Sul mestiere di insegnante se ne dice di ogni: lavoratori con tre mesi e più di vacanze d’estate, persone che devono solo correggere compiti e verifiche, che lavorano soltanto fino massimo al pomeriggio, ad esempio. Oltre a ciò, all‘insegnante d’oggi è richiesto sempre di più: di fare da balia a figli non suoi, di fare da autorità, gli si chiede di empatizzare con gli alunni, ma allo stesso tempo di restare fedele alla burocrazia.
Ultimamente, si sentono molti episodi di violenza e anche ingiustizie nei confronti degli insegnanti, che inermi devono incassare come fossero sacchi da boxe violenze fisiche e verbali da parte di alunni e genitori, che subiscono le conseguenze di comportamenti che non sono stati loro a causare, e in tutto questo si ritrovano da soli a difendersi. Una storia del genere la racconta Silenzio!, film del regista francese Teddy Lussi-Modeste scritto assieme a Audrey Diwan, vincitrice del Leone d’Oro per La scelta di Anne – L’Événement.
La trama di Silenzio!
Ambientato in una scuola della periferia francese, Silenzio! è incentrato sul personaggio di Julien Keller (François Civil), un giovane insegnante di francese alle prime armi che, come tutti gli insegnanti nella sua stessa situazione, pensa che l’insegnamento sia un lavoro idealista, dove il contatto umano è fondamentale. Julien cerca, infatti, di stabilire un legame con i suoi studenti, per esempio offrendo loro un kebab per premiarli della buona riuscita di un compito in classe.
Nel momento in cui, però, fa lezione analizzando una poesia di Pierre de Ronsard, un suo commento rivolto verso l’alunna Leslie (Toscane Duquesne) per spiegare l’asteismo – una figura retorica consistente nel fare complimenti attraverso un apparente biasimo che suscita così ironia – dà inizio a un vortice di maldicenze e scandali che arrivano a stravolgere completamente la vita del protagonista.
Da quel momento in poi, Julien è costretto a combattere contro delle accuse ingiuste, ma allo stesso tempo a confrontarsi non solo con una classe che piano piano gli si rivolta contro, ma anche contro colleghi e istituzioni che invece di difenderlo scaricano tutta la responsabilità su di lui lasciandolo in balìa del suo destino e facendolo precipitare in un abisso di solitudine che diventa sempre più profondo.
Silenzio!, un buon insegnante contro le onde degli scandali
Sembrerà strano, ma per parlare di Silenzio! si inizierà dalla fine, o meglio, da ciò che alla fine appare sullo schermo: «tratto da una storia vera». La storia vera a cui si fa riferimento è quella del regista Teddy Lussi-Modeste, che oltre a essere regista è anche insegnante di francese a Aubrevilliers a Seine-Saint-Denis nella periferia parigina, e che nel 2020 ha subìto una falsa accusa di molestie verso una sua studentessa tredicenne.
Lussi-Modeste, che al tempo è stato difeso dai suoi colleghi, ma che ha anche subìto minacce di morte e denunce, ha ideato Silenzio! pensando al movimento #PasdeVagues, letteralmente «niente scandali», movimento di insegnanti francesi che vogliono far luce non solo sulle ingiustizie subite dalla loro categoria, ma anche sulla mancanza di supporto da parte delle istituzioni.
Il titolo originale del film, infatti, è proprio Pas de Vagues, che assieme al titolo e al sottotitolo italiano Silenzio! e Niente scandali tra i banchi di scuola, rispecchia molto lo spirito del film, a differenza del titolo inglese The Good Teacher, incentrato più sull’idealismo e l’ingenuità di un insegnante alle prime armi. I titoli francese e italiano, infatti, comunicano tutto ciò che ruota attorno a Julian, ovvero un clima di indifferenza e solitudine che si estende su più livelli gerarchici, dai colleghi fino al preside della scuola.
Silenzio!, la figura dell’insegnante da Mr. Keating a Julian Keller
Guardando Silenzio!, non si può non pensare alle tante figure di professori e professoresse che abbiamo visto nella cinematografia internazionale fino ad oggi. In una conversazione con Taxi Drivers, Lussi-Modeste tira in ballo film come L’attimo fuggente di Peter Weir e La sala professori di Ilker Çatak nel parlare del proprio film, inserendolo quindi in un preciso filone cinematografico che pone al centro la scuola.
La storia di Julian, infatti, segna una tappa importante nella rappresentazione della scuola al cinema, già iniziata con L’attimo fuggente, dove l’idealista Mr. Keating, sebbene abbia il sostegno degli alunni, viene mandato via dalla propria scuola dal preside e dal corpo docenti per aver inculcato negli alunni idee e concetti che con un metodo tradizionale non avrebbero trovato spazio. Julian, però, assomiglia molto non solo a Carla Nowak di La sala professori, ma anche a Coleman Silk di The Human Stain, film di Robert Benton tratto dall’omonimo romanzo di Philip Roth, e a David Lurie in Vergogna, film di Steve Jacobs tratto dall’omonimo romanzo del Premio Nobel J. M. Coetzee.
