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Toto le hèros

Toto le héros, la memoria onirica di un uomo qualunque

8 minuti di lettura

Questo mese I Wonder Classic riporta in sala il primo lungometraggio di Jaco Van Dormael: Toto le héros Un eroe di fine millennio; il film è uscito nel 1991 e ha guadagnato subito ampi successi tra cui la Caméra d’or per la miglior opera prima al Festival di Cannes nel 1991 e il premio César per il miglior film straniero nel 1992.

Da quel momento Van Dormael ha realizzato solo altri 3 film, l’ultimo dei quali, Dio esiste e vive a Bruxelles è del 2015. A posteriori Toto le héros si configura come il primo tassello di un grande unitario mosaico con cui Van Dormael ha esplorato le tematiche che più gli sono care, un mosaico che ci restituisce un suo mondo proprio, surreale, onirico e ironico.

Chi è Jaco Van Dormael?

Toto le héros, Jaco Van Dormael

Jaco Van Dormael è un regista e sceneggiatore belga che si è fatto conoscere nel tempo grazie a un lavoro quasi ossessivo su specifiche tematiche che ritornano costantemente nei suoi lavori, come l’esplorazione delle possibilità e delle limitazioni della vita di ogni uomo oppure l’importanza della scelta, ma anche della casualità e della fortuna.

Van Dormael incomincia la sua carriera cinematografica con una serie di cortometraggi, il più famoso dei quali è probabilmente È pericoloso sporgersi del 1984, subito celebrato con diversi premi, che possiamo considerare una sorta di grande anticipazione delle tematiche che verranno più compiutamente sviscerate nei successivi lungometraggi e più propriamente la storia su cui si basa Mr. Nobody, il film forse più conosciuto di Van Dormael uscito nel 2009.

Ciò che il cineasta ha sempre voluto raccontare sono le infinite possibilità che potenzialmente si offrono all’uomo, l’opportunità di coglierle o l’eventualità di non riuscire a vivere la vita che si sperava da cui deriva un’inevitabile insoddisfazione per la propria esistenza. Un continuo gioco di mescolamento tra ricordo, immaginazione, fantasia, speranza, passato, futuro e presente.

A essere estremamente riconoscibile e personale è anche la modalità di trasposizione in materia cinematografica: Van Dormael ricorre sempre a una modalità di narrazione non lineare, fortemente onirica e surreale, in cui il mischiarsi e il confondersi tra dimensione reale e immaginaria è sottolineato anche dalla resa visiva delle immagini.

I film di Van Dormael sono solo apparentemente complicati, resi tali dalla messa in scena, dal rifiuto della linearità temporale, dalla compresenza di reale e immaginario; in realtà le sue trame sono sempre molto semplici: un uomo che è convinto che il suo vicino e acerrimo nemico gli abbia rubato la vita, un uomo che al momento della sua morte immagina diversi scenari in cui avrebbe potuto svilupparsi la sua vita, una realtà in cui Dio è un essere dalle sembianze umane, crudele, che dirige le vite degli uomini tramite un vecchio computer e deve fare i conti con una figlia ribelle.

Ciò che affascina dei film di Van Dormael è proprio il suo desiderio di sottoporre il fantastico come alternativa reale, possibile, la sua capacità di costruire mondi visti attraverso gli occhi di un bambino in cui niente è mai veramente crudele, la sua sottile ironia sempre rasserenante, la sdrammatizzazione delle brutture della vita. È un grande cineasta Van Dormael che attraversa l’intera storia del cinema con i suoi film e padroneggia i diversi generi cinematografici legandoli tra loro in una maniera del tutto originale.

Toto le héros, l’inizio del sogno

Toto le héros

Forse in tanti hanno visto Dio esiste e vive a Bruxelles, quasi tutti hanno visto Mr. Nobody, ma forse ancora a pochi è arrivato Toto le héros, opera prima di Van Dormael che forse rimane ancora il suo film più equilibratamente riuscito. Usare l’aggettivo equilibrato per parlare di Van Dormael è forse un azzardo, visto la natura giocosa, non lineare e aperta a qualsiasi possibilità dei suoi film, ma, alla luce dei suoi quattro lungometraggi realizzati, il primo risulta essere quello più bilanciato, con la giusta dose di riflessioni filosofiche sulla vita dell’uomo e con altrettanti adeguati divertimenti bambineschi.

Toto le héros è davvero l’opera perfetta di Van Dormael perché non rischia mai di finire nell’esuberanza incontenibile di Mr. Nobody o nell’appiattimento di certi temi e di certi modi come avveniva in L’ottavo giorno.

Toto le héros è la storia di Thomas che da sempre è convinto che il suo vicino di casa sia stato scambiato con lui nella culla rubandogli così l’esistenza che avrebbe dovuto vivere. Thomas è un uomo ormai anziano che ripercorre con i ricordi la propria vita presentandoci i diversi momenti che per lui sono stati segnanti, importanti, costante di sottofondo sarà la comparazione tra la propria vita e quella di Alfred Kant, suo vicino e nemico. Ma Thomas è un narratore inaffidabile, confonde e intenzionalmente traveste momenti immaginati con ricordi reali così che lo spettatore non riesce a tracciare una linea di separazione netta tra la fantasia del protagonista e la sua verità.

Toto le héros

Sintonizzandosi su una nota invariabilmente malinconica Van Dormael ci racconta una storia assurda e surreale per parlare più seriamente di quanto possa sembrare dell’insoddisfazione per la propria vita, del senso di vuoto e di fallimento, dell’invidia verso qualcosa che non si conosce per davvero ma che si è idealizzato. Lo fa a modo suo, adottando ogni artificio bizzarro e infantile, affrontando anche delle tematiche scomode e riuscendo però a non finire mai in un territorio scabroso.

Una tristezza gentile invade e avvolge Toto le héros, perché le possibilità sono davvero infinite per l’uomo, ma è anche terribilmente vero nella maggior parte dei casi che gli uomini vivono esistenze conformate, banali e insignificanti. Viviamo tutti con davanti agli occhi il sogno di vite straordinarie, appaganti e desiderabili e il confronto non può che sconfortarci. Thomas cerca solo di dare forma alla propria frustrazione, per questo cerca di uccidere il suo nemico, allegoria violenta dell’eliminazione di ciò che lo fa sentire inadeguato.

Toto le héros è un film delicato, divertente e profondo, un racconto di un uomo normale alle soglie dell’oblio, un racconto che ci si presenta come la memoria onirica di un uomo qualunque.


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Chiara Cazzaniga, amante dell'arte in ogni sua forma, cinema, libri, musica, fotografia e di tutto ciò che racconta qualcosa e regala emozioni.
È in perenne conflitto con la provincia in cui vive, nel frattempo sogna il rumore della città e ferma immagini accompagnandole a parole confuse.
Ha difficoltà a parlare chiaramente di sé e nelle foto non sorride mai.

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