Alla 77° Mostra del cinema di Venezia arriva la risata. A portarla, il regista Roger Michell con il suo The Duke, presentato nella categoria Fuori Concorso, con protagonisti due mostri sacri del cinema inglese: Jim Broadbent ed Helen Mirren.
Tratto da una storia incredibilmente vera
È il 1961. Sotheby’s mette all’asta il dipinto Il duca di Wellington dell’artista spagnolo Francisco Goya e un collezionista americano se lo aggiudica per 140 mila sterline. Considerandola una privazione del proprio patrimonio artistico, il governo inglese interviene e il dipinto viene esposto alla National Gallery. Pochi giorni dopo, il quadro viene però rubato, diventando il primo – e ad oggi ultimo – caso di furto subito dal museo di fama mondiale. Le ipotesi sulla responsabilità del reato sono da subito numerose e disparate; ma nessuna avrebbe potuto avvicinarsi alla verità delle cose. Il ladro, infatti, è Kempton Bunton (Jim Broadbent), un sessantenne di Newcastle con un passato da taxista, la passione per la drammaturgia e il desiderio di fare la propria parte per creare un mondo più giusto. Per Kempton, infatti, il dipinto diventa un’occasione per portare l’attenzione della gente e del governo sulle innumerevoli battaglie sociali da lui promosse e mai assecondate.
«The Duke»: una commedia british
Kempton Bunton è il personaggio che la gente ama, perché esilarante, che i giornalisti adorano, perché fonte sicura di notizie, che le istituzioni detestano, perché capace di metterle in imbarazzo. Un po’ Robin Hood e un po’ Don Chisciotte, Bunton è un uomo dai forti ideali, che non è disposto ad accettare il mondo per quello che è – con le sue ingiustizie e iniquità – e fa tutto ciò che è in suo potere per cambiarlo. Jim Broadbent è magnifico a portarlo sullo schermo, trovando l’equilibrio perfetto per scatenare il riso senza mai eccedere nella caratterizzazione.
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A vestire i panni della moglie di Kempton è una splendida Helen Mirren. Il talento degli attori e una sceneggiatura brillante danno vita ai momenti miglior del film: gli scambi di battute fra coniugi. Tra benevole frecciatine e freddure tipiche di uno humor decisamente british, i due ricreano perfettamente i dialoghi tipici delle coppie sposate da tempo, nei quali il detto si lega al non detto e, dietro a tutto, si nasconde sempre l’impossibilità di stare l’uno senza l’altra.
Dopo Spyke e Honey di Notting Hill, Kempton Bunton e signora sono un perfetto esempio della capacità di Roger Michell di creare personaggi memorabili.
Lido e comicità
Humor, ironia e leggerezza fanno di The Duke un’eccezione nel panorama della Mostra; una parentesi che il pubblico della Sala Grande ha senza dubbio gradito. Il film di Roger Michell sembra adatto non tanto alla cerimonia di premiazione del Festival, quanto ai pomeriggi passati in famiglia nei cinema che, ci si augura, torneranno a riempirsi.
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