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Soul, l’ode Pixar ai piaceri semplici

7 minuti di lettura

In questo Natale insolito e malinconico, Disney ha deciso di fare un regalo ai propri abbonati, rendendo disponibile sulla propria piattaforma streaming il suo ultimo film d’animazione, Soul, rinunciando alla distribuzione in sala. Un po’ Inside Out – con cui condivide il regista Pete Docter – e un po’ Coco, Soul affronta temi come l’anima, la morte e le scelte che cambiano la vita.

Soul è candidato agli Oscar 2021 nelle categorie di miglior film d’animazione, migliore colonna sonora e miglior sonoro.

Soul, la trama

Protagonista del film è Joe Gardner (Jamie Foxx/Neri Marcorè), un pianista jazz che, mentre aspetta la sua grande occasione per sfondare e avere successo, si guadagna da vivere insegnando musica in una scuola media. Dopo l’audizione che potrebbe dare alla sua vita la svolta a lungo attesa, Joe, distratto ed emozionato, cade in un tombino. Mentre il suo corpo giace in un letto di ospedale, la sua anima si rifiuta di “seguire la luce” ed entrare nell’Altro-mondo.

La fuga la porta nell’Ante-mondo, dove le anime non ancora nate si preparano per il loro viaggio sulla Terra. Qui incontra 22 (Tina Fey/Paola Cortellesi), che non ha alcuna intenzione di iniziare la propria esistenza corporea. I due, quindi, escogitano un piano per raggiungere i propri scopi: per Joe tornare a New York e fare il concerto più importante della sua vita; per 22 di restare dov’è e non doversi preoccupare di nascere. Le cose, però, non vanno come previsto e i due protagonisti vivranno un’avventura che li porterà a scoprire mondi e dimensioni diverse e, soprattutto, se stessi.

La ricerca della scintilla

Ti dicono che sei nato per fare una cosa, ma come capisci qual è quella giusta? E se scegli la cosa sbagliata, o quella di qualcun altro? Poi resti intrappolato

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La trama di Soul sembra ruotare attorno al concetto di passione, vocazione, scopo. Se Joe ha ben presente quale sia la sua “ragione di vita”, 22 sembra non riuscire a trovare la propria e questo la porta ad avere paura del mondo. Che senso ha nascere, se non si ha in mente l’obiettivo dell’esistenza, la forma che si vuole dare alla propria personale realtà?

Joe è pronto a sacrificare tutto pur di realizzare la sua ambizione di diventare un famoso musicista. Ma quando viene messo davanti al riassunto della sua vita, si rende conto che la musica, invece di dare senso al mondo, lo ha allontanato da esso: dall’affetto dei suoi cari, dal sapore di un lecca lecca colorato, dalla voce melodiosa di un artista di strada. A scoprire invece per la prima volta tutti questi piaceri semplici, ma preziosi, è 22 che, in assenza di un traguardo specifico e persino ossessionante come quello di Joe, si innamora di ciò che il mondo è capace di regalare ogni giorno.

Soul insegna ad assaporare ogni momento

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Dunque Soul si presenta inizialmente come un film sulla ricerca della propria strada, ma è quando questo fraintendimento viene chiarito che la storia prende davvero vita e che lo spettatore può finalmente immedesimarsi. A differenza di molti altri film che fanno del percorso mirato al raggiungimento di una meta il proprio fulcro narrativo, Soul invita a godersi il viaggio, ritrovando il piacere di stupirsi ed entusiasmarsi per le più piccole cose (che piccole non sono) della nostra quotidianità.

Due mondi bellissimi

Sono anni che la Pixar vizia i suoi spettatori con immagini di altissima qualità, tanto che c’è il rischio di darle per scontate. Farlo, però, sarebbe un errore e soprattutto un torto nei confronti dei numerosissimi artisti (si guardi la lunghezza dei titoli di coda) che lavorano per infondere la magia dell’animazione in ogni singolo fotogramma. Soul, ovviamente, non fa eccezione.

I protagonisti si muovono tra la Terra – in particolare New York – e l’Ante-mondo. La prima concreta, vibrante e ricca di dettagli; il secondo luogo non-corporeo in cui vivono esseri eterei. Entrambe le ambientazioni sono capaci di destare meraviglia: la Grande Mela con i suoi colori sgargianti, i marciapiedi affollati, i locali jazz e i viali alberati; l’aldilà grazie alla rappresentazione di ciò che sulla Terra possiamo solo immaginare. Ancora una volta, quindi, l’animazione esprime appieno il suo potenziale quando mostra ciò che nel “mondo reale” non sarebbe possibile vedere. Così, per esempio, ci è concesso scoprire cosa succede allo spirito di un musicista quando, estraniato, si lascia trasportare da una canzone che lo rapisce.

Un boom di emozioni

Soul è meno complesso, originale ed ambizioso di Inside Out, al quale è stato e sarà spesso paragonato. Tale caratteristica lo avvicina ad un pubblico di giovanissimi, pur non presentandolo come un prodotto esclusivamente per bambini (sempre che ne esistano). Anche con Soul, quindi, la Pixar ha voluto creare un film davvero per tutti, capace di divertire, commuovere e far riflettere in un mix possibile solo grazie all’incantesimo dell’animazione.

Altro grande successo della Disney grazie alle scene d’azione ben costruite e ai dialoghi divertenti che pareggiano le atmosfere e i temi più adulti di Soul, è senza dubbio Raya e l’ultimo drago, disponibile su Disney+.


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Classe 1996. Laureata in Filologia Moderna, ama stare in compagnia degli altri e di se stessa. Adora il mare e le passeggiate senza meta. Si nutre principalmente di tisane, lunghe chiacchierate e pomeriggi al cinema.