Se, però, David Lurie e Coleman Silk non sono idealisti, ma professori vecchio stampo prossimi alla pensione coinvolti per qualche piccola battuta di innocenza in scandali rispettivamente di molestie sessuali e di razzismo, nel caso di Julian e Carla ci ritroviamo di fronte a insegnanti idealisti animati da un profondo senso di giustizia e onestà che, proprio a causa del loro idealismo, si ritrovano loro malgrado nell’occhio del ciclone.
Silenzio!, o di come l’idealismo scolastico ci precipiti nell’occhio del ciclone
Lo scopo di Silenzio! è, quindi, quello di mostrare la scuola com’è oggi, presentando un racconto veritiero della scuola, non edulcorato da docenti scrittori che vogliono dimostrare come si possa essere autorità ed esseri empatici allo stesso tempo. L’ambiente scolastico che ci mostra Lussi-Modeste vede un insegnante che vuole avvicinarsi ai suoi studenti, ma gli si ritorce tutto contro, poiché appena gli studenti percepiscono una breccia cominciano a usare la sua ricerca di empatia come un’arma per controllarlo.
Gli esempi in questo senso nel film sono tanti: non solo l’analisi della poesia di Ronsard Mignonne, allons voir sir la rose (il film originariamente doveva intitolarsi come un verso di questa poesia, Cueillez vostre jeunesse), dove i suoi alunni, specie Modibò, ci vedono automaticamente allusioni sessuali, ma anche l’uscita al kebab e i video social di Julian che i suoi alunni vedono in classe. Tutti questi elementi ci fanno capire, inoltre, che anche la cosa più innocente in un insegnante può essere usata contro di lui.
Un altro momento interessante di Silenzio! è quando viene chiesto a Julian di dire ai suoi alunni di essere omosessuale per provare a scagionarsi da ogni accusa. A Julian viene richiesto di sacrificare la propria vita privata per cercare di farsi giustizia da solo, come se il sistema scuola pretenda sempre un sacrificio da parte di chi subisce le ingiustizie invece di mettersi in prima linea nella difesa degli insegnanti.
Silenzio!, la solitudine di Julian è quella di tutti gli insegnanti
Julian a poco a poco evolve e comincia a maturare una sua consapevolezza sul mondo della scuola. Se un tempo era un luogo intoccabile e il docente una figura rispettabile, ora la scuola non è più impermeabile nei confronti della cattiveria del mondo esterno, e la figura dell’insegnante non è più temuta e rispettata, anzi, viene costantemente derisa.
Fondamentali in questo senso sono le inquadrature, che ci mostrano un Julian sempre in una posizione di distanza, ma una distanza di emarginazione e non di timore reverenziale. Il protagonista, difatti, è mostrato quasi sempre sullo sfondo dietro ai suoi alunni, oppure davanti a loro, che con un gioco di luci e colori si vedono sfocati, quasi a rimarcare la distanza che si è creata e lo scherno che gli mostrano.
A mano a mano che la storia procede, Julian ci viene mostrato a volte di schiena, a volte in primo piano da solo sulla scena con sguardo perso nel vuoto, talvolta è stupito. Il protagonista è sempre più solo, più deluso da scuola e colleghi, per i quali risulta un peso, una macchia da lavar via, uno che attira solo scandali e che rovina la propria reputazione. Di conseguenza, Julian si fa sofferente e arrabbiato, specie con i suoi alunni, in quanto i valori di giustizia e rispetto in cui credeva sono stati traditi e nessuno sembra interessato a farli rispettare.
Silenzio!, la scuola di oggi secondo Teddy Lussi-Modeste
In Silenzio!, Teddy Lussi-Modeste fa un ritratto veritiero della scuola di oggi, un’istituzione che non riesce più a farsi rispettare, a tutelare le persone, a garantire la giustizia, che si lava le mani di ogni responsabilità lasciando le vittime delle ingiustizie in balìa di se stessi per lo sfrenato egoismo di chi, invece, mira a proteggere i propri interessi.
La parola “necessario” ultimamente è fin troppo abusata dalle recensioni di film e libri, ma Silenzio! la meriterebbe tutta, perché mostra in maniera fedele quella che è la scuola di oggi, ma soprattutto come sia sempre più difficile instaurare un rapporto di fiducia e di empatia con alunni e i loro genitori, sempre pronti all’attacco alla prima debolezza mostrata e mai collaborativi, specie in situazioni di estrema difficoltà. Lussi-Modeste, dunque, prova con questa sua nuova fatica a non abbandonare i valori di giustizia e onestà, e dunque ci richiama a tornare alla nostra umanità.
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