Raffa è il documentario evento dedicato a una delle più grandi icone italiane di tutti i tempi: Raffaella Carrà, in sala dal 6 al 12 luglio, prodotto da Disney+ e distribuito da Nexo digital in collaborazione con i media partner Radio Deejay, Radio Capital, MYMovies.it e Sony Music Italia.
Raffa è scritto da Cristiana Farina, già sceneggiatrice dell’ultra popolare Mare fuori, con la partecipazione di Carlo Altinier, Barbara Boncompagni, Salvatore Coppolino e Salvo Guercio, ed è diretto da Daniele Luchetti, regista della terza stagione dell’Amica geniale e del film del 2022 Lacci, tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone.
Raffa, il film documentario
La Carrà è stata la regina della televisione italiana (e spagnola), ha regnato indiscussa sul piccolo schermo per più di trent’anni anni, e Raffa è l’occasione per vederla trionfare anche sul grande schermo. Finalmente il cinema celebra la sua figura, la sua carriera e la sua eredità attraverso più di 1500 immagini di repertorio e racconti esclusivi di chi l’ha conosciuta e con lei ha collaborato, ricordiamo tra gli altri: Rosario Fiorello, Barbara Boncompagni, Salvo Guercio, Caterina Rita, Tiziano Ferro, Nick Cerioni, Enzo Paolo Turchi e Bob Sinclar.
Il documentario, diviso in 3 capitoli, ripercorre in ordine cronologico la vita e il percorso artistico della Carrà, si sofferma su alcune vicende private e pubbliche e su alcuni aspetti del suo carattere, lo scopo è capire perché è stata quello che è stata e in definitiva capire cosa è stata, come è riuscita a entrare nell’immaginario collettivo e diventare un’icona.
Daniele Luchetti aveva già reso omaggio a Raffaella Carrà all’interno della terza stagione de L’Amica geniale: nell’episodio 5 lo stabilimento balneare dove si trova Lenù con le figlie sue e il figlio di Lina si chiama Raffaella ed extradiegeticamente suona la canzone Rumore; nell’episodio 6, invece, mentre si trovano tutti a casa della sorella di Lenù, Elisa, i ragazzi decidono di mettere su un disco e ballare, è Tuca Tuca di Raffaella Carrà a indicare quanto la canzone sia stata popolare e amata in quegli anni.
Azdora e innovatrice
Il film si basa sulla dicotomia insita nella figura protagonista da sempre divisa tra Raffaella Pelloni e Raffaella Carrà, dicotomia rivendicata da lei stessa riferendosi al proprio segno zodiacale, quello dei gemelli. Una doppia anima quindi, in cui le due parti sono state da sempre ben divise in scompartimenti stagni, la Pelloni non compare mai davanti al pubblico, in maniera tale da tenere estremamente riservata la propria vita privata, mentre la Carrà non sfora mai nell’ambito privato, restando costantemente sotto i riflettori, ad alimentare un desiderio di rivalsa e approvazione mai sopito.
L’azdora è una figura della tradizione romagnola, letteralmente colei che presiede al governo della casa; Raffaella Carrà incarna la figura dell’azdora, l’ha introiettata dalla nonna e dalla madre e se ne appropria negli anni proponendone un’immagine moderna e innovatrice. Raffaella Carrà negli anni ’70 rappresenta un nuovo tipo di donna che proponeva e reclamava una inedita libertà di agire
La Carrà non era solo protagonista dei suoi show, era anche autrice e gestiva personalmente i suoi collaboratori, era una donna che è riuscita a far ascoltare la propria voce in un mondo fino a quel momento dominato dagli uomini. Grazie a lei è cambiata la figura della showgirl marginale e sobria a favore di una donna che ruba la scena, ammalia il pubblico con le sue doti e ne va fiera.
Icona senza tempo
Il film punta molto l’attenzione sulle innovazioni introdotte dalla Carrà nella televisione italiana così come nella società, rivoluzionando l’immagine della donna in televisione e mostrando alle altre donne la libertà che possono e devono rivendicare. Raffaella Carrà diventa il simbolo di una rivoluzione sessuale, incarnazione di una femminilità nuova, più consapevole ma divertente e sensuale allo stesso tempo. Ha mostrato a una generazione intera cosa era possibile permettersi di fare, indossare e cantare, ha rotto barriere e ha dato voce a tante ragazze e ragazzi che non l’avevano.
Al tempo stesso, però, la sua immagine è stata cristallizzata, idealizzata e ipersessualizzata, il suo caschetto biondo e il suo ombelico sono diventati famosi quanto la sua stessa persona. Nel film di Luchetti si pone l’attenzione anche su un cambiamento sostanziale di percezione della sua figura: se fino agli anni ’80 sono il suo corpo e le sue movenze a entrare nell’immaginario, dal 1983, da quando comincia il programma Pronto Raffaella? è il suo viso a diventare iconico.
Corpo, viso, gambe, capelli: la figura di Raffaella è stata divisa e scandagliata e ogni sua parte è stata resa iconica. Ma Raffaella Carrà è riuscita a fare della sua immagine la propria forza, ha rotto le regole di una società bigotta e ha aperto la via a una vera e propria innovazione sfruttando sempre, in maniera estremamente intelligente e consapevole, quello che gli altri volevano fosse una prigione, una gabbia. Raffaella Carrà è diventata icona di un nuovo tipo di donna, moderna, indipendente, che si fa soggetto.
Raffa propone una storia che doveva essere raccontata perché è una storia unica, che non ha eguali, di Raffaella Carrà ce n’è stata solo e soltanto una, anzi forse due, Raffaella Carrà e Raffaella Pelloni.
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