oggettiva impossibilità di avere un rapporto intimo a causa di un presidio sanitario e per questo finita al pronto soccorso.
Stando alla versione della ragazza, è lì che decide di «scrivere e far leggere al medico presente due bigliettini» in cui riferisce come era andata, senza farsi notare da Haggis. È stato il medico ad insospettirsi e a chiederle se si sentisse al sicuro con l’uomo, ma lei «trovandosi da sola in Italia, e quindi non sentendosi sufficientemente protetta minimizza» anche nella «speranza che lui inizi davvero una relazione amorosa con lei».
Il giorno seguente la donna si reca in farmacia per acquistare quanto indicato in ospedale e si confida anche lì. Tornata in tarda serata a Ostuni, nella notte lui approfitta nuovamente del suo sonno per «piombarle addosso». Lei – si legge nell’ordinanza – «impietrita dalla paura resta silente».
Su suggerimento di amici ai quali lei ha raccontato i fatti accaduti, scrive un biglietto al regista senza menzionare le violenze: «Caro Paul, grazie per il tuo invito improvviso, ho apprezzato la tua gentilezza e ospitalità a Ostuni». «Mi mancano le tue carezze speriamo di vederci prossimamente in Francia, Londra o alle Mauritius… L’uccello della felicità si posa sulla spalla di chi sa attendere».
Nonostante ciò, torna di nuovo al B&B da Haggis e nella notte, nel sonno, bagna il lenzuolo. Innervosito dalla cosa, lui l’avrebbe portata aeroporto alle cinque del mattino in grande anticipo sul volo fissato per le 15. È lì che – come anticipato – in stato confusionale, la ragazza è stata soccorsa e in seguito portata in questura per la denuncia.
Quella di Paul Haggis è un’altra versione. Egli parla di rapporti sessuali consenzienti e aggiunge che era stata proprio lei a cercarlo a Ostuni e a “offrirsi” in modo totalmente spontaneo. Non solo: la decisione della ragazza di rimanere nella stessa camera sino alla data di partenza sarebbe un prova per l’assenza sia di violenza sessuale sia delle lesioni – che anche il gip ha appurato non esserci -.
Inoltre, a conferma di ciò ci sarebbero anche i messaggi scambiati fra i due durante i tre giorni di incontri, nei quali si evince la disponibilità di lui ad accompagnarla in ospedale, prelevarla e portarla in aeroporto o in stazione. Disponibilità mostrata come significativa di una «relazione priva di conflittualità brutalità o anche solo di indelicatezza». Ovviamente il regista ha specificato che «non si trattava, di una relazione sentimentale auspicata dalla donna». Agli atti anche un memoriale di Haggis che dichiara che «lei voleva essere la prossima Bond Girl». Era «lei a insistere» per avere incontri intimi con lui. E l’epilogo: «Mi ha chiesto dei soldi. Le ho detto che mi dispiaceva ma non l’avrei fatto».
Paul Haggis dal successo alle aule di tribunale
Non è la prima volta che il premio Oscar per la miglior sceneggiatura per Million Dollar Baby e per il miglior film per Crash, viene accusato di violenza sessuale: l’uomo ha già affrontato altre accuse negli Stati Uniti.
Lo sceneggiatore di The last kiss, remake del celebre Ultimo bacio di Gabriele Muccino, è attualmente impegnato in una causa civile negli States per le accuse della sua (ex) addetta stampa Haleigh Breest, che aveva dichiarato di essere stata stuprata dal regista nel 2013. Nel 2018, Haleigh Breest ha nuovamente citato in giudizio Haggis sostenendo che l’aveva violentata nel suo appartamento di New York dopo la prima volta avvenuta nel 2013.
Sulla scia delle sue accuse, altre tre donne si sono fatte avanti con accuse separate di cattiva condotta sessuale contro il regista sceneggiatore, che ha negato tutte le affermazioni. Proprio per questo, già da qualche anno negli Usa nessuno gli ha più offerto lavori.
Paul Haggis: il caso italiano
L’avvocato Laforgia ha spiegato alla stampa che «Paul Haggis ha spiegato come sono andati i fatti. Si è dichiarato totalmente innocente, così come aveva fatto nell’immediatezza del fermo. I rapporti che ha avuto con questa donna sono totalmente consensuali nel corso di questi tre giorni trascorsi insieme ad Ostuni. Abbiamo chiarito anche contrariamente a quello che si ipotizza nelle imputazioni, che non c’è nessuna lesione e nessun segno di violenza.»
È opinione del penalista barese che il referto del Pronto Soccorso sia stato male interpretato e, per questo, sia ancora da attendere il provvedimento del giudice sul prolungamento degli arresti domiciliari.
E’ stato già richiesto l’incidente probatorio ascoltando la denunciate in contradditorio. Mr Haggis ha dichiarato espressamente che non solo non ha fatto nulla per sottrarsi agli accertamenti della giustizia italiana, e di essere rimasto qui anche perché qui stava lavorando e doveva lavorare per il festival. Ma anche di avere tutto l’interesse ad essere presente a questi accertamenti e poi di rimanere in Italia fin quando non sarà accertata la sua totale innocenza, perché da questo dipende la sua vita qui, ma anche negli Stati Uniti dove risiede.
L’estromissione dall’Allora Fest
Alle masterclass, Haggis aveva coinvolto sia il figlio James Haggis, come assistente alla regia, sia la figlia Alissa Haggis, come sceneggiatrice. Infatti, al momento dell’arresto, i suoi parenti erano già arrivati a Ostuni. L’estromissione degli Haggis è stata resa nota al The Hollywood Reporter.
Silvia Bizio e Sol Costales Doulton hanno deciso, quindi, di sospendere le lezioni che Haggis e figli avrebbero dovuto tenere al neonato festival.
Non è che sia stato “non invitato”. Legalmente non può partecipare. E onestamente, da qui al 26, dubito fortemente che la questione si risolva.
Questa la dichiarazione della Bizio sulla questione. Haggis ha dato un enorme contributo al Festival coinvolgendo alcune stelle dello showbiz hollywoodiano: da Edward Norton e Alfre Woodard (le cui masterclass sono state martedì) a Oliver Stone, Jeremy Irons, Jon Hamm, Matt Dillon e Marisa Tomei.
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